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Autore principale: Museu de Angola
Pubblicazione: Luanda : [Museu de Angola], 1955
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: por, Paese: AO
L'Angola (ufficialmente la Repubblica di Angola) è uno Stato situato sulla costa occidentale dell'Africa meridionale. È il settimo stato africano per estensione e confina a nord con la Repubblica Democratica del Congo, a est con lo Zambia, a sud con la Namibia e a ovest si affaccia sull'oceano Atlantico. Fa parte del paese anche l'exclave di Cabinda situata al confine fra Repubblica Democratica del Congo e Repubblica del Congo. La capitale e maggiore città è Luanda. Il territorio dell'Angola è abitato sin dal Paleolitico, ed ha ospitato una gran varietà di gruppi etnici, tribù e regni. Lo stato nazionale dell'Angola ebbe origine dalla colonizzazione portoghese, iniziata con insediamenti costieri e trading post fondati nel XVI secolo. Nel XIX secolo gli insedianti europei iniziarono a stabilirsi nell'interno. La colonia portoghese che divenne poi l'Angola non ebbe i confini attuali fino al XX secolo, a causa della resistenza di gruppi come i Cuamato, i Kwanyama e i Bundas. Dopo una lunga rivolta anti-coloniale, fu raggiunta l'indipendenza nel 1975 come Repubblica Popolare dell'Angola marxista-leninista, uno stato monopartitico sostenuto dall'Unione Sovietica e da Cuba. La guerra civile tra il Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola al governo e gli insorgenti anti-comunisti dell'Unione Nazionale per l'Indipendenza Totale dell'Angola, sostenuti dagli Stati Uniti e dal Sudafrica, durò fino al 2002. Lo stato sovrano da allora è divenuto una repubblica costituzionale presidenziale unitaria relativamente stabile. L'Angola possiede vaste riserve minerali e di petrolio, e la sua economia è tra le più velocemente in crescita del mondo, specialmente dalla fine della guerra civile. Tuttavia, lo standard di vita rimane basso per quasi tutta la popolazione, e la speranza di vita in Angola è tra le più basse nel mondo, mentre la mortalità infantile è tra le più alte. La crescita economica angolana non è omogenea, con la maggior parte della ricchezza nazionale concentrata in un settore sproporzionatamente ridotto della popolazione.L'Angola è uno stato membro dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, dell'Opec, dell'Unione Africana, della Comunità dei Paesi di lingua portoghese e della Comunità di sviluppo dell'Africa meridionale. Si tratta di uno stato fortemente multietnico, e la popolazione di 25,8 milioni di persone appartiene a diversi gruppi tribali, che fanno riferimento a tradizioni distinte. La cultura angolana riflette secoli di dominio portoghese, in particolare nella lingua e nella Chiesa cattolica.
L'etnografia (dal greco: ethnos (έθνος) - "popolo", e grapho (γράφω) - "scrivo"; letteralmente "descrizione del popolo") è il metodo con cui operano le ricerche sul campo delle scienze etnoantropologiche. Il termine compare la prima volta nel 1767 in un libro dello storico tedesco Johann Friedrich Schöpperlin (1732-1772).Secondo la classificazione di Marcel Griaule: l'etnografia registra informazioni su diversi popoli, mentre l'etnologia costruisce, da queste descrizioni, dei sistemi coerenti. Fare etnografia significa recarsi tra coloro che si vuole studiare per un certo periodo di tempo, ed utilizzare alcune tecniche di ricerca (come l'osservazione o l'intervista) allo scopo di collezionare un insieme di dati che una volta interpretati, rendano possibile la comprensione della cultura in esame. Riti, rituali, cerimonie, norme, valori, credenze, comportamenti, artefatti, sono i principali fenomeni di interesse dell'etnografo, attraverso i quali la cultura si rende intelligibile. Sebbene il tedesco Gerhard Friedrich Müller sia considerato il padre dell'etnografia per la sua descrizione e categorizzazione di abbigliamento, religioni e rituali dei gruppi etnici siberiani compiuta dal 1733 al 1743, si ritiene che l'etnografia nasca come metodo dell'antropologia culturale sul finire del XIX secolo, quando le grandi potenze imperialiste, coinvolte nella colonizzazione diretta di gran parte dei paesi non occidentali, sviluppano specifici interessi conoscitivi in relazione alle strutture sociali e ai sistemi culturali delle popolazioni da esse controllate. I primi lavori etnografici si caratterizzano per un forte stile "realista", stile che sarà tipico dello struttural-funzionalismo, concezione che proprio a partire da queste prime esperienze sarà teorizzato negli studi antropologici seguenti i primi decenni del Novecento. Esempi di descrizioni etnografiche del periodo "classico" sono quelle di Bronisław Malinowski (Gli argonauti del Pacifico occidentale, 1922) e di E. E. Evans-Pritchard ("Stregoneria, oracoli e magia tra gli Azande", 1937; "I Nuer. Un'anarchia ordinata", 1940). Il significato del termine evolve parimenti a quello di cultura: verso gli anni sessanta e settanta del Novecento, autori come Clifford Geertz, in linea con l'epistemologia costruttivista di Peter L. Berger e Thomas Luckmann, contribuiscono a delineare il carattere riflessivo dell'etnografia postmoderna, considerata non più un metodo volto a scoprire realtà oggettive, bensì come il prodotto di una conoscenza situata. Le raccolte etnografiche hanno una lunga storia, hanno inizio con le wunderkammer e si sviluppano poi con le campagne di raccolta, dirette da antropologi; e, infine, sono confluite nella costruzione di importanti musei etnografici.
Tra le grandi città italiane Torino è una di quelle più ricche di musei artistici, storici e scientifici: vi si trovano quattro musei nazionali (museo del cinema, dell'automobile, della montagna, e del risorgimento) e numerosi altri musei di rilevanza nazionale ed internazionale, primo fra tutti il museo egizio, che ospita un'imponente collezione fra le prime al mondo. Nel 2015 il sistema museale dell'area metropolitana torinese ha accolto un totale di 4,7 milioni di visitatori. Nel 2017 la classifica "Travelers' Choice Musei" di TripAdvisor ha premiato l'Egizio (primo), il Museo nazionale del cinema (settimo) e quello dell'automobile (nono), mentre Il Giornale dell'Arte ha certificato che, in riferimento al 2016, la Venaria si è affermata come quinto museo d'Italia per numero di visitatori, l'Egizio settimo e quello del cinema nono.
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