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Autore principale: Minelli, Alessandro
Serie: Mondo natura : collana monografica di scienze naturali
Serie: MondoNatura : collana monografica di scienze naturali
L'Endomicorriza è la simbiosi tra funghi e piante a livello radicale estremamente importante per l'assorbimento dei nutrienti da parte di queste ultime, in particolare in suoli a pH acido. A differenza delle ectomicorrize il fungo penetra all'interno delle stesse cellule radicali. Tra le endomicorrize si distinguono: Endomicorrize ericoidi - Tra piante della famiglia delle Ericaceae (Erica, Calluna, Vaccinium, Rhododendron), Epacridaceae, Empetraceae e funghi Ascomiceti e Basidiomiceti. Molti endosimbionti ericoidi non sono coltivabili, i simbionti coltivabili sono ascomiceti, spesso sterili. L'infezione delle cellule epidermiche da parte del fungo avviene direttamente all'interfaccia radice-suolo quindi sono teoricamente possibili infezioni contemporanee da parte di micobionti diversi. All'inizio degli studi questi tipo di associazione veniva considerata un'associazione molto specifica. Oggi, soprattutto con gli studi molecolari che permettono di identificare anche i miceli sterili, nuove specie fungine si aggiungono alla lista. È stato scoperto che funghi micorrizici ericoidi possono formare ectomicorrize su specie arboree (es. Piceirhiza bicolorata con diverse conifere). Endomicorrize delle Orchidee - Sono interessate oltre 20.000 specie di Orchidaceae sia epifite sia terrestri. I semi delle orchidee sono molto piccoli e hanno pochissime riserve energetiche l'embrione necessita quindi di una fonte energetica esterna per svilupparsi. Il parenchima del protocormo (stadio eterotrofo di tutte le orchidee) è colonizzato da funghi endomicorrizici che formano gomitoli fungini nelle cellule parenchimatiche. Nelle orchidee l'equilibrio della simbiosi è molto sensibile a fattori ambientali e genetici. Endomicorrize arbuscolari - Si caratterizzano per la colonizzazione attiva della radici, sia all'interno degli spazi intercellulari, sia all'interno delle cellule, dove, pur senza invadere il citoplasma, formano particolari strutture ramificate, gli arbuscoli. Gli arbuscoli instaurano un'ampia superficie di scambio con il simbionte vegetale. In particolare, nell'interfaccia della parete tra arbuscolo e citoplasma avviene la traslocazione bidirezionale di nutrienti tra i simbionti: il fungo cede soprattutto fosforo e altri elementi poco mobili, talvolta cede anche azoto, mentre la pianta cede i fotositentati e, nel caso delle leguminose, può cedere N proveniente dal processo di fissazione simbiotica con i Rizobi. Alcuni funghi arbuscolo micorrizici possono inoltre formare, all'interno della radice, le vescicole, strutture con funzione di riserva. Le endomicorrize arbuscolari si rinvengono in una pluralità di ambienti, soprattutto in quelli in cui l'incidenza della componente erbacea è predominante o la disponibilità del fosforo è bassa. Il livello di specificità nelle micorrize arbuscolari è generalmente molto basso. I funghi micorrizici arbuscolari nel suolo formano un reticolato ifale (indipendente da quello dei funghi ectomicorrizici). I funghi sono simbionti obbligati e appartengono al Phylum Glomeromycota.
La botanica (dal greco: βοτάνη [botane] = pianta), anche detta biologia vegetale o fitologia, è la disciplina della biologia che studia le forme di vita del mondo vegetale (la flora), specie in rapporto alla loro anatomia, fisiologia, utilità, classificazione ed ecologia. Gli organismi più complessi studiati dalla botanica costituiscono il regno delle Piante (o Plantæ). In passato tutto ciò che non si considerava animale veniva considerato "pianta", "vegetale". Attualmente, solo gli organismi pluricellulari autotrofi vengono considerati parte del regno Plantae: gli altri sono assegnati ai regni Monere, Protisti o Funghi.
I funghi mucillaginosi sono organismi unicellulari Acrasiomiceti (Acrasiomycota quindi cellulari) o Mixomiceti (Myxomycota quindi plasmodiali, cioè se le riserve alimentari a loro disposizione si riducono, i mixomiceti sono in grado, durante una fase del loro ciclo vitale, di aggregarsi in un'unica massa citoplasmatica, detta plasmodio eliminando le membrane cellulari divisorie; pertanto, il plasmodio risulta una cellula plurinucleare che arriva a contenere più di 100 000 nuclei). Essi sono un gruppo di strani organismi che vengono classificati tra i protisti a causa della loro somiglianza con le amebe. Sono organismi eucarioti eterotrofi che per gran parte del loro ciclo vitale si trovano sotto forma di plasmodio, un unico protoplasma plurinucleato non delimitato da pareti rigide. Si nutrono di materiale organico in decomposizione: batteri, lieviti e particelle organiche. Sono detti mucillaginosi perché formano ammassi di consistenza gelatinosa. Vivono nel terreno umido dove si nutrono di foglie morte o su tronchi di alberi in putrefazione, dove è abbastanza facile osservarli in quanto risaltano per i colori caldi, quali rosso e giallo-arancio. Hanno un ciclo vitale aplodiplonte: la generazione diploide è costituita dal plasmodio plurinucleato, mentre la generazione aploide è costituita da cellule singole. Nel momento della riproduzione sessuale il plasmodio forma uno o più corpi fruttiferi (sporocarpi con pareti spesso incrostate di calcare) nei quali la meiosi porta alla formazione di meiospore. In condizioni favorevoli le meiospore germinano, formando singole cellule aploidi, di due tipi tra loro interconvertibili: mixamebe o mixomonadi (prive di flagelli), e planociti o mixoflagellate (dotate di due flagelli di diversa lunghezza). Mixamebe e planociti possono fondersi, dando origine ad un amebozigote che può dividersi per endomitosi o fondersi con altri amebozigoti per formare il plasmodio. Il plasmodio può, in condizioni avverse, formare uno sclerozio per resistere al periodo di stress, per poi ritornare ad una normale funzionalità una volta che le condizioni ritornino favorevoli.
Record aggiornato il: 2021-11-25T02:46:28.932Z