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Il Centro nazionale d'arte e di cultura Georges Pompidou si trova a Parigi, in Rue Beaubourg 19. In francese è conosciuto anche come Beaubourg. Il progetto dell'edificio è opera di Piano, Franchini e Rogers. Anche se alla fine, al progetto lavorarono solo Rogers e Piano. Il Centro nacque dalla volontà di Georges Pompidou, presidente della Repubblica francese dal 1969 al 1974, che volle creare nel cuore di Parigi un'istituzione culturale all'insegna della multidisciplinarità, interamente dedicata all'arte moderna, a cui si affiancassero anche una vasta biblioteca pubblica, un museo del design, attività musicali, cinematografiche e audio-visive. Per questo il Centro comprende una grande biblioteca pubblica, la Bibliothèque Publique d'Information (BPI), il Musée National d'Art Moderne e l'IRCAM, un centro, quest'ultimo, dedicato alla musica e alle ricerche in materia di acustica una cui estensione, progettata nel 1971 da Renzo Piano, è situata a place Igor-Stravinsky, a fianco del Centre Georges-Pompidou. Collocato all'interno dell'edificio è il Centro del design industriale. Il Centro Georges-Pompidou è stato inaugurato il 31 gennaio 1977 dal presidente della Repubblica Valéry Giscard d'Estaing in presenza del Primo ministro Raymond Barre, della vedova di Georges Pompidou, Claude Pompidou, e di numerosi capi di Stato esteri. Alla fine degli anni novanta l'edificio è stato interessato da una radicale ristrutturazione, su progetto di Renzo Piano, e ha riaperto il 1º gennaio 2000. Oggi è uno dei musei più visitati al mondo e custodisce una collezione di circa 70 mila opere, in cui accanto alle arti visive trovano posto il design, l'architettura, la fotografia e le opere multimediali. Queste opere vengono proposte attraverso forme espositive costantemente rinnovate e vengono spesso accompagnate da cicli di conferenze, incontri, dibattiti, concerti e spettacoli. Ogni anno il Centro organizza una trentina di esposizioni monografiche o tematiche, raccogliendo in mostre temporanee anche materiale proveniente da altre collezioni.
La storia di san Sebastiano nelle arti (visive e non) è una tra le più lunghe e ricche, forse può essere considerato uno dei santi più rappresentati della Chiesa cattolica. Riconoscibile a colpo d'occhio, per via dell'iconografia che lo riguarda, costituita dalle frecce che gli penetrano il corpo, questa immagine è venuta a subire nel corso del tempo una quantomai notevole evoluzione; passando dall'originaria figura di uomo barbuto di mezza età che indossa l'armatura a quella di adolescente muscoloso con un corpo intatto seminudo ed inerme, fino a trasfigurarsi in una vera e propria icona gay. Nelle rappresentazioni del primo millennio lo si vede indossare la clamide militare come si conveniva alla sua professione di soldato, e sempre senza barba: un guerriero armato di scudo e spada. Durante l'epoca dell'arte gotica appare con un'armatura di maglie metalliche alla moda del tempo, ma presto anche con un ricco abito da nobile romano e di solito con la barba. Da allora in poi si è cominciato inoltre a rappresentarlo nudo al momento di essere colpito dalle frecce; soprattutto i gotici olandesi e tedeschi lo raffigurano ricoperto di ferite e col corpo magro ben evidenziato. Il primo attributo personale di riconoscimento è la corona di fiori in mano; a partire dall'alto Medioevo una freccia e un arco tra le mani. Dal tardo XV secolo gli artisti hanno scelto sempre più spesso di presentare la figura del santo come un giovinetto denudato, ancora completamente imberbe, con le mani strettamente legate al tronco di un albero o alla cima di una colonna mentre offre del tutto indifeso il petto alle frecce del carnefice.
L'arte, nel suo significato più ampio, comprende ogni attività umana – svolta singolarmente o collettivamente – che porta a forme di creatività e di espressione estetica, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate o acquisite e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall'esperienza. Pertanto l'arte è un linguaggio, ossia la capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Tuttavia non esiste un unico linguaggio artistico e neppure un unico codice inequivocabile di interpretazione. Nel suo significato più sublime l'arte è l'espressione estetica dell'interiorità e dell'animo umano. Rispecchia le opinioni, i sentimenti e i pensieri dell'artista nell'ambito sociale, morale, culturale, etico o religioso del suo periodo storico. Alcuni filosofi e studiosi di semantica, invece, sostengono che esista un linguaggio oggettivo che, a prescindere dalle epoche e dagli stili, dovrebbe essere codificato per poter essere compreso da tutti, tuttavia gli sforzi per dimostrare questa affermazione sono stati finora infruttuosi. L'arte può essere considerata anche una professione di antica tradizione svolta nell'osservanza di alcuni canoni codificati nel tempo. In questo senso le professioni artigianali – quelle cioè che afferiscono all'artigianato – discendono spesso dal Medioevo, quando si svilupparono attività specializzate e gli esercenti arti e mestieri vennero riuniti nelle corporazioni. Ogni arte aveva una propria tradizione, i cui concetti fondamentali venivano racchiusi nella regola dell'arte, cui ogni artiere doveva conformarsi.
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