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Autore principale: Miccichè, Lino
Serie: Elementi Feltrinelli. Filosofia
La filmologia (Comp. di film e -logia, 1948) è una disciplina accademica dedicata allo studio della settima arte, mette insieme la ricerca sulle teorie del cinema, la storia del cinema e l'approccio ai film da parte dello spettatore attraverso l'ausilio di diversi ambiti di studio, in particolare la sociologia e la psicoanalisi, ma anche la semiologia, estetica e filosofia del cinema. La materia è basata sulla fondamentale divisione tra fatto filmico (il film inteso come prodotto estetico) e fatto cinematografico (il film inteso come fenomeno percettivo e sociale), andando dunque ad analizzare non solo gli aspetti narrativi-denotativi ma anche quelli estetici, storici e socio-morali del testo audiovisivo che vanno ad attribuire al film un significato concettuale-connotativo. La filmologia nasce nel 1946 in Francia per opera di Gilbert Cohen-Séat. A partire dagli anni cinquanta diventa uno dei più importanti studi interdisciplinari in ambito cinematografico. In ambiente anglosassone e internazionale questo tipo di approccio e di studio è maggiormente noto con il nome di Film Studies. A volte viene associata allo studio dei media e spesso viene comparata con gli studi sociologici sulla televisione. Essendo un'analisi in termini produttivi, narrativi, creativi e di contenuto del cinema, la disciplina esiste attraverso la ricerca e la figura dell'insegnante di filmologia è invece associata a un esperto che però formula le proprie teorie del cinema basandosi sulla sua stessa formazione e sulla sua tipologia di analisi. Per questa ragione esistono diversi punti di vista sullo studio e sull'approccio ai film (vedi Cinema e psicanalisi, Filosofia del cinema, teorie femministe del cinema...). Esistono diversi teorici del cinema ed esperti di filmologia ma tutti hanno compiuto studi nel settore umanistico, delle arti, della filosofia che hanno poi applicato ai film. Negli ultimi anni invece attraverso convenzioni e automatismi ormai stabiliti nel linguaggio cinematografico, e grazie ai nuovi studi di settore, la filmologia ha assunto un ruolo principale nella formazione di critici ed esperti di cinema.Tra le più note riviste accademiche, pubblicazioni e riviste al mondo in merito ai Film Studies vi sono Bianco e Nero (la più nota rivista accademica italiana edita dal 1937 grazie al Centro Sperimentale di Cinematografia), Sight & Sound, Screen, Cinema Journal, Film Quarterly, Journal of Film and Video e Cahiers du cinéma.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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