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Autore principale: Mariotti, Mario
Serie: Il castoro letteratura
Serie: Il castoro [La Nuova Italia] ; 103-104
Luigi Mariotti (Firenze, 23 novembre 1912 – Firenze, 27 dicembre 2004) è stato un politico e ministro italiano.
Il termine catasto (derivato dalla lingua greca κατάστιχον, o κατά στίχον, "riga per riga") viene utilizzato, in senso generale, per indicare qualsiasi rilevamento sistematico di oggetti omogenei, tipicamente accompagnato da una mappa e da un registro. Generalmente è costituito dall'insieme di documenti, mappe e atti, che descrivono i beni immobili (indicando luoghi e confini), nome dei possessori, rendite, ed eventuali vincoli o diritti su di essi.
Mario Mariotti (Montespertoli, 21 settembre 1936 – Firenze, 29 marzo 1997) è stato un artista italiano.
La lettera aperta a L'Espresso sul caso Pinelli, menzionata anche come appello (o manifesto) contro il commissario Calabresi, è un documento pubblicato il 13 giugno 1971 dal settimanale L'Espresso, con cui numerosi politici, giornalisti e intellettuali chiesero la destituzione di alcuni funzionari, ritenuti artefici di gravi omissioni e negligenze nell'accertamento delle responsabilità circa la morte di Giuseppe Pinelli, precipitato da una finestra mentre era in stato di fermo presso la questura di Milano, nell'ambito delle indagini sulla strage di piazza Fontana condotte dal commissario Luigi Calabresi, che lo indicavano ingiustamente come responsabile.
L'Odissea, o meglio l'Odusia, è un poema epico attribuibile ad Omero, tradotto dal poeta Livio Andronico (abitante magnogreco di Taranto, inizialmente fatto schiavo con la conquista romana della città nel 272 a.C., liberato poi da Livio Salinatore, da cui prese il "nomen"), a lui è dovuto l'iniziale e involontario sviluppo del genere letterario epico nella cultura romana, inoltre mise in mostra la prima rappresentazione teatrale a Roma nel 240 a.C.
Le fotografie dell'Olocausto sono le oltre 2 milioni di foto scattate negli anni tra il 1933 e il 1945 che documentano le persecuzioni razziali naziste dal loro inizio fino alla liberazione e anche oltre fino alla definitiva chiusura degli ultimi campi profughi. Con una immediatezza che è pari soltanto a quella dei diari dell'Olocausto, le immagini di sofferenza, morte e sopravvivenza offrono una testimonianza diretta della vita delle persone coinvolte in quegli eventi. Tra gli autori ci sono fotografi professionisti e amatoriali, soldati, vittime, o testimoni neutrali. Alcune foto hanno raggiunto nel dopoguerra uno status iconico, come Non abbiamo dimenticato (1942), L'ultimo ebreo di Vinnitsa (1941), o Il bambino del ghetto di Varsavia (1943).
Record aggiornato il: 2025-12-25T02:44:59.971Z