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Titolo uniforme: Arbor scientiarum
Autore principale: Tega, Walter
L'Enciclopedismo è una prospettiva che punta ad includere un ampio spettro di conoscenze in una singola opera. Il termine comprende, sia le enciclopedie vere e proprie, che i generi relativi, nei quali la capacità di comprendere abbracciare tutta la conoscenza è una caratteristica specifica. Enciclopedia, è una latinizzazione del greco "έγχύχλιος παιδεία" ('enkýklios paideía), che significa "istruzione circolare, insieme di dottrine che formano un’educazione completa".. Per lo scrittore britannico H.G. Wells, non dovrebbe essere "una miscellanea, ma una concentrazione, una chiarificazione, e una sintesi della conoscenza".Oltre alla capacità di abbracciare una conoscenza totale, la scrittura enciclopedica si caratterizza per la mancanza di un pubblico specifico o di applicazioni pratiche. L'autore spiega in sintesi i fatti per il beneficio di un lettore che utilizzerà poi le informazioni in un modo che lo scrittore non ha intenzione di anticipare. Per esempio, abbiamo discussioni sull'agricoltura e manifattura di scrittori romani quali Plinio e Varro. È tuttavia improbabile che coltivatori o artigiani abbiano guadagnato consigli pratici da questo tipo di materiale.La maggior parte della cultura classica andò perduta nel corso del Medioevo e questo contribuì ad aumentare l'importanza dei lavori enciclopedici che sopravvissero, inclusi quelli di Aristotele e Plinio. Con lo sviluppo della stampa nel XV Secolo, il ventaglio di conoscenze disponibili ai lettori crebbe esponenzialmente. La scrittura enciclopedica divenne una necessità pratica ed un genere chiaramente distinto. Gli Enciclopedisti del Rinascimento erano estremamente consapevoli di quanta cultura classica fosse stata persa. La loro speranza era, sia di riappropriarsi e catalogare le conoscenze del tempo, che di prevenirne una perdita maggiore.Nella loro forma moderna, le enciclopedie consistono generalmente di articoli scritti in ordine alfabetico da diversi specialisti. Questa configurazione venne sviluppata nel XVIII Secolo, espandendo il dizionario tecnico per includere temi non-tecnici. L'Encyclopédie, redatta da Diderot e D'Alembert tra il 1751 ed il 1772, divenne più tardi un modello per numerose altre opere. Come gli enciclopedisti del Rinascimento, Diderot era preoccupato della possibile distruzione della civiltà e sperava che le conoscenze selezionate sarebbero sopravvissute.
La filosofia (in greco antico: φιλοσοφία, philosophía, composto di φιλεῖν (phileîn), "amare", e σοφία (sophía), "sapienza", ossia "amore per la sapienza") è un campo di studi che si pone domande e riflette sul mondo e sull'essere umano, indaga sul senso dell'essere e dell'esistenza umana. Come intrinseco nel nome stesso la filosofia è l'amore per la sapienza (intesa come conoscenza) e la ricerca.Prima ancora che indagine speculativa, la filosofia fu una disciplina che assunse anche i caratteri della conduzione del "modo di vita", ad esempio nell'applicazione concreta dei principi desunti attraverso la riflessione o pensiero. In questa forma, essa sorse nell'antica Grecia. A rendere complessa una definizione univoca della filosofia concorre il dissenso tra i filosofi sull'oggetto stesso della filosofia: alcuni orientano l'analisi della filosofia verso l'uomo e i suoi interessi così come viene esposto nell'Eutidemo di Platone, per cui essa sarebbe «l'uso del sapere a vantaggio dell'uomo».Nel prosieguo della storia della filosofia altri autori che seguono questa opinione sono per esempio Cartesio («Tutta la filosofia è come un albero, di cui le radici sono la metafisica, il tronco è la fisica, e i rami che sorgono da questo tronco sono le altre scienze, che si riducono a tre principali: la medicina, la meccanica e la morale, intendo la più alta e la più perfetta morale, che presupponendo una conoscenza completa delle altre scienze, è l'ultimo grado della saggezza»), Thomas Hobbes, e Immanuel Kant, il quale, definisce la filosofia come «scienza della relazione di ogni conoscenza al fine essenziale della ragione umana».Altri pensatori ritengono che la filosofia debba puntare alla conoscenza dell'essere in quanto tale secondo un percorso che, fatte le debite differenze, va dagli eleati sino a Husserl e Heidegger.
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