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Edizione: Nuova ed
Pubblicazione: Montespertoli : M.I.R., [2009]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il sardo (nome nativo sardu /ˈsaɾdu/, lìngua sarda /ˈliŋɡwa ˈzaɾda/ nelle varianti campidanesi o limba sarda /ˈlimba ˈzaɾda/ nelle varianti logudoresi e in ortografia LSC) è una lingua appartenente al gruppo romanzo delle lingue indoeuropee che, per differenziazione evidente sia ai parlanti nativi, sia ai non sardi, sia agli studiosi di ogni tempo, deve essere considerata autonoma dai sistemi dialettali di area italica, gallica e ispanica e pertanto classificata come idioma a sé stante nel panorama neolatino. È parlata nell'isola della Sardegna. È classificata come lingua romanza occidentale o insulare e viene considerata da molti studiosi la più conservativa delle lingue derivanti dal latino; a titolo di esempio, lo storico Manlio Brigaglia rileva che la frase in latino pronunciata da un romano di stanza a Forum Traiani Pone mihi tres panes in bertula ("Mettimi tre pani nella bisaccia") corrisponderebbe alla sua traduzione in sardo corrente Ponemi tres panes in sa bèrtula. Sebbene la base lessicale sia quindi in massima misura di origine latina, il sardo conserva tuttavia diverse testimonianze del sostrato linguistico degli antichi Sardi prima della conquista romana: si evidenziano etimi protosardi e, in misura minore, anche fenicio-punici in diversi vocaboli, soprattutto toponimi. In età medievale, moderna e contemporanea la lingua sarda ha ricevuto influenze di superstrato dal greco-bizantino, ligure, volgare toscano, catalano, castigliano e italiano. Dal 1997 la legge regionale riconosce alla lingua sarda pari dignità rispetto all'italiano. Dal 1999 è anche tutelata dalla legge nazionale sulle minoranze linguistiche; fra le dodici minoranze in questione, quella sarda è la più robusta in termini assoluti ma è anche quella che più ha conosciuto un decremento in termini relativi.
La lingua siciliana (nome nativo sicilianu) è un idioma appartenente alla famiglia indoeuropea ed è costituito dall'insieme dei dialetti italo-romanzi parlati in Sicilia, nelle isole minori dell'arcipelago siciliano e nella propaggine meridionale della Calabria.
Le competenze chiave sono una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini che permettono di adattarsi ai costanti cambiamenti della società. (La Raccomandazione sulle competenze chiave definisce la competenza come la "combinazione di conoscenze, abilità e attitudini adeguate per affrontare una situazione particolare". Attraverso l'acquisizione di esse gli individui saranno in grado di analizzare, ragionare e comunicare in modo efficiente nel momento in cui propongono e interpretano i problemi nei diversi ambiti. Allo stesso tempo le competenze chiave sono quelle di cui tutti gli individui hanno bisogno per la realizzazione, lo sviluppo personale, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e l'occupazione. Esse servono come base per un apprendimento permanente e perciò dovranno essere acquisite durante il periodo obbligatorio di istruzione e formazione.
La provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige (Autonome Provinz Bozen – Südtirol in tedesco; provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan – Südtirol in ladino) è la più settentrionale delle province della regione Trentino-Alto Adige e d'Italia, con 533 349 abitanti e una superficie di 7398,38 km², la seconda provincia più estesa d'Italia dopo la provincia di Sassari. Assieme alla provincia autonoma di Trento e al Tirolo, costituisce l'Euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, corrispondente (con buona approssimazione) al territorio della regione storica del Tirolo, a cui è legato da motivi linguistici e culturali; inoltre, unitamente al Veneto ed al Friuli-Venezia Giulia, appartiene alla macro-area geografica del Triveneto.
Con questione della lingua greca (in neogreco γλωσσικό ζήτημα, anche abbreviato in το γλωσσικό) si intende la lunga disputa su quale dovesse essere la lingua ufficiale della nazione greca: il demotico (ovvero una standardizzazione della lingua effettivamente parlata dal popolo), o una forma di lingua "purificata" (katharèvousa) che riproducesse il greco antico. La questione si dipanò tra il XIX e il XX secolo, fino a risolversi nel 1976 con la definitiva adozione del demotico come lingua nazionale.
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