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Autore principale: Apollini, Marco Fabio
Pubblicazione: Firenze : Giunti, 1992
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Antonio Canova (Possagno, 1º novembre 1757 – Venezia, 13 ottobre 1822) è stato uno scultore e pittore italiano, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura e soprannominato per questo «il nuovo Fidia». Canova svolse il suo apprendistato a Venezia. Nel 1779 si trasferì a Roma dove risiedette per il resto della sua vita: sebbene viaggiasse spesso, principalmente per soggiorni all'estero o per ritornare nei luoghi natii, l'Urbe per lui rappresentò sempre un imprescindibile punto di riferimento. Intimamente vicino alle teorie neoclassiche di Winckelmann e Mengs, Canova ebbe prestigiosi committenti, dagli Asburgo ai Borbone, dalla corte pontificia a Napoleone, sino ad arrivare alla nobiltà veneta, romana e russa. Tra le sue opere più note si ricordano Amore e Psiche, Teseo sul Minotauro, Adone e Venere, Ebe, Le tre Grazie, il Monumento funerario a Maria Cristina d'Austria, la Paolina Borghese e la Venere Italica.
Il monumento funebre ad Antonio Canova è un gruppo marmoreo innalzato nel 1827 nella navata sinistra della Basilica dei Frari a Venezia. Fu eretto a memoria dello scultore Antonio Canova (1757-1822) su iniziativa del conte Leopoldo Cicognara e sul modello che lo stesso Canova aveva preparato per un monumento a Tiziano nel 1794. Le parti scultoree furono realizzate dai veneti Antonio Bosa, Bartolomeo Ferrari, Giuseppe De Fabris, Jacopo de Martini, Luigi Zandomeneghi e Rinaldo Rinaldi, scultori seguaci del Canova. All'interno del monumento è custodito il cuore dell'artista, mentre il corpo è tumulato nel Tempio Canoviano di Possagno, luogo di nascita dello scultore.
Francesco Hayez (AFI: /franˈʧesko ˈajeʦ/; Venezia, 10 febbraio 1791 – Milano, 12 febbraio 1882) è stato un pittore italiano. Passato dalla temperie neoclassica a quella romantica (della quale è stato il maggiore esponente in Italia), Hayez è stato un artista innovatore e poliedrico, lasciando un segno indelebile nella storia dell'arte italiana per esser stato l'autore del dipinto Il bacio e di una serie di ritratti delle più importanti personalità del tempo. Molte sue opere, solitamente di ambientazione medioevale, contengono un messaggio patriottico risorgimentale criptato. Dopo aver trascorso la giovinezza a Venezia e Roma, si spostò a Milano, dove entrò in contatto con Manzoni, Berchet, Pellico e Cattaneo, conseguendo numerosissimi uffici e dignità; tra queste, degna di menzione è la cattedra di pittura all'Accademia di Brera, della quale divenne titolare nel 1850.
Il neoclassicismo è una tendenza culturale sviluppatasi nel '700. Nato come reazione al tardo barocco e al Rococò e ispiratosi all'arte antica, in particolar modo quella greco-romana, fu variamente caratterizzato, ma ben riconoscibile nelle varie arti, nella letteratura, in campo teatrale, musicale e nell'architettura. La sua teorizzazione prese vita a Roma con gli scritti dell'archeologo e storico dell'arte Johann Joachim Winckelmann e del pittore e storico dell'arte Anton Raphael Mengs, mentre la costituzione di tale modello si ebbe soprattutto grazie alle scoperte e agli scavi delle antiche città di Ercolano e Pompei, alla formazione dell'archeologia come scienza e alla diffusione di pubblicazioni sulle antichità greche.
La Gipsoteca canoviana è parte del Museo Canova, situato a Possagno, Treviso, dedicato alle opere dello scultore Antonio Canova (1757-1822). Del museo fa parte anche la casa dell'artista. La Gipsoteca è ospitata in un grande edificio a forma basilicale che raccoglie modelli in gesso (gipsoteca infatti significa letteralmente "raccolta dei gessi"), bozzetti in terracotta, marmi del celebre artista. Accanto alla gipsoteca, la casa natale dell'artista raccoglie la pinacoteca (oli su tela e tempere), alcuni disegni, le incisioni delle opere e numerosi cimeli. La raccolta delle centinaia di gessi conservati nella Gipsoteca di Possagno è la testimonianza di un lavoro continuo e gravoso che Canova profondeva nelle sue opere: le statue canoviane infatti non nascevano quasi mai dalla lavorazione diretta e intuitiva del marmo, ma dopo un metodico e precisissimo studio, dal disegno all'argilla, dal gesso al marmo. Il modello in gesso, in particolare, veniva realizzato con una colata in un calco ricavato dalla precedente opera in argilla; nel gesso venivano applicate le "repère", i chiodini di bronzo tuttora visibili nelle statue di Possagno, che consentivano - con un apposito pantografo - di trasferire le misure e le proporzioni dal gesso al marmo. Nel giardino davanti alla casa, tuttora coltivato secondo le modalità e con le essenze arboree del tardo Settecento, vive ancora una grande "pignera", un Pino italico, piantato dallo stesso Canova nel 1799.
La pittura è l'arte che consiste nell'applicare dei pigmenti a un supporto per lo più bidimensionale, come la carta, la tela, la ceramica, il legno, il vetro, una lastra metallica o una parete. Il risultato è un'immagine che, a seconda delle intenzioni dell'autore, esprime la sua percezione del mondo o una libera associazione di forme o un qualsiasi altro significato, a seconda della sua creatività, del suo gusto estetico e di quello della società di cui fa parte. Chi dipinge è detto pittore o pittrice, mentre il prodotto finale è detto dipinto. Si può chiamare anche quadro solo quando realizzato su un supporto mobile, generalmente di dimensioni non molto grandi e spesso racchiuso in cornice. Essendo i pigmenti essenzialmente solidi, è necessario utilizzare un legante, chiamato medium, che li porti a uno stadio di impasto stendibile, più fluido o più denso, e che permetta anche l'adesione duratura al supporto una volta che interviene un processo di asciugamento, di presa o di polimerizzazione.
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