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Autore principale: Bernardino:da Siena<santo>
Pubblicazione: Massarosa : Marco Del Bucchia, c1999
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese:
L'omiletica è il ramo degli studi teologici cristiani che si occupa dell'arte e della teologia della predicazione. L'arte dell'omiletica ricalca i temi pure trattati dalla retorica, cioè l'invenzione (trovare cosa dire), disposizione (sistemare il materiale), memoria (fissare nella mente ciò che si deve esporre) e esposizione. Gli antichi sermoni cristiani erano chiamati omelie, termine derivante dal latino homilia, cioè "conversazione".
Per letteratura medievale si intende l'insieme della produzione letteraria del Medioevo in Europa, vale a dire del periodo storico compreso tra la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476) e il 1492, anno della scoperta dell'America, e, in Italia, della morte di Lorenzo il Magnifico. Questa letteratura è costituita tanto da opere religiose quanto da scritti laici, e rappresenta un campo di studi vasto e complesso. Essa rivela l'esistenza di numerose forme che sono all'origine dei generi letterari moderni. Per la sua importanza e ricchezza e per il suo dilatarsi in un arco di tempo e di spazio tanto vasto, risulta difficile avvicinarsi ad essa senza semplificarla, e può essere preferibile studiarla dividendola per lingue / paesi e per generi.
Nell'attuale riflessione storiografica, per agiografia (letteralmente "scrittura di cose sante") si intende tutto il complesso delle testimonianze che costituiscono la memoria della vita di un santo e del culto a lui tributato: testi scritti, ma anche rappresentazioni iconografiche, epigrafi, monumenti e oggetti (quali vesti, oggetti sacri, ecc) di vario genere comunque finalizzati alla perpetuazione del ricordo del soggetto in questione e alla promozione della venerazione nei suoi confronti. Il fine ultimo resta l'ottenimento di una grazia mediante la sua intercessione nella preghiera, quale presupposto della fede in Dio e dell'azione morale del credente. Alle stesse reliquie è tradizionalmente attribuito un potere taumaturgico (nei Vangeli sinottici menzionato nella resurrezione della figlia di Giairo). Più comunemente, il termine va ad indicare soprattutto la produzione letteraria (analizzata anche come componente importante della libertà della letteratura cristiana), all'interno della quale è possibile distinguere i testi narrativi (Passiones, vite, raccolte di miracoli, relazioni su traslazioni di reliquie), da quelli di carattere liturgico (martirologi e calendari) e dalla produzione poetica ed innologica. Pertanto, la letteratura agiografica è considerata e studiata a tutti gli effetti come genere letterario, e parte della letteratura e storia dei popoli europei e non. Il termine agiografia, inoltre, va ad indicare anche l'insieme degli studi critici di varia natura (da quelli più propriamente storici a quelli di natura filologica e letteraria) sviluppatisi in ambito cattolico a partire dall'età moderna, inizialmente nel tentativo di rispondere alle critiche nei confronti del culto dei santi scaturite dagli ambienti riformati non solo sul piano della riflessione teologica, ma anche su quello dell'analisi storico-erudita. In seguito alla Riforma cattolica l'agiografia ha assunto un nuovo significato, senza comunque perdere quelli precedenti: “disciplina avente per oggetto la santità e il culto dei santi”. Il problema dell'attendibilità si pone negli stessi termini di ogni altra fonte, di qualsiasi epoca. La metodologia agiografica è in grado di sceverare tra le costruzioni ideali e la realtà, tra testi apologetici e narrazioni storiche.
La storia della letteratura italiana inizia nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
La pagina illustra la storia della letteratura in Abruzzo, dalle origini sino a oggi.
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