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Pubblicazione: Turnhout : Brepols, 1983-.
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: seriale, Lingua: , Paese: BE
La bibliologia (dal greco βιβλίον biblìon, "libro", e λόγος lògos, "discorso, studio", ossia "studio del libro") è una disciplina che studia il libro nelle sue evidenze fisiche, così com'è uscito dalla tipografia, e soprattutto tratta del libro in generale, ne fa la storia, detta le norme per la sua conservazione e per il suo utilizzo. Il libro, nella sua duplice natura di supporto fisico di un contenuto testuale, pur in presenza di strumenti della comunicazione sempre più ampi ed efficaci, non ha perso d'importanza, né tanto meno è scomparso, come spesso previsto. I libri, pur sotto forme diversissime e nuove, hanno tenuto aperto il dialogo tra gli uomini: la bibliologia non fa altro che seguire, passo dopo passo, queste metamorfosi, gettando un po' di luce sui manufatti librari, sulle diverse configurazioni fisiche assunte, ma anche sulle infinite relazioni intrecciate con gli occhi e, soprattutto, con la mente di quanti hanno contribuito alla loro nascita e alla loro esistenza, dall'autore all'editore fino all'ultimo dei lettori. Al centro della Bibliologia resta il libro nella sua configurazione fisica che, di metamorfosi in metamorfosi, si estende dal papiro dei rotoli e dalla pergamena dei codici ai bit dei libri elettronici. L'attenzione dei bibliologi si è finora rivolta con più insistenza al libro a stampa antico, prodotto artigianalmente con il torchio a mano nei primi tre secoli dopo l'invenzione, lasciando in ombra il libro industriale, per quanto ancora pienamente tipografico, prodotto negli ultimi due secoli. Oggi, l'introduzione delle nuove procedure digitali nei processi di composizione e di stampa, sembra destinata a collocare in un tempo ormai compiuto e definito l'intera parabola del libro tipografico, da Johannes Gutenberg alla fine del Novecento, consentendo così una più visibile continuità, entro questi confini, delle indagini bibliologiche, da estendere, in seconda battuta, alle antiche radici ma non scritte e al libro dell'era digitale.
La bibliografia (dal greco βιβλίον biblìon, "libro", e γράφω gràpho, "scrivere", ovvero "libro sui libri", benché i greci non abbiano mai combinato questi termini nel senso odierno) enumerativa (o sistematica) si può intendere: l'elenco di libri, saggi, riviste, articoli su un particolare argomento o su uno specifico autore; l'elenco di pubblicazioni usate e citate nella stesura specialmente di un saggio, di un articolo, di un libro; la scienza che studia la catalogazione sistematica dei libri.Invece la bibliografia definita analitica o critica, altrimenti detta bibliologia, si occupa degli aspetti fisici dei singoli libri come caratteri, impaginazione, carta, ecc..
Il còlophon (più desueto colofone) è un breve testo che riporta informazioni relative alla produzione di una pubblicazione, tra cui particolarmente rilevanti, nel caso dei libri, sono le note tipografiche. Nel caso di pubblicazioni periodiche a stampa o web il colophon si chiama anche tamburino di gerenza. Il termine deriva dal prestito linguistico latino colǒphon del termine greco κολοφών che significa sommità, cima o finitura. Nei libri il colophon è impresso nell'ultima pagina del volume, di solito aperto dalla frase Finito di stampare. I colophon più dettagliati, tipici delle edizioni a tiratura limitata o delle opere stampate da piccole case editrici, forniscono anche una descrizione della pubblicazione dal punto di vista materiale (elencando i caratteri utilizzati, l'inchiostro, la qualità della carta e la cartiera di fabbricazione, nonché menzionando il proto e/o l'officina tipografica) e dichiarano la tiratura. Non vanno invece confuse col colophon altre informazioni, quali il copyright o il diritto d'autore, che si trovano solitamente sul retro del frontespizio.
Le scienze ausiliarie della storia sono discipline scientifiche che aiutano a valutare e utilizzare le fonti rilevanti per il lavoro storico e la scrittura della storia. L'espressione, sebbene sia tradizionale e ancora ampiamente utilizzata, può dare la sensazione di una loro svalutazione per cui sono state proposte altre espressioni come "Scienze documentarie della storia".
I Manoscritti di Frisinga o monumenti di Frisinga (in sloveno: Brižinski spomeniki) sono ritenuti i più antichi manoscritti in una lingua slava (lingua slovena) scritti utilizzando caratteri dell'alfabeto latino.
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