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Autore principale: Ghelli, Luciano
In questa voce sono elencati e analizzati i movimenti politici che si richiamano al comunismo, il cui scopo è la realizzazione di una società socialista attraverso un'azione rivoluzionaria, ritenendo che non vi sia altra via, se non in casi particolari. I movimenti che si possono ricondurre a questa definizione sono molti, vari e talvolta in contrasto tra loro. Inizialmente sono caratterizzati da un'ideologia marxista-leninista che considera prioritaria l'azione rivoluzionaria. L'organizzazione del partito s'imposta come movimento di massa all'interno del quale si deve formare una dialettica sulle iniziative e le modalità di azione. L'impostazione deve mantenere comunque saldi i principi del socialismo scientifico e l'azione internazionalista per lo scioglimento degli stati nazionali e il superamento del capitalismo. Con la vittoria, nella guerra civile russa e la conquista del potere, il partito bolscevico sovietico perde parte del suo carattere rivoluzionario per assumere una veste più burocratizzata e verticistica sotto il potere di Stalin. In questa nuova fase si formano molti partiti e movimenti che si rifanno al modello stalinista, caratterizzati per una maggior specificità da un'impronta nazionalista. Allo stesso tempo però nascono movimenti, ad esempio realtà trotskiste ma non solo, che pur richiamandosi al pensiero di Karl Marx e Lenin si contrappongono a Stalin considerandolo non solo responsabile della burocratizzazione sovietica ma anche un ostacolo alla nascita di forze genuinamente internazionaliste. La fine della seconda guerra mondiale libera l'URSS dal complesso dell'accerchiamento fondendogli una serie di stati satelliti e la possibilità di finanziare movimenti rivoluzionari comunisti e socialisti in chiave anticoloniale e antistatunitense. In questo periodo si organizzano movimenti comunisti che si distanziano dall'ideologia marxista formandone una propria o aggiungendo semplicemente un carattere di uguaglianza sociale e di proprietà statale dei mezzi di produzione a un programma di liberazione dal giogo coloniale o a una ricerca di egemonia di stampo etnico-culturale. Alcuni esempi possono essere il maoismo, il sandinismo, il lumumbismo e gran parte dei movimenti terzomondisti. Spesso lungo il loro percorso storico mutano gli obbiettivi e le modalità con le quali raggiungerli. Con la fine dell'URSS i movimenti e i partiti di ispirazione stalinista tendono a sciogliersi e a rifondarsi su basi socialiste o socialdemocratiche; i movimenti che sono sorti dalla lotta di liberazione coloniale tendono a mantenere il nome e il potere modificando i concetti comunisti aprendosi al mercato e alla libera iniziativa. Per ogni Stato si possono identificare partiti, organizzazioni stabili che partecipano alla vita politica sia in elezioni pubbliche che in clandestinità, associazioni e organizzazioni guerrigliere e terroriste, movimenti, organizzazioni instabili che mobilitano temporaneamente un certo numero di persone per influire sulla società, l'economia o la politica.
Il Partito Comunista Italiano (PCI) è stato un partito politico italiano di sinistra, nonché il più grande partito comunista dell'Europa occidentale. Venne fondato il 21 gennaio 1921 a Livorno con il nome di Partito Comunista d'Italia come sezione italiana dell'Internazionale Comunista in seguito al biennio rosso, alla rivoluzione d'ottobre e alla separazione dell'ala di sinistra del Partito Socialista Italiano guidata tra gli altri da Nicola Bombacci, Amadeo Bordiga, Onorato Damen, Bruno Fortichiari, Antonio Gramsci e Umberto Terracini al XVII Congresso del Partito Socialista Italiano.Durante il regime fascista, che dal 1926 lo costrinse alla clandestinità e l'esilio, ebbe una storia complessa e travagliata all'interno dell'Internazionale Comunista negli anni venti e trenta, al termine della quale nel 1943 divenne noto come Partito Comunista Italiano. Durante la seconda guerra mondiale assunse un ruolo di primo piano a livello nazionale, promuovendo e organizzando con l'apporto determinante dei suoi militanti la Resistenza contro la potenza occupante tedesca e il fascismo repubblicano. Il segretario Palmiro Togliatti attuò una politica di collaborazione con le forze democratiche cattoliche, liberali e socialiste, propose per primo la «via italiana al socialismo» ed ebbe un'importante influenza nella creazione delle istituzioni della Repubblica Italiana. Passato all'opposizione nel 1947 dopo la decisione di Alcide De Gasperi di estromettere le sinistre dal governo per collocare l'Italia nel blocco internazionale filo-statunitense, rimase fedele alle direttive politiche generali dell'Unione Sovietica fino agli anni settanta e ottanta, pur sviluppando nel tempo una politica sempre più autonoma e di piena accettazione della democrazia già a partire dalla fine della segreteria Togliatti e soprattutto sotto la guida di Enrico Berlinguer, che promosse il compromesso storico con la Democrazia Cristiana e la collaborazione tra i partiti comunisti occidentali con il cosiddetto eurocomunismo. Nel 1976 toccò il suo massimo storico di consenso mentre sull'onda emotiva della morte improvvisa del segretario Berlinguer nel 1984 divenne il primo partito italiano (questo evento venne definito «effetto Berlinguer»). Con la caduta del muro di Berlino e il crollo dei Paesi comunisti tra il 1989 e il 1991, si sciolse su iniziativa del segretario Achille Occhetto, dando vita a una nuova formazione politica di stampo socialdemocratico con il Partito Democratico della Sinistra mentre una parte minoritaria guidata da Armando Cossutta contraria alla svolta fondò il Partito della Rifondazione Comunista.
Le elezioni del Parlamento europeo sono elezioni politiche che nell'Unione europea hanno lo scopo di eleggere i membri del parlamento europeo. Si svolgono ogni cinque anni a suffragio universale e, con oltre 400 milioni di persone eleggibili, è considerata la seconda più grande elezione democratica del mondo.Il Parlamento europeo è l'unica istituzione europea ad essere eletta direttamente: infatti i 751 deputati che vi siedono, vengono eletti in modo diretto dal 1979. In base al risultato delle elezioni, il consiglio europeo sceglie il candidato per la presidenza della commissione europea, che dovrà ottenere la fiducia dalla maggioranza del parlamento; se il candidato ottiene la maggioranza potrà formare la commissione, altrimenti il consiglio dovrà scegliere un altro candidato. Dall'uscita del Regno Unito dall'UE nel 2020, il numero di deputati, incluso il presidente, è 705. Nessun'altra istituzione dell'UE è eletta direttamente, con il Consiglio dell'Unione europea e il Consiglio europeo legittimati solo indirettamente attraverso le elezioni nazionali. Mentre i partiti politici europei hanno il diritto di fare campagna in tutta l'UE per le elezioni europee, campagne si svolgono ancora attraverso campagne elettorali nazionali, pubblicizzando delegati nazionali da partiti nazionali.
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