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Pubblicazione: Firenze : CLUSF, 1978
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
L'archeologia (dal greco ἀρχαιολογία, composto dalle parole ἀρχαῖος, "antico", e λόγος, "discorso" o "studio") è la scienza che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato (architetture, manufatti, resti biologici e umani).Venne definita in passato come scienza ausiliaria della storia, adatta a fornire documenti materiali per quei periodi non sufficientemente illuminati dalle fonti scritte. In alcuni paesi, e specialmente negli Stati Uniti d'America è stata sempre considerata come una delle quattro branche dell'antropologia (le altre tre essendo l'etnologia, la linguistica e l'antropologia fisica), avente come obiettivo l'acquisizione di conoscenza delle culture umane attraverso lo studio delle loro manifestazioni materiali. L'archeologia è tradizionalmente suddivisa in discipline a seconda del periodo o della cultura oggetto di studio (ad esempio archeologia classica o archeologia industriale o paletnologia), oppure a seconda di particolari tecniche di indagine (archeologia subacquea o archeologia sperimentale), o di specifiche problematiche (archeologia urbana, archeologia teorica), o ancora sulla base del tipo di materiale esaminato (numismatica o epigrafia). La nozione di scoperta archeologica si è evoluta con il progredire dei metodi di indagine: alla ricerca dell'oggetto raro, ma le sue scoperte sono divenute sempre meno dipendenti dal caso o dall'intuizione.
La cultura villanoviana (X secolo a.C. - VIII secolo a.C.), o civiltà villanoviana o villanoviano, è una facies della prima età del Ferro, le cui origini vanno ricercate nella cultura protovillanoviana, e rappresenta la fase più antica della civiltà etrusca.Il nome deriva dalla località di Villanova, frazione del comune di Castenaso nella città metropolitana di Bologna dove, fra il 1853 e il 1855, Giovanni Gozzadini (1810–1887) ritrovò i resti di una necropoli, portando alla luce 193 tombe, di cui 179 a incinerazione e 14 a inumazione.
L'archeologo è un professionista qualificato in una delle branche dell'archeologia, ossia quella vasta disciplina che studia le civiltà e le culture umane del passato e le loro relazioni con l'ambiente circostante, mediante la raccolta, la documentazione e l'analisi delle tracce materiali che hanno lasciato: architetture, manufatti, resti biologici e umani.
La cultura di Golasecca (IX-IV secolo a.C.) è una cultura della prima età del Ferro dell'Italia settentrionale che prende il nome dalla località di Golasecca in provincia di Varese in Lombardia, presso il Ticino. Agli inizi del XIX secolo, l'abate Giovanni Battista Giani effettuò, nell'area del Monsorino, i primi ritrovamenti: circa cinquanta tombe con ceramiche e oggetti metallici. Le testimonianze materiali si trovano sparse in un ampio territorio di 20.000 km² a sud delle Alpi, compreso tra i fiumi Po, Serio e Sesia delimitato a nord dai valichi alpini. La maggiore densità demografica si è sempre avuta nella fascia collinare subalpina, con una continuità di circa un millennio, ed è questa l'area che ha visto lo sviluppo dei due epicentri della cultura stessa, le zone di Sesto Calende-Golasecca-Castelletto Ticino e quella nei dintorni di Como. Nel territorio della cultura di Golasecca sono state effettuate scoperte che hanno modificato sensibilmente la conoscenza della protostoria europea. Nel territorio di Castelletto sopra Ticino è stato ritrovato, ad esempio, un masso iscritto, databile entro il VII secolo a.C., con la più antica iscrizione in lingua celtica su pietra finora nota: lettura probabile Chothios, interpretabile come il figlio dell'anziano. Il cippo è attualmente conservato presso la sede della Biblioteca civica castellettese.
La cultura di Castelluccio è la principale espressione dell'Antica Età del bronzo siciliana, situata nel range cronologico 2300 a.C. - 1700 a.C. circa. L'eponimo è la omonima località posta tra Noto e Siracusa indagata nel XIX secolo dall'archeologo Paolo Orsi. La definizione venne coniata dall'archeologo Luigi Bernabò Brea il quale riscontrò una omogeneità culturale di certe aree della Sicilia nell'antica Età del Bronzo. In questo lungo periodo sono state individuate quattro fasi con articolazioni in base al territorio e all'epoca. La cultura giungeva sino alle coste del trapanese con l'eccezione della costa tirrenica siciliana dove si riscontra la cultura di Rodi-Tindari-Vallelunga.
L'archeologia medievale è quell'ambito specialistico della ricerca archeologica che applica i metodi propri di questa disciplina alla cultura post-classica nell'indagine delle strutture, della mentalità, dei manufatti e di ogni minuziosa testimonianza del periodo che va dalla caduta dell'Impero Romano (476 d.C.) alla nascita dell'età moderna (1492 scoperta dell'America): all'interno di questi due paletti storici (sempre più messi in discussione almeno per la realtà italiana), l'archeologia medievale indaga ogni ‘tipo di Medioevo’, da quello islamico a quello cristiano, dai bizantini ai longobardi agli ebrei etc., in una discesa specialistica sempre più profonda che ne è anche una sua caratteristica fondamentale.
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