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Autore principale: Berti, Graziella
Il Museo nazionale di San Matteo è il più importante museo di pittura e scultura a Pisa, situato nella piazzetta di San Matteo in Soarta. Situato nel convento medievale di San Matteo, si affaccia sull'Arno con un elegante prospetto in stile romanico pisano ed una facciata (dove si trova l'ingresso) classicheggiante. Possiede una serie completa di opere dei principali maestri pisani e più in generale toscani dal XII al XVII secolo, oltre a reperti archeologici e ceramici. Il numero e la rilevanza delle opere qui custodite fanno del San Matteo, sito forse meno noto di quanto meriterebbe, uno dei musei più importanti d'Europa in tema di arte medioevale. Straordinaria in particolare è la collezione di opere pittoriche del territorio pisano del XII e XIII secolo. Il valore di queste opere porta sempre più gli studi storico-artistici a riconoscere che quella pisana sia stata la maggior scuola pittorica italiana sino alle soglie del XIII secolo. Dal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attività culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Toscana, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei.
I bacini ceramici delle chiese pisane sono dei recipienti in ceramica, variamente rivestiti, inglobati nelle superfici murarie esterne di edifici prevalentemente religiosi cristiani, anche se non mancano esempi di questo impiego in edifici civili, pubblici e privati. Il termine si riferisce a sole forme aperte originariamente create per scopi diversi dalla decorazione architettonica. Tra le località dove i bacini furono utilizzati per decorare le murature esterne delle chiese, quella che presenta l’attestazione più precoce e prolungata è senz'altro la città di Pisa, dove le ceramiche vennero importate da diverse località del Bacino Mediterraneo a partire dalla fine del X secolo fino al XIV secolo circa. A Pisa fino a tutto il XII secolo erano fabbricati soltanto recipienti privi di rivestimenti vetrosi e di decorazioni colorate (per questo detti “acromi”). Questi, venivano usati principalmente per la cottura delle vivande e per la loro conservazione nelle dispense, oltre che per alcuni usi legati alla mensa (ad esempio per la mescita delle bevande liquide). Dalla fine del X secolo comparvero però in città ceramiche che avevano ben altro pregio rispetto a quelle di produzione locale, tecnologicamente più avanzate, perché provviste di rivestimenti impermeabili (vetrine a base di piombo o smalti a base di stagno e piombo), ed esteticamente più gradevoli, perché arricchite di decori colorati. Queste ceramiche giunsero a Pisa grazie agli importanti commerci che la Repubblica Marinara riuscì ad instaurare e mantenere per diverso tempo in molti porti del Mediterraneo. Le ceramiche giunte in città tra il Mille e il Trecento hanno trovato due impieghi distinti. Alcune, sono state usate in casa sulla tavola, sia in forme aperte (prevalenti) sia in forme chiuse (boccali, alberelli, etc.) Altre invece, tutte forme aperte quali scodelle, catini, piatti, ciotole, ect., erano usate per ornare le murature esterne degli edifici religiosi cittadini. Fino al XII secolo sui perimetrali esterni e i campanili delle chiese pisane troviamo murati soltanto prodotti ceramici importati da varie località del Mediterraneo, che arrivarono prevalentemente dalle zone occidentali poste sotto l’influenza islamica e, soprattutto, dall’al-Andalus. Non mancano tuttavia “bacini” dalla Tunisia, dalla Sicilia islamica, dall’Egitto, dal Vicino Oriente e dall’area bizantina. Dalla fine del XII secolo inoltre vennero importate e usate come "bacini ceramici" ceramiche di produzione savonese e fabbricate in diversi centri dell’Italia meridionale peninsulare. A partire dalla prima metà del XIII secolo, infine, si usarono come bacini le “maioliche arcaiche” di fabbricazione locale. Tra la fine del XIII e i primi decenni del XIV le ceramiche utilizzate come “bacini” erano quasi esclusivamente di produzione pisana. A Pisa gli edifici più rappresentativi sui quali sono attestati "bacini ceramici" che coprono le diverse fasi cronologiche sono: San Sisto, Santa Cecilia e il campanile di San Francesco, situati a nord dell’Arno; San Martino collocato a sud; e San Piero a Grado posto fuori città, in prossimità della costa.
Le ceramiche ingobbiate e graffite di Pisa vennero prodotte tra la metà del XV fino al XIX secolo. Quest’arco temporale costituisce un momento di svolta per la produzione del vasellame prodotto in città, in quanto si assiste all’introduzione di una nuova tecnica nelle officine ceramiche che già producevano a partire dai primi decenni del Duecento maioliche arcaiche. La nuova tecnica veniva comunemente chiamata ingobbiatura e prevedeva il rivestimento del corpo ceramico essiccato con una miscela liquida a base di argille caoliniche bianche che, una volta raggiunto il giusto grado di asciugatura, poteva essere arricchita da decorazioni. Le decorazioni potevano essere graffite “a punta”, “a fondo ribassato” e “a stecca” e/o anche dipinte. Le testimonianze relative alla graffitura pervenute mostrano una tendenza produttiva che spesso privilegia gli esemplari monocromi ma non mancano esempi di arricchimento cromatico volti a far risaltare le incisioni con pennellate in verde e/o giallo (sporadicamente in bruno/violaceo). Le ceramiche ingobbiate e graffite venivano poi rivestite con una vetrina piombifera prima della seconda cottura, in modo che la superficie dei manufatti acquistasse impermeabilità e che i decori fossero protetti.
La maiolica arcaica di Pisa, prodotta a tra il XIII e la metà circa del XVI secolo, è un tipo di ceramica coperta sulla superficie principale da smalto stannifero e variamente decorata con motivi in bruno e in verde. La decorazione viene anche detta a “ramina (verde) e manganese (bruno)”. I manufatti possono essere decorati anche in solo bruno, oppure essere rivestiti dallo smalto bianco o verde lasciato privo di ulteriori arricchimenti cromatici (in questo caso il pezzo viene detto monocromo). La superficie secondaria è, invece, coperta con una vetrina piombifera incolore, giallastra oppure verde.
San Gimignano (AFI: /sanʤimiɲˈɲano/) è un comune italiano di 7 743 abitanti della provincia di Siena in Toscana. Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. Il sito di San Gimignano, nonostante alcuni ripristini otto-novecenteschi, è per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell'età comunale. Concesso con Regio Decreto del 29 aprile 1936, San Gimignano si fregia del titolo di città.
Pisa (, AFI: /ˈpisa/ o /ˈpiza/) è un comune italiano di 89 498 abitanti, capoluogo della provincia omonima in Toscana. Si inserisce in un territorio con caratteristiche omogenee, denominato area pisana, che con i vicini comuni di Calci, Cascina, San Giuliano Terme, Vecchiano e Vicopisano, arriva a formare un sistema urbano di circa 195 000 abitanti distribuiti su 475 km². Inoltre con un traffico superiore a 5 milioni di passeggeri nel 2017, Pisa ospita l'aeroporto più rilevante della Toscana, il Galileo Galilei. Secondo una leggenda Pisa sarebbe stata fondata da alcuni mitici profughi greci provenienti dall'omonima città greca di Pisa, distrutta nel VI secolo a.C in seguito alla fuga dei suoi abitanti, i quali poi si imbarcarono e casualmente raggiunsero le sponde del Tirreno dove diedero vita al nuovo insediamento. Tra i monumenti più importanti della città vi è la celebre piazza del Duomo, detta Piazza dei Miracoli, dichiarata patrimonio dell'umanità, con la Cattedrale edificata tra il 1063 e il 1118 in stile romanico pisano e la Torre pendente, campanile del XII secolo, oggi uno dei monumenti italiani più conosciuti al mondo per via della sua caratteristica inclinazione. La città è la sede di tre tra le più importanti istituzioni universitarie d'Italia e d'Europa, l'Università di Pisa, la Scuola Normale Superiore e la Scuola Superiore Sant'Anna, nonché la più grande sede del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e di altri numerosi istituti di ricerca. Il territorio comunale si affaccia direttamente sul Mar Ligure con le sue tre frazioni litoranee (Marina di Pisa, Tirrenia e Calambrone). La città di Pisa in passato fu un'importante repubblica marinara.
Fantechi Ceramiche è stata una fabbrica di ceramica di Sesto Fiorentino fondata da Egisto Fantechi. Della creatività e della corretta gestione della Fantechi, che dava lavoro a molti operai del luogo, beneficiò tutta la cittadina di Sesto.
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