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Autore principale: Cinnella, Ettore
Edizione: Nuova ed. ampliata
Pubblicazione: Pisa : Della Porta, 2016
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Carmine Crocco, detto Donatelli o Donatello (Rionero in Vulture, 5 giugno 1830 – Portoferraio, 18 giugno 1905), è stato un brigante italiano, tra i più noti e rappresentativi del periodo risorgimentale. Era il capo indiscusso delle bande del Vulture, sebbene agissero sotto il suo controllo anche alcune formazioni dell'Irpinia e della Capitanata. Nel giro di pochi anni, da umile bracciante divenne comandante di un esercito di duemila uomini e la consistenza della sua armata fece della Basilicata uno dei principali epicentri del brigantaggio post-unitario nel Mezzogiorno continentale. Dapprima militare borbonico, disertò e si diede alla macchia. In seguito, combatté nelle file di Giuseppe Garibaldi, poi per la reazione legittimista borbonica, distinguendosi da altri briganti del periodo per chiara e ordinata tattica bellica e imprevedibili azioni di guerriglia, qualità che vennero esaltate dagli stessi militari sabaudi.Alto 1,75 m, dotato di un fisico robusto e un'intelligenza non comune, fu uno dei più temuti e ricercati fuorilegge del periodo post-unitario, guadagnandosi appellativi come "Generale dei Briganti", "Generalissimo", "Napoleone dei Briganti", e su di lui pendeva una taglia di 20.000 lire.Arrestato nel 1864 dalla gendarmeria dello stato pontificio, ove aveva tentato di trovar riparo, venne processato nel 1870 da un tribunale italiano. Fu condannato a morte, poi commutata in ergastolo nel carcere di Portoferraio. Durante la detenzione, scrisse le sue memorie, che fecero il giro del regno e divennero oggetto di dibattito per sociologi e linguisti. Benché una parte della storiografia dell'Ottocento e inizi del Novecento lo considerasse principalmente un ladro e un assassino, a partire dalla seconda metà del Novecento iniziò ad essere rivalutato come un eroe popolare, in particolar modo da diversi autori della tesi revisionista, anche se la sua figura rimane ancora oggi controversa.
Giuseppe Nicola Summa, detto Ninco Nanco, in dialetto aviglianese Ninghë Nanghë (Avigliano, 12 aprile 1833 – Frusci, 13 marzo 1864), è stato un brigante italiano. Uno dei più devoti luogotenenti di Carmine Crocco, era conosciuto per le sue brillanti doti di guerrigliero, per la sua freddezza e la sua brutalità, attributi che lo resero uno dei briganti più temuti del suo tempo. Come gran parte dei briganti dell'epoca, la figura di Ninco Nanco è stata rivisitata nella cultura di massa, spesso come generoso fuorilegge, alimentata dal fatto che il regio esercito represse con estrema forza le rivolte meridionali, in molti casi non facendo distinzioni tra briganti e contadini.
Il generale dei briganti è una miniserie televisiva italiana, diretta da Paolo Poeti. Il protagonista è il brigante lucano Carmine Crocco (denominato "Generale dei Briganti"), un personaggio che ha suscitato pareri opposti, tra chi lo considera un semplice bandito e chi un eroe popolare, che ha contribuito, tuttavia, alla storia del Risorgimento. La fiction, suddivisa in due puntate, è andata in onda per la prima volta su Rai 1 il 12 e 13 febbraio 2012 ed è stata prodotta per i 150 anni dell'unità d'Italia.
Giuseppe Caruso, soprannominato Zi' Beppe (Atella, 18 dicembre 1820 – Atella, 1892), è stato un brigante italiano, tra i più distintivi del brigantaggio lucano. Assieme a Giovanni "Coppa" Fortunato e a Ninco Nanco fu uno dei più spietati luogotenenti di Carmine Crocco ma, dopo essersi consegnato alle autorità sabaude nel 1863, fu anche uno dei responsabili della repressione del brigantaggio nel Vulture. Stando a quanto affermato da Crocco, Caruso uccise 124 persone in circa quattro anni di latitanza.
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Record aggiornato il: 2021-11-25T04:52:36.130Z