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Autore principale: Archivio di Stato, Firenze
Serie: Toscana Beni librari. Inventari e cataloghi ; 9
Serie: Inventari e cataloghi toscani. Serie dell'Archivio di Stato ; 4
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 0009
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 0009
Serie: Inventari e cataloghi ; 0009
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 9/2
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 9. Serie dell'Archivio di Stato di Firenze
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 9/4
Serie: Toscana-Beni librari ; 0009,8
Serie: Toscana Beni librari. Inventari e cataloghi ; 9
Serie: Toscana-beni librari ; 9
Serie: Inventari e cataloghi toscani ; 9.7
Cosimo I de' Medici (Firenze, 12 giugno 1519 – Firenze, 21 aprile 1574) è stato il secondo ed ultimo Duca della Repubblica Fiorentina, dal 1537 al 1569, e, in seguito alla sua elevazione a Granduca di Toscana, il primo Granduca di Toscana, dal 1569 alla morte, avvenuta nel 1574. Figlio del condottiero Giovanni de' Medici, detto delle Bande Nere, e di Maria Salviati, apparteneva per via paterna al ramo cadetto dei Medici detto dei Popolani, discendente da quel Lorenzo de' Medici detto il Vecchio, fratello di Cosimo il Vecchio, il primo Signore de facto di Firenze; mentre era discendente per via materna dal ramo principale stesso, in quanto la madre era figlia di Lucrezia de' Medici, a sua volta figlia di Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze. In questo modo Cosimo I portò al potere il ramo cadetto dei Popolani e diede vita alla linea granducale.
La casata dei Medici è un'antica famiglia fiorentina, protagonista di centrale importanza nella storia d'Italia e d'Europa dal XV al XVIII secolo. I Medici ottennero, de Facto, il controllo prima della città di Firenze, e del Granducato di Toscana poi. Tranne qualche interruzione di breve durata il potere mediceo durò dal 1434, con la signoria di Cosimo il Vecchio, al 1737, con la morte di Gian Gastone, ultimo granduca. Originari della regione del Mugello, probabilmente appartenenti alla piccola nobiltà di campagna inurbata a partire dal XII secolo, inizialmente le attività dei Medici delle prime generazioni riguardarono la mercatura tessile, l'agricoltura e solo sporadicamente l'attività bancaria. Con la fondazione del Banco dei Medici, ad opera di Giovanni di Bicci, la famiglia acquistò nel tempo ricchezza e potere, divenendo finanziatrice delle realtà più influenti nel panorama politico europeo. Il Banco, ad esempio, finanziò il Papa, la conquista del Ducato di Milano da parte di Francesco Sforza, la vittoria di Edoardo di York nella Guerra delle due rose. Con l'avvento al governo di Cosimo e di suo nipote Lorenzo il Magnifico, incarnazione del principe umanista, il potere mediceo fu uno dei principali poli propulsivi del Rinascimento: i signori di Firenze erano trattati come sovrani dagli altri monarchi europei, e la vita artistica e culturale della Firenze del XV secolo era punto di riferimento per tutta Europa, grazie anche all'instancabile opera di promozione culturale svolta dal Magnifico. Politicamente, Lorenzo si premurò di conservare l'equilibrio degli Stati italiani attraverso la salvaguardia della Lega Italica promossa dal nonno, garantendo all'Italia un lungo periodo di pace interna e di sviluppo. Dopo la sua morte nel 1492, i suoi eredi non furono altrettanto capaci, contribuendo a far precipitare la Penisola nella rovinosa serie di conflitti noti come Guerre d'Italia, che segnarono la sempre maggiore marginalizzazione degli Stati italiani nell'Europa delle grandi potenze nazionali. La famiglia Medici ha espresso tre Papi della Chiesa cattolica: papa Leone X, figlio di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini, ultimo successore di Pietro ad essere semplice diacono al momento dell'elezione, portò alla corte pontificia lo splendore e i fasti tipici della cultura delle corti rinascimentali. Il 3 gennaio 1521 scomunicò Martin Lutero con la bolla pontificia Decet Romanum Pontificem. Papa Clemente VII, cugino di Leone X, negò il divorzio ad Enrico VIII d'Inghilterra e dovette subire lo Scisma anglicano. Durante il suo papato vi fu il Sacco di Roma. Entrambi i papi furono grandi mecenati nella tradizione di famiglia. Il terzo papa mediceo, Leone XI, regnò invece per meno di un mese nell'aprile del 1605. La famiglia conta anche due regine consorti di Francia: Caterina de' Medici, l'ultima discendente diretta del Magnifico, e Maria, figlia del Granduca Francesco I de' Medici e nonna di Luigi XIV, il Re Sole. Con l'avvento del Granducato nella seconda metà del XVI secolo i Medici divennero sovrani a tutti gli effetti unificando sotto il loro scettro gran parte della Toscana, con l'unica eccezione dell'indipendente Repubblica di Lucca e dello Stato dei Presidi, sotto dominazione spagnola. Il governo dei granduchi medicei fu inizialmente illuminato come quello dei loro avi: diedero impulso ai commerci, proclamarono la tolleranza religiosa con le famose Leggi livornine del 1591-1593 e furono mecenati delle arti e della scienza, patrocinando Galileo Galilei, astronomo di corte di Cosimo II de' Medici, e fondando, con il cardinale Leopoldo, l'Accademia del Cimento, la prima istituzione scientifica in Europa a promuovere il metodo sperimentale di Galileo. Il malgoverno degli ultimi granduchi e la morte senza eredi dell'ultimo sovrano mediceo Gian Gastone nel 1737, portò il Granducato nella mani di Francesco I di Lorena, marito dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, rimanendo ai loro discendenti fino all'Unità d'Italia. La sorella di Gian Gastone, Anna Maria Luisa de' Medici, ultima del ramo granducale, stipulò il "Patto di famiglia" con gli Asburgo-Lorena lasciando per testamento l'immenso patrimonio artistico alla città di Firenze. L'accordo prevedeva che i nuovi successori non potessero spostare «[...] o levare fuori della Capitale e dello Stato del Granducato, Gallerie, Quadri, Statue, Biblioteche, Gioje ed altre cose preziose, della successione del Serenissimo GranDuca, affinché esse rimanessero per ornamento dello Stato, per utilità del Pubblico e per attirare la curiosità dei Forestieri», come scrisse lei stessa. Attualmente sopravvivono solo tre rami cadetti: quello dei Medici di Ottajano, principi di Ottajano e duchi di Sarno, trapiantati a Napoli sin dal XVI secolo, quello dei Medici Tornaquinci, già marchesi di Castellina, rimasti nell'originaria Toscana, e quello dei Peruzzi de' Medici.
Cosimo III de' Medici (Firenze, 14 agosto 1642 – Firenze, 31 ottobre 1723), figlio di Ferdinando II de' Medici e di Vittoria Della Rovere, fu il penultimo Granduca di Toscana appartenente alla dinastia dei Medici. Regnò per 53 anni, dal 1670 al 1723, anno della sua morte. Il suo regno, il più lungo nella storia della Toscana, fu caratterizzato da un forte declino politico ed economico, punteggiato dalle campagne persecutorie nei confronti degli ebrei e verso chiunque non si conformasse alla rigida morale cattolica. Sposò per procura, il 18 aprile 1661, Margherita Luisa d'Orléans, cugina di Luigi XIV. Il suo fu considerato come uno dei matrimoni peggiori nella storia dei Medici: la forte diversità dei caratteri, infatti, portò Margherita Luisa prima a rifiutare ogni forma di convivenza con Cosimo e poi a tornare in Francia, dove morì. La coppia, comunque, ebbe tre figli: Ferdinando nel 1663, Anna Maria Luisa nel 1667 e Gian Gastone nel 1671. Nei suoi ultimi anni Cosimo III, di fronte al rischio concreto di estinzione della propria casata, cercò di far nominare sua figlia Anna Maria Luisa come sua erede universale, ma l'imperatore Carlo VI d'Asburgo non lo permise. Alla sua morte, nel 1723, gli succedette il figlio Gian Gastone.
Francesco I de' Medici (Firenze, 25 marzo 1541 – Poggio a Caiano, 19 ottobre 1587), figlio di Cosimo I de' Medici e della di lui prima moglie Eleonora di Toledo, fu il secondo Granduca di Toscana dal 1574 alla morte, avvenuta improvvisamente e misteriosamente nel 1587.
Palazzo Pitti è un imponente palazzo rinascimentale di Firenze. Si trova nella zona di Oltrarno, a breve distanza da Ponte Vecchio. Il nucleo originale dell'edificio risale al 1458, come residenza urbana del banchiere Luca Pitti. Il palazzo fu quindi acquistato dalla famiglia Medici nel 1549 e divenne la residenza principale dei granduchi di Toscana, prima medicei e dal 1737 Asburgo-Lorena. A seguito dell'unità d'Italia, svolse il ruolo di palazzo reale per Casa Savoia nel quinquennio in cui Firenze fu capitale del Regno d'Italia (1865-70). Nel 1919 Vittorio Emanuele III lo donò allo Stato: da allora è un museo statale. Al suo interno è infatti ospitato un importante insieme di musei: la Galleria palatina, sistemata secondo il criterio della quadreria settecentesca, con capolavori di Raffaello e Tiziano; gli Appartamenti reali, l'appartamento della Duchessa d'Aosta e il quartiere del Principe di Napoli (ordinariamente non visitabili dai turisti); la Galleria d'arte moderna (con le opere dei macchiaioli), e altri musei specializzati: il Tesoro dei granduchi, dedicato all'arte applicata; il Museo della moda e del costume, il maggiore museo italiano dedicato alla moda; il Museo delle porcellane e il Museo delle carrozze. Il palazzo è completato dal Giardino di Boboli, uno dei migliori esempi al mondo di giardino all'italiana. Dal 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali ha riunito entro un'unica amministrazione palazzo, giardino e Galleria degli Uffizi, creando le Gallerie degli Uffizi, un nuovo ente dotato di autonomia speciale.
Record aggiornato il: 2021-11-25T04:19:43.019Z