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Autore principale: Clemente, Pietro
Pubblicazione: Siena : Università degli studi, [1975?]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
La wicca che più raramente viene anche definita come la "antica religione", è un nuovo movimento religioso afferente ai fenomeni cosiddetti di "neopaganesimo". È considerata una religione o un percorso spirituale di tipo misterico, che venera principalmente il divino immanente, creduto presente nel mondo sotto infinite forme, spesso riassunte in un principio divino femminile, la Dea, e in uno maschile, il Dio, emanazioni dell'Uno, simmetrici ma complementari. Il loro incessante interscambio sta alla base del continuo divenire del mondo. La wicca celebra, pertanto, i cicli della natura. La wicca fu resa pubblica per la prima volta nel 1954 negli scritti di Gerald Gardner, un ex funzionario pubblico britannico, esperto di esoterismo, che affermava di essere stato iniziato nella New Forest Coven, una congrega appartenente a un'antica tradizione misterica (definita come "l'antica religione"), che aveva perpetuato i culti esoterici medievali, perseguitati come stregoneria dalle autorità politiche e religiose, culti che a loro volta erano imperniati sulle religioni pagane dell'Europa antica. La veridicità delle esperienze di Gardner rimane controversa, visto anche il venir meno delle tesi dell'antropologa Margaret Murray sulla sopravvivenza di culti stregoneschi antichi. Se la sopravvivenza fino al XIX secolo di un unico e strutturato culto stregonesco, di sicura derivazione antica, è ormai considerato un mito, è invece provata la persistenza fino all'età moderna di notevoli residui di paganesimo in vari ambiti, come nel folclore popolare o nell'esoterismo delle classi colte: moltissimi di questi aspetti sono poi confluiti nella wicca, sia come ispirazione ideale, sia nella pratica rituale. Dalle ricerche più recenti è emerso quindi che la wicca, come è adesso conosciuta, nacque attorno alla metà degli anni venti dall'incontro tra un gruppo di ispirazione teosofica, con appartenenti a una o più famiglie di praticanti magia popolare (esponenti dei cosiddetti cunning people britannici). In seguito, a partire dagli anni quaranta, dopo il suo ingresso in questo gruppo, Gardner contribuì a riscrivere, assieme a Doreen Valiente, gran parte della ritualistica, traendo spunto dall'esperienza delle grandi correnti esoteriche presenti nell'Inghilterra dell'epoca, come la Golden Dawn. I seguaci della wicca, detti wiccan, nella maggior parte dei casi, accettano i risultati di questi studi accademici e accolgono il racconto di Gardner, di essere entrato a far parte di un culto ritenuto molto più antico, come un elemento del "mito di fondazione" della wicca, più che come un fatto storico. La wicca ha avuto tra il XX e il XXI secolo una certa diffusione soprattutto nei paesi anglofoni. Non si dispone, tuttavia, di dati consolidati sul numero di aderenti. Stime restrittive, risalenti al 1996 limitano il numero globale di aderenti a circa 800.000, mentre una scrittrice interna al movimento ne contava nel 1999 tra i 3 e i 5 milioni di praticanti nella sola America settentrionale, comprendendo anche quelli saltuari. Lo storico e accademico britannico Ronald Hutton, nel suo studio sulla wicca (risalente al 1999), ha stimato in circa 250.000 i neopagani nel suo solo paese e ha calcolato che in media, nella partecipazione ai rituali pubblici neopagani tenuti in Gran Bretagna, ci fosse un iniziato wiccan ogni sei o sette partecipanti, mentre i wiccan non iniziati fossero circa la metà dei partecipanti stessi.
Un elfo (plurale: elfi) è una creatura soprannaturale originatasi dalla mitologia e dal folklore germanico. Nelle culture medievali, gli elfi sembrano generalmente essere stati pensati come esseri dotati di poteri magici e di una bellezza soprannaturale, ambivalenti nei confronti della gente comune e capaci di aiutarli o ostacolarli. Tuttavia, i dettagli di queste credenze variano considerevolmente nel tempo, creando varianti sia nelle culture pre-cristiane che in quelle cristiane. La parola elfo si trova in tutte le lingue germaniche e sembra che originariamente significasse "essere bianco". Ricostruire il concetto iniziale di un elfo dipende in gran parte dai testi, scritti dai cristiani, in inglese antico e medio, tedesco medievale e antico norreno. Non vi è dubbio che le credenze sugli elfi abbiano le loro origini prima della conversione al cristianesimo e la cristianizzazione associata dell'Europa nord-occidentale. Per questo motivo, la credenza negli elfi è stata spesso etichettata come "pagana" e "superstizione" dal Medioevo fino ai recenti studi. Tuttavia, quasi tutte le fonti testuali sopravvissute sugli elfi sono state prodotte dai cristiani (siano essi monaci anglosassoni, poeti islandesi medievali, primi ballerini moderni, collezionisti di folclore del diciannovesimo secolo o persino autori fantasy del XX secolo). Le convinzioni attestate sugli elfi devono quindi essere intese come parte della cultura cristiana dei parlanti germanici e non semplicemente come reliquia della loro religione pre-cristiana.. Dopo l'età medievale, la parola elfo tese a diventare meno comune in tutte le lingue, venendo sostituito da termini nativi alternativi come zwerc ("nano") in tedesco, huldra ("essere nascosto") nelle lingue scandinave o termini presi in prestito come fata (derivato dal francese in tutte le lingue germaniche). Tuttavia, le credenze negli elfi persistettero nei primi periodi moderni, in particolare in Scozia e Scandinavia, dove gli elfi erano considerati persone magicamente potenti che vivono, di solito invisibili, al fianco delle comunità umane. Nonostante ciò, sono rimasti associati a malattie e minacce sessuali. Ad esempio, un certo numero di ballate moderne nelle isole britanniche e in Scandinavia, originate nell'età medievale, descrivono elfi che tentano di sedurre o rapire personaggi umani. Con l'urbanizzazione e l'industrializzazione nel XVIII e XIX secolo, le credenze negli elfi diminuirono rapidamente (sebbene l'Islanda ebbe qualche tendenza a continuare a crederci). Tuttavia, dalla prima età moderna in poi, gli elfi iniziarono ad essere prominenti nella letteratura e nell'arte delle élite istruite. Questi elfi letterari erano immaginati come piccoli esseri maliziosi, e il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare rappresenta uno sviluppo chiave di questa idea. Nel diciottesimo secolo, gli scrittori romantici tedeschi furono influenzati da questa nozione dell'elfo e reimportarono la parola inglese elf nella lingua tedesca. Da questa cultura d'élite romantica arrivarono gli elfi della cultura popolare emersi nel XIX e nel XX secolo. Gli "elfi natalizi" della cultura popolare contemporanea sono una tradizione relativamente recente, diffusasi verso la fine del diciannovesimo secolo negli Stati Uniti. Gli elfi sono entrati nel genere dell'High fantasy del XX secolo sulla scia di opere pubblicate da autori come J. R. R. Tolkien, che hanno divulgato di nuovo l'idea degli elfi come esseri antropomorfi di dimensioni umane. In Sicilia nel contesto delle donas de fuera (streghe dalle sembianze di fate) sono presenti gli elfi, unica presenza in Italia e in Europa meridionale che accomuna la Sicilia al folclore e alla mitologia nordica delle isole britanniche.
La cabala, cabbala, qabbaláh o kabbalah (in ebraico: קַבָּלָה?, letteralmente 'ricevuta', 'tradizione') è l'insieme degli insegnamenti esoterici propri dell'ebraismo rabbinico, già diffusi a partire dal XII-XIII secolo; in un suo significato più ampio, il termine intende quei movimenti esoterici sorti in ambito ebraico con la fine del periodo del Secondo Tempio.La definizione di Cabala varia a seconda della relativa tradizione e dei fini di coloro che la seguono, a partire dalla sua origine religiosa come parte integrale dell'ebraismo, fino ai suoi adattamenti successivi cristiani, New Age e occultisti. La Cabala ebraica comprende una serie di insegnamenti esoterici che intendono spiegare il rapporto tra un misterioso Ein Sof (infinità) e l'universo mortale e finito (creazione di Dio). Mentre è molto utilizzato da alcune correnti ebraiche, non è una confessione religiosa in sé. Costituisce le fondamenta di interpretazione religiosa mistica. La Cabala cerca di definire la natura dell'universo e dell'essere umano, la natura e lo scopo dell'esistenza e varie altre questioni ontologiche. Presenta anche metodi per aiutare a comprendere i relativi concetti e raggiungere così una realizzazione spirituale.La Cabala si sviluppò nell'ambito della tradizione ebraica e i cabalisti tradizionali, che nell'ebraismo sono chiamati Mekubbal (in ebraico: מְקוּבָּל?), spesso usano fonti ebraiche classiche per spiegare e dimostrare i suoi insegnamenti esoterici. I seguaci ebrei di tali insegnamenti sostengono che essa definisca il significato interiore della Bibbia ebraica (Tanakh) e della letteratura rabbinica tradizionale nella dimensione trasmessa precedentemente nascosta, come anche l'importanza delle pratiche religiose ebraiche.I praticanti tradizionali credono che le prime origini formino un modello primordiale delle filosofie, religioni, scienze, arti e sistemi politici della Creazione. Storicamente, la Cabala emerse, dopo le prime forme di misticismo ebraico, nella Francia meridionale e Spagna dei secoli XII e XIII, venendo reinterpretata durante il rinascimento mistico ebraico del XVI secolo a Safed. Fu resa popolare in forma di ebraismo chassidico dal XVIII secolo in poi. L'interesse del ventesimo secolo nella Cabala ha ispirato un rinnovamento tra le confessioni religiose e ha contribuito ad una più ampia spiritualità contemporanea tra non ebrei, generando inoltre una fiorente rinascita e importanza storica grazie alla ricerca accademica di recente costituzione.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda o, in lingua sarda, Gràssia o Gràtzia Deledda (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), è stata una scrittrice italiana vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 1926. È ricordata come la seconda donna, dopo la svedese Selma Lagerlöf, a ricevere questo riconoscimento, e la prima italiana.
Gabriele D'Annunzio, allo stato civile Gabriele d'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.
Tradizioni popolari di Nuoro è una raccolta di saggi etnografici pubblicati da Grazia Deledda poco più che ventenne, originariamente in dodici puntate, dal 1893 al 1895, sulla Rivista delle tradizioni popolari italiane, diretta in Firenze da Angelo de Gubernatis, e in seguito in volume presso vari editori. Gli usi e i costumi dei sardi della zona centrale montana del Nuorese sono individuati dalla giovane Deledda nei luoghi e nei modi del vivere in casa (dall'arredamento agli utensili e al cibo preparato nelle occasioni festive e quotidiane) e nei campi, nella religiosità e nelle superstizioni, nei modi di dire e nei proverbi, nelle imprecazioni e implorazioni, nei canti sacri e profani. La ricerca e la sistemazione di questi dati in una rivista scientifica dell'epoca sono stati visti, tra l'altro, all'origine della precisione etnografica con cui la Deledda matura tratterà nei suoi romanzi molti aspetti della vita tradizionale della Barbagia in Sardegna.
Il Museo degli usi e costumi (in tedesco Südtiroler Volkskundemuseum) si trova a Brunico, nella frazione di Teodone (Dietenheim); istituito nel 1976, è costituito da un parco museale di circa 4 ettari e dalla Residenza Mair am Hof.
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