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Autore principale: Langfelder, Mauro
Serie: Regioni nel mondo ; 1
Serie: Regioni nel mondo ; 1
Serie: Quaderno della rivista Progress
Serie: Europa Nuova ; 1
La Convenzione di Cotonou è un accordo bilaterale tra l'Unione europea e il gruppo degli stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, firmata a Cotonou, in Benin, il 23 giugno 2000. La convenzione prende il posto della precedente Convenzione di Lomé nel gestire i rapporti di cooperazione allo sviluppo tra i paesi ACP e i paesi dell'Unione europea.
Il Gruppo degli stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (abbreviato in ACP) è un'organizzazione internazionale formata dai paesi in via di sviluppo che partecipano al sistema di partenariato e cooperazione con l'Unione europea istituito dalla Convenzione di Lomé del 1975 e confermato dalla Convenzione di Cotonou del 2000.Il numero dei paesi ACP è passato da 46 nel 1975 a 79 nel 2012 (48 paesi dell'Africa subsahariana, 16 dei Caraibi e 15 del Pacifico). Oltre alla loro partecipazione allo stesso sistema di partenariato, i paesi ACP sono uniti da istituzioni comuni e da un segretariato permanente.
Il Commonwealth delle nazioni o Commonwealth (acronimo CN) è un'organizzazione intergovernativa di 54 Stati indipendenti, tutti accomunati (eccetto il Mozambico e il Ruanda) dalla passata appartenenza all'impero britannico, del quale il Commonwealth è una sorta di sviluppo su base volontaria. La popolazione complessiva degli Stati che vi aderiscono è di oltre due miliardi di persone. La parola Commonwealth deriva dall'unione di common (comune) e wealth (ricchezza), cioè ricchezza comune. In passato era noto anche come Commonwealth britannico, benché tale definizione esistette formalmente solo dalla fondazione nel 1926 fino al 1948. Il Commonwealth è il successore dell'Impero britannico e adempie ad una vasta gamma di funzioni.
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