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Autore principale: Morosoli, Robustiano
Pubblicazione: Pisa : Tip. di F. Mariotti, 1895
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il referendum costituzionale in Italia del 2020 è stato indetto per approvare o respingere la legge di revisione costituzionale dal titolo "Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari". Si è trattato del quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana. Approvato in via definitiva dalla Camera l'8 ottobre 2019, il testo di legge costituzionale prevede il taglio del 36,5% dei componenti di entrambi i rami del Parlamento: da 630 a 400 seggi alla Camera dei deputati, da 315 a 200 seggi elettivi al Senato. Originariamente previsto per il 29 marzo 2020, il referendum è stato rinviato al 20 e 21 settembre a seguito della pandemia di COVID-19 in Italia. La legge di revisione costituzionale è stata approvata in doppia lettura da entrambe le Camere a maggioranza assoluta, ex articolo 138, comma 1 della Costituzione. Dal momento che in seconda deliberazione la legge non è stata approvata a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti di ciascuna camera, un quinto dei senatori ha potuto richiedere il referendum confermativo, come da comma 2 dell'articolo 138. In seconda deliberazione al Senato della Repubblica, l'11 luglio 2019, infatti, la legge è stata approvata a maggioranza assoluta senza raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi, a causa del voto contrario espresso dai senatori del Partito Democratico e di Liberi e Uguali, allora opposizione del governo Conte I, e della non partecipazione al voto di Forza Italia. Nell'ultima lettura alla Camera dei deputati, l'8 ottobre 2019, invece, ottenendo il sì di tutti i gruppi parlamentari di maggioranza e opposizione, con l'eccezione di alcune componenti del Gruppo Misto, il testo ha raggiunto la maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti. Il raggiungimento del quorum dei due terzi alla Camera è stato privo di conseguenze ai fini dell'iter di approvazione della legge. Non avendo infatti ottenuto i due terzi anche al Senato, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non è stato direttamente promulgato proprio per dare la possibilità di richiedere un referendum confermativo entro i successivi tre mesi da parte di un quinto dei membri di uno dei due rami del Parlamento, di cinquecentomila elettori o di cinque consigli regionali. Tale facoltà è stata esercitata da 71 senatori che hanno depositato la richiesta di referendum presso la Corte suprema di cassazione il 10 gennaio 2020. Il referendum non richiedeva il raggiungimento di un quorum per avere efficacia. Si è trattato del quarto referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana dopo quello del 2001, quando vinse il «sì» con un'affluenza di circa il 34%, quello del 2006, quando invece prevalse il «no» con una partecipazione del 52,5%, e quello del 2016, quando vinse il «no» con un'affluenza del 65,47%. Si è trattato nel complesso della 23ª consultazione referendaria svolta in Italia e del 73º quesito sottoposto agli elettori.
La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano, che in quanto tale occupa il vertice della gerarchia delle fonti nell'ordinamento giuridico della Repubblica: considerata una costituzione scritta, rigida, lunga, votata, compromissoria, laica, democratica e tendenzialmente programmatica, è formata da 139 articoli e di 18 disposizioni transitorie e finali.Approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 298, edizione straordinaria, dello stesso giorno, ed entrata in vigore il 1º gennaio 1948, ne esistono tre originali, uno dei quali conservato presso l'archivio storico della Presidenza della Repubblica Italiana.
Il referendum costituzionale in Italia del 2006 si tenne il 25 e 26 giugno. . Secondo referendum confermativo nella storia repubblicana, esso aveva ad oggetto la riforma, varata nella XIV legislatura su iniziativa del centro-destra, diretta a modificare sotto più profili la seconda parte della Costituzione italiana, segnatamente: Parlamento (Camere e formazione delle leggi); Presidente della Repubblica; Governo (Consiglio dei ministri e Pubblica amministrazione); Magistratura (composizione del Consiglio superiore della magistratura); Comuni, province, città metropolitane, regioni e stato; Garanzie costituzionali (composizione e ruolo della Corte costituzionale); Revisione della Costituzione (ruolo del Parlamento).La legge di revisione costituzionale, approvata a maggioranza assoluta dei membri del Parlamento, per quanto previsto dall'art. 138 della Costituzione, aveva aperto la possibilità alla richiesta di conferma da parte di uno dei tre soggetti previsti dall'articolo. Tale richiesta è pervenuta da più di un quinto dei membri di una Camera, da più di cinquecentomila elettori e da più di cinque Consigli regionali. Il referendum vide la prevalenza dei no con il 61,29%, a fronte di un'affluenza alle urne pari al 52,46%.
Il referendum costituzionale in Italia del 2016 si tenne il 4 dicembre ed ebbe ad oggetto la cosiddetta riforma costituzionale Renzi-Boschi, diretta a modificare sotto vari profili la seconda parte della Costituzione. Il disegno di legge costituzionale era stato approvato in via definitiva dalla Camera il precedente 12 aprile. La consultazione popolare vide un'affluenza alle urne pari a circa il 65% degli elettori residenti in Italia e all'estero e una netta preponderanza dei pareri contrari alla riforma, che superarono il 59% delle preferenze espresse. Non essendo previsto un quorum di votanti, la riforma sarebbe entrata in vigore se il numero dei voti favorevoli fosse stato superiore al numero dei suffragi contrari, a prescindere dalla partecipazione al voto. La proposta di riforma era stata approvata dal Parlamento con una maggioranza inferiore ai due terzi dei componenti di ciascuna camera: di conseguenza, come prescritto dall'articolo 138 della Costituzione, il provvedimento non era stato direttamente promulgato proprio per dare la possibilità di richiedere un referendum confermativo entro i successivi tre mesi, facoltà esercitata nello stesso mese di aprile 2016. Fu il terzo referendum costituzionale nella storia della Repubblica Italiana dopo quello del 2001, quando vinse il «sì» con un'affluenza di circa il 34%, e quello del 2006, quando invece prevalse il «no» con una partecipazione del 52,5%. Si è trattato nel complesso della 22ª consultazione referendaria svolta in Italia e del 72º quesito sottoposto agli elettori.
Il referendum costituzionale in Italia del 2001 si è tenuto il 7 ottobre e aveva ad oggetto la riforma del Titolo V della parte seconda della Costituzione della Repubblica Italiana. Primo referendum costituzionale nella storia repubblicana, vide la prevalenza dei sì col 64,2% dei voti, con un'affluenza attestatasi al 34,1% dei votanti.
Il diritto amministrativo è un ramo del diritto pubblico le cui norme regolano l'organizzazione della pubblica amministrazione, le attività di perseguimento degli interessi pubblici e i rapporti tra le varie manifestazioni del potere pubblico e i cittadini.
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