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Titolo uniforme: Fondamenti di paleopatologia.
Autore principale: Giuffra, Valentina; Fornaciari, Gino
La paleopatologia studia le malattie direttamente nei resti umani del passato, scheletrici o mummificati. In questo differisce dalla storia della medicina, che prende in considerazione la storia dei medici e delle terapie, seppur anche quella delle malattie del passato ma basandosi solo su fonti storico-letterarie. Negli ultimi trent'anni la paleopatologia ha fatto molti progressi, grazie soprattutto alle innovazioni tecnologiche, come ad esempio l'uso della tomografia computerizzata come sistema non invasivo nello studio delle mummie. La paleopatologia riveste un duplice interesse: antropologico, poiché dallo studio delle malattie e della loro incidenza si posso comprendere, seppur indirettamente, gli usi e le abitudini delle popolazioni del passato; medico, poiché lo studio dell'origine e delle prime vie di trasmissione delle malattie moderne (come cancro e arteriosclerosi) suscita interesse medico. Il concetto di patocenosi è la chiave di interpretazione dei dati della paleopatologia.
Il termine "storia antica" ( o Antichità o Età Antica o Evo Antico) indica la prima età della storia ed è una delle quattro grandi epoche storiche definite dalla periodizzazione più in uso in Occidente (antica, medievale, moderna e contemporanea). Dell'antichità si è soliti distinguere una storia "preclassica" (precedente l'apparizione di fonti greco-romane) e una classica (Grecia e Roma antiche). Il termine "Storia antica" indica anche la disciplina che studia questo periodo (della durata approssimativa di 4000 anni).
Record aggiornato il: 2023-06-29T02:12:50.527Z