Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Bolduc, Benoît
Pubblicazione: \Firenze! : L. S. Olschki, 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: fre, Paese: IT
Le relazioni bilaterali tra Francia e Italia comprendono storicamente l'insieme dei rapporti diplomatici, politici, militari, economici e culturali intrattenuti dalla Repubblica francese con la Repubblica italiana (dal 1946), il Regno d'Italia (1861-1946) e il Regno di Sardegna (1814-1861). La Francia svolse un ruolo di primo piano nel processo di unificazione italiana, specie nello sconfiggere militarmente l'Impero austriaco e nell'offrire sostegno finanziario. I due paesi rivaleggiarono poi per il controllo della Tunisia e del Nordafrica sul finire del XIX secolo. La vittoria francese su questo fronte indusse l'Italia ad aderire nel 1882 alla Triplice Alleanza con Germania e Austria; a ciò contribuì inoltre la Guerra commerciale degli anni 1880 tra i due paesi. La Francia cercava però alleati contro la Germania e negoziò in segreto una serie di accordi e trattati con l'Italia assicurandosi, per il 1902, che quest'ultima non sostenesse i tedeschi in una guerra. Allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, l'Italia si mantenne neutrale inizialmente, cercando però un'espansione territoriale e alla fine ottenne l'offerta migliore proprio da Francia e Regno Unito, le quali promisero l'annessione di ampie fasce territoriali austriache e ottomane. Francia e Italia si ritrovarono così al tavolo delle nazioni vincitrici (1919), ma i termini del trattato di pace non corrisposero alle promesse fatte e suscitarono lo sdegno italiano, che fu fattore decisivo nell'ascesa e nella presa di potere del fascismo con la Marcia su Roma nel 1922. Nel periodo interbellico lo stato francese tentò di mantenersi in amicizia con Mussolini per evitare il suo appoggio alla Germania nazista. Tale politica fallì e, in seguito all'occupazione tedesca del territorio francese nel 1940, l'Italia a sua volta dichiarò guerra alla Francia ottenendo il controllo di una zona d'occupazione presso il confine tra i due paesi, alla quale si aggiunse la Corsica nel 1942. Dopo la vittoria alleata, i francesi tentarono a loro volta, senza risultato, l'annessione della Valle d'Aosta. Francia e Italia sono nazioni fondatrici della Comunità europea, membri della NATO e del G7. Le capitali dei due paesi sono gemellate in via esclusiva e reciproca dal 9 aprile 1956, sotto il motto
La bandiera francese (in francese drapeau français o drapeau tricolore, "bandiera tricolore") è composta da tre bande verticali di pari dimensioni e partendo dall'asta i colori sono: blu, bianco e rosso. Emblema nazionale della Quinta Repubblica, la bandiera è nata, sotto la Rivoluzione francese, dall'unione dei colori della città di Parigi (blu e rosso) e del colore della casata dei Borbone (bianco); negli anni a venire, con la caduta definitiva del sistema monarchico in Francia, il colore bianco venne attribuito a Giovanna d'Arco. Il blu era anche contenuto in epoca medievale e nella prima età moderna all'interno dello stemma reale. Oggi la bandiera è esposta su tutti gli edifici pubblici.
Le regioni della Francia (in francese: régions, sing. région, pronuncia AFI: [ʁe.ʒjɔ̃]) costituiscono la presente suddivisione amministrativa di primo livello del Paese e ammontano a 18, di cui 13 metropolitane (inclusa la Corsica, che peraltro costituisce un tipo distinto di collettività territoriale) e 5 d'oltremare: fino al 31 dicembre 2015 le regioni della Francia metropolitana erano 22. Disciplinate dal Titolo XII della Costituzione francese del 1958 e dalla quarta parte del Codice generale delle collettività territoriali, si tratta di collettività territoriali, dotate di personalità giuridica, a cui sono attribuite funzioni in punto di decentramento amministrativo e di autogoverno (Mayotte non ha un consiglio regionale, ma un'assemblea unica facente funzione di consiglio regionale e consiglio dipartimentale); le regioni metropolitane sono a loro volta suddivise in almeno 2 dipartimenti, mentre le regioni d'oltremare comprendono ciascuna un solo dipartimento, in totale sono presenti 96 dipartimenti.
La Francia è una repubblica semipresidenziale. La Costituzione della Quinta repubblica dichiara che il paese è "una repubblica indivisibile, laica, democratica e sociale". La Costituzione prevede la separazione dei poteri e proclama il legame della Francia ai diritti dell'uomo e ai principi di sovranità nazionale come definiti dalla Dichiarazione del 1789. Le istituzioni francesi seguono il principio classico della separazione dei poteri tra legislativo, esecutivo e giudiziario. Il presidente è in parte responsabile della gestione del potere esecutivo, ma dirigere l'attività di governo incombe, più che altro, al primo ministro. Sebbene il primo ministro sia di nomina presidenziale, deve ricevere la fiducia dall'Assemblea nazionale, ossia la camera bassa del Parlamento. Il primo ministro è quindi espresso dalla maggioranza all'Assemblea nazionale, che non necessariamente appartiene al medesimo schieramento politico del presidente. Il Parlamento è composto dall'Assemblea nazionale e dal Senato. Il parlamento approva le leggi e il bilancio dello Stato, controlla l'operato del potere esecutivo attraverso interrogazioni e costituendo commissioni d'inchiesta. Il controllo sulla costituzionalità delle leggi è devoluto al Consiglio costituzionale, i cui membri sono nominati dal presidente della Repubblica e da quelli di Assemblea nazionale e Senato. Fanno parte del Conseil anche gli ex presidenti della Repubblica. Il potere giudiziario si divide tra la giurisdizione ordinaria (che cura i casi civili e penali) e quella amministrativa (che giudica i ricorsi contro i provvedimenti amministrativi). L'ultima istanza della giurisdizione ordinaria è la Corte di cassazione, mentre la suprema corte amministrativa è il Consiglio di Stato. Esistono diverse agenzie indipendenti, come organismi che svolgono attività di controllo contro gli abusi di potere. La Francia è uno Stato unitario, ma gli enti locali (régions, départements e communes) hanno diverse attribuzioni, il cui esercizio è tutelato dalle ingerenze del governo centrale.
Il 1º settembre 1939, a seguito dell'attacco tedesco contro la Polonia, il capo del governo Benito Mussolini, nonostante un patto di alleanza con la Germania, dichiarò la non belligeranza italiana. L'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale avvenne con una serie di atti formali e diplomatici solo dopo nove mesi, il 10 giugno 1940, e fu annunciata da Mussolini stesso con un celebre discorso dal balcone di Palazzo Venezia. Durante i nove mesi di incertezza operativa, il Duce, impressionato dalle folgoranti vittorie tedesche, ma conscio della grave impreparazione militare italiana, restò a lungo dubbioso fra diverse alternative, a volte contrastanti fra loro, oscillando tra la fedeltà all'amicizia con Adolf Hitler, l'impulso a rinnegarne la soffocante alleanza, la voglia di indipendenza tattica e strategica, il desiderio di facili vittorie sul campo di battaglia e la brama di essere ago della bilancia nello scacchiere della diplomazia europea.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2024-04-09T01:21:44.035Z