Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Cervantes Saavedra, Miguel: de
Serie: [BP] Gli immortali : e altri massimi scrittori / raccolta diretta da Luigi Luzzatti e Ferdinando Martini ; VOL.4-5-6
Serie: Biblioteca Universale Rizzoli ; 1161-1173
Serie: Gli immortali e altri massimi scrittori. 1. Serie ; 4-6
Serie: Scrittori stranieri tradotti
Serie: Capolavori stranieri : tradotti e annotati ad uso delle scuole / collezione diretta da Guido Manacorda e Aldo Ricci
Serie: Scrittori stranieri tradotti
Serie: Classici moderni
Serie: Collana di bei libri per fanciulli e giovinetti
Serie: Collana di bei libri per fanciulli e giovinetti
Serie: I capolavori : Collezione per ragazzi ; XXIV
Serie: I capolavori : Collezione per ragazzi ; XXIV
Serie: Biblioteca Universale Rizzoli ; 1161-1163/1164-1
Serie: Biblioteca universale Rizzoli
Serie: Biblioteca universale Rizzoli
Serie: Biblioteca Universale Mondadori
Serie: Classici in biblioteca
Serie: I capolavori illustrati ; 0003
Serie: Collana del teatro di Roma ; 19
Serie: Classici a fumetti
Serie: Giunti Ragazzi Universale. Under 14 ; 17
Serie: Giunti Ragazzi Universale. Under 14 / Collana diretta da Matteo Faglia ; 17
Serie: Giunti ragazzi universale ; 0017
Serie: Giovani lettori ; 33
Serie: La grande letteratura a fumetti ; 3
Serie: Il giornalino. La grande letteratura a fumetti ; 3
Serie: Biblioteca universale Rizzoli
Don Chisciotte della Mancia (El Ingenioso Hidalgo Don Quijote de la Mancha) è un romanzo spagnolo di Miguel de Cervantes Saavedra, pubblicato in due volumi, nel 1605 e 1615. È annoverato non solo come la più influente opera del Siglo de Oro e dell'intero canone letterario spagnolo, ma un capolavoro della letteratura mondiale nella quale si può considerare il primo romanzo moderno. Vi si incontrano, bizzarramente mescolati, sia elementi del genere picaresco sia del romanzo epico-cavalleresco, nello stile del Tirant lo Blanch e del Amadís de Gaula. I due protagonisti, Alonso Chisciano (o Don Chisciotte) e Sancho Panza, sono tra i più celebrati personaggi della letteratura di tutti i tempi. Il pretesto narrativo ideato dall'autore è la figura dello storico Cide Hamete Benengeli, di cui Cervantes dichiara di aver ritrovato e fatto tradurre il manoscritto arabo, nel quale sono raccontate le vicende di Don Chisciotte. Oltre l'artificio letterario dal forte valore parodico, l'invenzione di questo narratore inaffidabile e di altri filtri narrativi destinati a creare ambiguità nel racconto è una delle più fortunate innovazioni introdotte da Cervantes. L'opera di Cervantes fu pubblicata nel 1605 quando l'autore aveva 57 anni. Il successo fu tale che Alonso Fernández de Avellaneda, pseudonimo di un autore fino ad oggi sconosciuto, pubblicò la continuazione nel 1614. Cervantes, disgustato da questo sequel, decise di scrivere un'altra avventura del Don Quijote - la seconda parte - pubblicata nel 1615. Con oltre 500 milioni di copie, è il romanzo più venduto della storia.
Don Chisciotte è uno spettacolo teatrale del 1968, tratto dal romanzo di Miguel de Cervantes, diretto e interpretato da Carmelo Bene con la collaborazione di Leo de Berardinis. Nel 1970 un Don Chisciotte televisivo commissionato dalla Rai sfumò poiché il progetto venne ritenuto impopolare. Il cast d'eccezione contemplava, oltre a Carmelo Bene, artisti di fama come Eduardo De Filippo, il clown sovietico Popov e Salvador Dalí (scenografo).
Con romanzo picaresco (dallo spagnolo pícaro, briccone, furfante, che compare per la prima volta nella Farsa salamantina di Bartolomé Palau come picaro matriculado), si identifica generalmente una narrazione apparentemente autobiografica, fatta in prima persona e in cui il fittizio protagonista descrive le proprie avventure dalla nascita alla maturità. L'eroe è una persona di bassa estrazione sociale, generalmente un orfano nato da genitori ignoti e abbandonato a se stesso in un mondo ostile. L'iniziazione alla società è caratterizzata da un fatto sfortunato, che dà l'avvio a una serie di peripezie e di viaggi durante i quali il protagonista si imbatte in persone di varia estrazione sociale. Per sopravvivere è costretto a compiere azioni riprovevoli, come rubare, prostituirsi, uccidere. Ma venire a compromessi con un mondo che è esso stesso spietato e crudele non pregiudica l'intrinseca bontà del personaggio, che alla fine è spesso premiata col successo. Nel romanzo picaresco si è voluto prediligere il punto di vista della nascente borghesia, da un lato per la ricerca del successo da parte di un personaggio di umili origini, dall'altro per il declino dell'ideale cavalleresco-aristocratico per il quale Dio è garante di una immutabile armonia sociale, contro l'individualismo del capitalismo in ascesa.
Le mille e una notte (in arabo: ألف ليلة وليلة, ʾAlf layla wa layla; in persiano: هزار و یک شب, Hezār-o yek šab) è una celebre raccolta di racconti orientali (di origine egiziana, mesopotamica, indiana e persiana), costituita a partire dal X secolo, di varia ambientazione storico-geografica, composta da differenti autori. Il numero 1001 non va preso alla lettera. Al contrario, "mille" significa in arabo "innumerevoli" e quindi 1001 significa un numero infinito. Successivi compilatori e traduttori presero questo numero alla lettera e, dividendo e aggiungendo fiabe, arrivarono a una raccolta che ne conteneva appunto mille.È incentrata sul re persiano Shahriyār che, essendo stato tradito da sua moglie, uccide sistematicamente le sue spose al termine della prima notte di nozze. Un giorno Shahrazād, figlia maggiore del gran visir, decide di offrirsi volontariamente come sposa al sovrano, avendo escogitato un piano per placare l'ira dell'uomo contro il genere femminile. Così la bella e intelligente ragazza, per far cessare l'eccidio e non essere lei stessa uccisa, attua il suo piano con l'aiuto della sorella: ogni sera racconta al re una storia, rimandando il finale al giorno dopo. Va avanti così per "mille e una notte"; e alla fine il re, innamoratosi, le rende salva la vita. Ciascuna delle storie principali delle Mille e una notte è quindi narrata da Shahrazād e questa narrazione nella narrazione viene riprodotta su scale minori con storie raccontate dai personaggi delle storie di Shahrazād e così via. Questo espediente narrativo, che ancora oggi ha nelle Mille e una notte uno dei suoi casi d'uso più illustri, è da alcuni paragonato al metateatro, così definito da Lionel Abel nel 1963 con riferimento al ruolo di Don Chisciotte della Mancia come prototipo di personaggio autoreferenziale. Tale artificio del teatro nel teatro è spesso usato in epoca moderna, giungendo attraverso William Shakespeare fino a Luigi Pirandello. Nel 1300 Giovanni Boccaccio entra di diritto a far parte di tale gruppo portando questo tipo di racconto in Europa nel suo Decameron, dove la metanarrazione serve in molti casi a chiarire le posizioni dei protagonisti. È comunque possibile rintracciare le origini del metaracconto nella narrazione epica, per esempio alcuni canti dell'Odissea sono costituiti dai racconti fatti da Ulisse all'assemblea dei Feaci.
Record aggiornato il: 2024-04-28T01:06:54.793Z