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Autore principale: Martino, Gaetano <1900-1967>
Pubblicazione: Firenze : F. Le Monnier, 1967
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: fre, Paese: IT
Il federalismo indica la condizione di un insieme di entità autonome, legate però tra loro dal vincolo di un patto (in latino, appunto, foedus, "patto, alleanza"). L'accezione comune del termine appartiene all'ambito politico: il federalismo è la dottrina che appoggia e favorisce un processo di unione tra diversi Stati (a volte denominati anche soggetti federali, Länder, commonwealth, territori, province, ecc.) con una Costituzione e un governo comune, ma che mantengono però in diversi settori le proprie leggi. L'unità che si viene a creare è spesso chiamata federazione (mentre quando manchino anche una Costituzione condivisa e un governo comune si parla di confederazione). I due livelli in cui è costituzionalmente diviso il potere sono distinti tra loro e sia il governo centrale, sia i singoli Stati federati, hanno sovranità nelle rispettive competenze. I sostenitori di questo sistema politico vengono chiamati federalisti. I diversi membri di questo insieme possono riconoscersi nell'autorità di un capo che li rappresenti tutti (un monarca, un capo di governo, o anche - in un contesto trascendente - una divinità), oppure convergere in un'assemblea generale. In senso più ampio, inoltre, soprattutto nel dibattito politico italiano, si parla spesso di federalismo in riferimento ad un crescente decentramento nella gestione pubblica dell'amministrazione dello Stato, in cui si vorrebbe attribuire ai singoli enti locali una maggiore autonomia nella raccolta delle imposte e nell'amministrazione delle proprie entrate e delle spese.
L'europeismo è un insieme di correnti ideali, movimenti politici e iniziative concrete volti a favorire l'integrazione dei popoli e degli Stati d'Europa in un ordinamento sovranazionale più vasto che si estenda su tutto il continente. Oggi l'europeismo si esprime prevalentemente a favore dell'Unione europea e di una sua maggiore integrazione e allargamento. Le correnti che vi si oppongono sono identificate principalmente con il termine di euroscetticismo. È un termine che racchiude in sé le norme e i valori che gli europei hanno in comune, e che trascendono l'identità nazionale o statale. Oltre ad aiutare a promuovere l'integrazione dell'Unione europea, questa dottrina fornisce anche la base per le analisi che caratterizzano la politica europea, l'economia e la società come il riflesso di un'identità condivisa. Gli oppositori a questa idea sottolineano che ci sono varie differenze tra i gruppi europei e che i fattori visti come caratteristica di questa cultura condivisa non necessariamente seguono le sue premesse.
I Radicali Italiani (RI) sono un movimento politico italiano, fino al 2017 costituente del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, che si definisce liberale, liberista e libertario.Nato nel 2001 con l'intento di proseguire incisivamente le esperienze del Partito Radicale e dei Club Pannella-Riformatori (come questi movimenti adotta la possibilità della doppia tessera, per cui gli iscritti possono essere impegnati anche in altri partiti), i contenuti della sua proposta riguardano essenzialmente la difesa dei diritti civili e della democrazia, il metodo della nonviolenza gandhiana, la laicità e la libertà religiosa, un efficace progetto di federalismo europeo, l'antimilitarismo, il liberalismo democratico, un marcato laicismo e l'anticlericalismo. La sua azione si distingue anche per il costante impegno a favore di una riforma del sistema della giustizia. Per statuto non si presenta direttamente alle competizioni elettorali, sebbene numerosi suoi esponenti si siano candidati nelle liste dell'Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella e, tra il 2006 e il 2008, nella Rosa nel Pugno. Ispirato alla tradizione federalista europea di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, a livello europeo è membro dell'ALDE. A livello internazionale è stato soggetto costituente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito fino al 2017, anno della scissione fra RI e PRT, ed è membro effettivo dell'Internazionale Liberale.
Il libertarianismo di destra, chiamato anche libertarismo di destra, capitalismo libertario, capitalismo libertariano o liberismo di destra, è una filosofia politica ed un tipo di libertarianismo che sostiene fortemente i diritti di proprietà capitalistici e difende la distribuzione sul mercato delle risorse naturali e della proprietà privata. Il termine "libertarianismo di destra" è usato per distinguere questa classe di opinioni sulla natura della proprietà e del capitale dal libertarismo di sinistra, un tipo di libertarismo che combina l'autocontrollo con un approccio egualitario alle risorse naturali. Contrariamente al libertarismo socialista, il libertarianismo di destra sostiene il capitalismo ed il libero mercato. Come la maggior parte delle forme di libertarianismo, il libertarianismo di destra sostiene le libertà civili, in particolare il giusnaturalismo, i diritti negativi e un'importante inversione del moderno Stato sociale. Come tutti i sostenitori delle ideologie affini al libertarianismo, i libertariani di destra si definiscono semplicemente "libertari" o "libertariani". Essendo il tipo più comune di libertarianismo negli Stati Uniti, il libertarianismo di destra è diventato negli USA il significato più comune di "libertarianismo" dalla fine del XX secolo, mentre storicamente e altrove continua ad essere ampiamente usato anche per riferirsi a forme di socialismo anti-Stato come l'anarchismo e più in generale comunismo libertario e socialismo libertario. Intorno al tempo di Murray Rothbard, che negli anni '60 rese popolare il termine "libertario" negli Stati Uniti, i movimenti anarco-capitalisti iniziarono a definirsi "libertariani", portando alla nascita del termine "libertariano di destra" per distinguerli. Rothbard stesso ha riconosciuto la cooptazione del termine e si vantava della sua "cattura [...] dal nemico".Il pensiero politico della destra libertariana è caratterizzato dalla rigorosa priorità data alla libertà, con la necessità di massimizzare le libertà individuali e minimizzare la portata dell'autorità pubblica. I libertari di destra in genere vedono lo Stato come la principale minaccia alla libertà. Questo anti-statalismo differisce dalle dottrine anarchiche in quanto si basa su un individualismo senza compromessi che pone poca o nessuna enfasi sulla cooperazione umana. La filosofia della destra libertariana è radicata anche nelle idee di diritti individuali ed al laissez-faire. Economicamente, i libertariani di destra non fanno distinzioni tra capitalismo e mercati liberi e vedono ogni tentativo di dettare i processi del mercato come controproducenti, enfatizzando i meccanismi e la natura autoregolante del mercato mentre ritengono evitabile l'intervento del governo e superflui ed improduttivi i tentativi di ridistribuire la ricchezza. Sebbene tutti i libertariani di destra si oppongano all'intervento del governo, esiste una divisione tra gli anarco-capitalisti, che vedono lo Stato come un male inutile e vogliono che i diritti di proprietà siano tutelati senza legge attraverso il crimine, il contratto e il diritto di proprietà generati dal mercato; e i miniarchisti, che credono invece che sia necessario uno Stato minimo, spesso indicato come un "guardiano notturno", per fornire ai suoi cittadini tribunali, forze armate e forze di polizia.Sebbene il libertarianismo di destra sia influenzato dal pensiero liberale classico, con alcuni che lo vedono come una sua variante, ci sono differenze significative tra le due ideologie. Edwin van de Haar, studioso olandese indipendente specializzato nella tradizione liberale nel pensiero politico internazionale, sostiene che "confusamente, negli Stati Uniti il termine libertarianismo è talvolta usato anche per o dai liberali classici. Ma questo maschera erroneamente le differenze tra loro". Il liberalismo classico rifiuta di dare priorità alla libertà sull'ordine e quindi non mostra l'ostilità verso lo Stato che è la caratteristica distintiva del libertarianismo. Pertanto, i libertariani di destra credono che i liberali classici favoriscano un eccessivo coinvolgimento dello Stato, sostenendo che non hanno abbastanza rispetto per i diritti di proprietà individuali e mancano di sufficiente fiducia nel funzionamento del libero mercato e nel suo ordine spontaneo. Inoltre, i libertariani di destra non sono d'accordo con i liberali classici in quanto troppo favorevoli alle banche centrali e alle politiche monetariste.
Il diritto internazionale è quella branca del diritto che regola la vita della comunità internazionale. Può essere definito come il diritto della Comunità degli Stati, quindi un diritto al di sopra di essi e dei loro ordinamenti giuridici interni. Meno corretta la definizione di diritto del rapporto tra stati, perché se è vero in senso formale che viene posto in essere tra i vari Stati, in senso materiale non è sempre indirizzato ai rapporti tra questi, ma può anche incidere all'interno delle comunità. Tra le varie tipologie di diritto internazionale possono ad esempio annoverarsi la lex mercatoria, e il diritto internazionale privato. Tipica è l'adozione, all'interno di tale branca del diritto, di accordi internazionali sotto forma di trattati internazionali.
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