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L'economia d'Italia, a partire dal secondo dopoguerra, ha conosciuto profondi cambiamenti strutturali, che nei decenni successivi l'hanno resa una delle maggiori potenze economiche mondiali, grazie ad un continuo processo di crescita economica durato fino alla metà degli anni novanta del XX secolo. Durante questa fase, il progressivo ridimensionamento del settore primario (agricoltura, allevamento e pesca) a favore di quello industriale e terziario (in particolare, nel periodo del boom economico, negli anni cinquanta-settanta) si è accompagnato a profonde trasformazioni nel tessuto socio-produttivo, in seguito a massicce migrazioni dal Meridione verso le aree industriali del Centro-Nord grazie anche a una nuova forte spinta all'urbanizzazione, legate alla parallela trasformazione del mercato del lavoro.La fase di industrializzazione è arrivata a compimento negli anni ottanta ed è cominciata la terziarizzazione dell'economia italiana, con lo sviluppo dei servizi bancari, assicurativi, commerciali, finanziari e della comunicazione. Negli anni 2000 l'economia italiana entra in una fase di sostanziale stagnazione, caratterizzata da una crescita estremamente bassa. Infine sul finire del decennio, come effetto della crisi economica globale, il Paese entra in un periodo di vera e propria recessione negli anni 2012 e 2013. Per il 2014 la crescita è stata dello 0,1%, per il 2015 dello 0,7%, nel 2016 ha superato lo 0,9%, nel 2017 ha raggiunto l'1,6%, nel 2018 è cresciuto dello 0,9% e nel 2019 è prevista una crescita dello 0,3%.
L'economia di comunione (EdC) coinvolge imprenditori, lavoratori, dirigenti, consumatori, risparmiatori, cittadini, studiosi, operatori economici, tutti impegnati ai vari livelli a promuovere una prassi ed una cultura economica improntata alla comunione, alla gratuità ed alla reciprocità, proponendo e vivendo uno stile di vita alternativo a quello dominante nel sistema capitalistico. In concreto l'EdC invita a: - vivere e diffondere una nuova cultura economica e civile, dai bambini agli anziani - “cultura del dare”; - formare nuovi imprenditori e imprenditori nuovi che liberamente condividano gli utili per sostenere gli scopi dell'EdC: la riduzione della miseria/esclusione, la diffusione della cultura del dare e della comunione, lo sviluppo dell'azienda e la creazione di posti di lavoro; imprenditori che concepiscano e vivano la loro impresa come vocazione e servizio al bene comune e agli esclusi di ogni latitudine e contesto sociale; - combattere le varie forme di indigenza, esclusione e miseria con una duplice inclusione: comunitaria e produttiva; siamo convinti infatti, anche per l’esperienza ormai ventennale, che non si possa curare nessuna forma di povertà non scelta senza includere le persone svantaggiate all’interno di comunità vive e fraterne, e, laddove è possibile, anche nei luoghi del lavoro, nelle imprese: finché chi può e deve lavorare non riesce ad averne l'opportunità, questi rimane sempre una persona indigente.
L'Abruzzo è riuscito nel corso degli anni a diventare la regione del meridione d'Italia più industrializzata e ha avuto notevoli miglioramenti e crescita anche a livello economico; la regione ha raggiunto e scavalcato molte regioni italiane nella specializzazione dei diversi comparti industriali ed oggi risulta la più ricca delle regioni del Meridione d'Italia.
L'economia dell'Umbria si può suddividere, al pari di tutte le altre, nei tradizionali tre settori economici: agricoltura, industria e artigianato, turismo e servizi. Nell'intera regione sono attivi oltre 230.002 lavoratori che lavorano quasi esclusivamente per piccole imprese: quasi il 95% delle imprese umbre, infatti, non supera i 10 addetti. Il tasso di disoccupazione generale è del 10,4 per cento, mentre il tasso di disoccupazione giovanile è del 31,1 per cento. La Regione Umbria sta attraversando, negli ultimi anni, una crisi economica senza precedenti, con quasi tutti gli indicatori economici in negativo, ed uno scivolamento del lavoro verso forme precarie e a basso reddito.
La Toscana (AFI: /tosˈkana/) è una regione italiana a statuto ordinario di 3 676 116 abitanti, situata nell'Italia centrale, con capoluogo Firenze. Confina a nord-ovest con la Liguria, a nord con l'Emilia-Romagna, a est con le Marche e l'Umbria, a sud con il Lazio. Ad ovest, i suoi 397 km di coste continentali sono bagnati dal Mar Ligure nel tratto centro-settentrionale tra Carrara (foce del torrente Parmignola, confine con la Liguria) e il Golfo di Baratti; il Mar Tirreno bagna invece il tratto costiero meridionale tra il promontorio di Piombino e la foce del Chiarone, che segna il confine con il Lazio.Il capoluogo regionale è Firenze, la città più popolosa (382 000 abitanti), nonché principale fulcro storico, artistico ed economico-amministrativo; le altre città capoluogo di provincia sono: Arezzo, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Pistoia, Prato e Siena. Amministra anche le isole dell'Arcipelago Toscano, oltre ad una piccola exclave situata entro i confini dell'Emilia-Romagna, in cui sono situate alcune frazioni del comune di Badia Tedalda. Il nome è antichissimo e deriva dall'etnonimo usato dai Latini per definire la terra abitata dagli Etruschi: "Etruria", trasformata poi in "Tuscia" e poi in "Toscana". Anche i confini della odierna Toscana corrispondono in linea di massima a quelli dell'Etruria antica, che comprendevano anche parti delle attuali regioni Lazio e Umbria, fino al Tevere. Fino al 1861 è stata un'entità indipendente, nota con il nome di Granducato di Toscana con una enclave costituita dalla Repubblica e poi Ducato di Lucca. Da allora ha fatto parte del Regno di Sardegna, del Regno d'Italia e successivamente della Repubblica Italiana. In epoca granducale aveva anche un inno, composto dal fiorentino Egisto Mosell ed intitolato La Leopolda. La festa regionale, istituita nel 2001, ricorre il 30 novembre, nel ricordo del suddetto giorno del 1786 in cui furono abolite la pena di morte e la tortura nel Granducato di Toscana, primo Ordinamento al mondo ad abolire legalmente la pena di morte.
Per economia – dal greco οἶκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos) "norma" o "legge" – si intende sia l'organizzazione dell'utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi, sia un sistema di interazioni che garantisce un tale tipo di organizzazione, sistema detto anche sistema economico. I soggetti che creano tali sistemi di organizzazione possono essere persone, organizzazioni o istituzioni. Normalmente si considerano i soggetti (detti anche "agenti" o "attori" o "operatori" economici) come attivi nell'ambito di un dato territorio; peraltro si tiene conto anche delle interazioni con altri soggetti attivi fuori dal territorio.
Record aggiornato il: 2021-05-26T01:36:01.847Z