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Autore principale: Borriello, Mariarosaria ; D'Ambrosio, Antonio, 1946-
Fa parte di: Regio 1. : Latium et Campania
Serie: Forma Italiae ; 27
Serie: Forma Italiae. Regio I ; volumen 14
Pomigliano d'Arco è un comune italiano di 40 120 abitanti della città metropolitana di Napoli in Campania. È noto per il suo polo industriale tra i più grandi ed influenti del sud Italia. Nell'area industriale è presente, tra gli altri, lo stabilimento Gian Battista Vico di Fiat Chrysler Automobiles, il centro Elasis (sempre Fiat), lo stabilimento della Leonardo (ex Alenia Aermacchi) e quello dell'Avio (General Electric), oltre ad aver ospitato negli anni sessanta il primo aeroporto della Campania.
Il lago di Lucrino è un bacino naturale della città metropolitana di Napoli, situato sulla costa dei Campi Flegrei, a poca distanza dal lago d'Averno. Si è formato in epoca antica a seguito del moto ondoso del mare che, apportando progressivamente della sabbia, ha col tempo chiuso un'insenatura naturale con un istmo .
Con il nome di popoli dell'Italia antica si indicano quelle popolazioni stanziate nella penisola italiana durante l'età del ferro e prima dell'ascesa di Roma. Questi popoli non erano tutti imparentati sul piano linguistico o su quello genetico. La conformazione dell'Italia, lunga penisola distesa nel mar Mediterraneo, ne favorisce infatti i rapporti con le regioni circostanti, ma, al tempo stesso, la sua natura prevalentemente montuosa tende a separare e isolarne le popolazioni entro aree geografiche circoscritte. Sul piano linguistico, si possono distinguere fra popoli parlanti lingue indoeuropee e popoli parlanti lingue non indoeuropee. Al primo gruppo (di lingua indoeuropea) appartenevano in particolare i popoli italici propriamente detti, cioè parlanti lingue italiche; a essi se ne aggiungevano altri, di lingua indoeuropea, ma non riconducibili al ramo italico. Indoeuropei non Italici erano ad esempio i colonizzatori di lingua greca. Altri popoli, infine, non parlavano lingue indoeuropee. La classificazione di un certo numero di queste civiltà non è stata ancora chiarita. Il celebre studioso italiano Giacomo Devoto ha affermato la tesi che le varietà indoeuropee che confluirono in Italia furono "infinite".
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