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Titolo uniforme: Getto walczy. / Marek Edelman
Autore principale: Edelman, Marek
Pubblicazione: Firenze : Giuntina, 2012
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Le informazioni sulla storia antica di Varsavia provengono essenzialmente dagli scavi archeologici e da poche fonti scritte. A partire dal medioevo, sull'attuale territorio di Varsavia si trovavano alcuni piccoli borghi e centri urbani: Bródno (tra il IX e l'XI secolo); Godzisław (nel 1155 proprietà del vescovo di Płock) Solec (dal XII secolo porto deputato alla ricezione del sale trasportato per via fluviale da Cracovia). Jazdów (dal XII o dal XIII secolo) Kamion (secondo un documento del 1065 emesso per il convento di Mogilno, oggi Kamionek)La nascita di Varsavia è dovuta alla divisione della Polonia attuata dal re Boleslao III (Bolesław Krzywousty) per evitare dispute tra i suoi figli. La suddivisione portò tuttavia a un indebolimento dello stato e alle invasioni da parte dei Lituani, i quali giunsero fino alla Masovia. Per questo motivo, l'antica tratta commerciale, che andava dalla Rus' di Kiev al Mar Baltico, passando per i territori sul fiume Bug, venne deviata sul lato sinistro della Vistola: il nuovo percorso incrociava la strada che passava tra Kamion e Solec, difesa dalla vicina Jazdów. La conquista e la distruzione di questa ultima cittadina nel 1262 da parte dei Lituani pose fine al periodo d'oro di questo centro commerciale e militare, ma non fermò gli scambi economici. Venne creata una nuova tratta, posizionata più a nord sul fiume, difesa da una fortezza fondata dal duca Boleslao II di Masovia (Bolesław II Mazowiecki), nel punto dove attualmente si erge il Castello Reale di Varsavia. Non si è conservato alcun documento che precisi la localizzazione di Varsavia, ma possiamo ritenere che la città nacque a cavallo tra il XIII e il XIV secolo. I suoi fondatori furono probabilmente dei ricchi mercanti tedeschi di Toruń. Nel 1350 venne eretta una prima linea muraria, e nel 1380 una seconda. Sul finire del XIV secolo a nord della Città Vecchia, racchiusa dalle mura, si sviluppò la Città Nuova gestita da proprie autorità. In seguito all'unione tra la Polonia e la Lituania, la città iniziò rapidamente a crescere e a ingrandirsi. Nel 1406 il duca Giano I vi spostò la propria capitale, precedentemente nella città di Czersk. Con l'estinzione della casata dei duchi di Masovia, nel 1526, Varsavia e il ducato vennero poi annessi alla Corona polacca. Nel 1569 la città divenne sede del parlamento della Confederazione Polacco-Lituana ("Dieta generale del regno di Polonia e del granducato di Lituania"), e dal 1573 vi si tennero le elezioni dei re polacchi. Nel 1596, dopo l'incendio che bruciò il Castello Reale di Cracovia, venne deciso di trasferire la capitale dello stato a Varsavia. È interessante notare che questo fatto non venne sancito da nessun documento legale, e fino all'ultima spartizione della Polonia, nel 1795, Varsavia veniva semplicemente definita come città di residenza ufficiale del re. Nei decenni successivi vennero costruiti molti edifici, chiese, conventi, palazzi che conferirono alla città una struttura in parte ancora visibile oggigiorno. Nel 1643 venne eretta la "Colonna di Sigismondo" (Kolumna Zygmunta), davanti al Castello Reale, che divenne uno dei simboli della città. Il periodo di splendore della città venne interrotto dal cosiddetto Diluvio (Potop Szwedzki , o "Diluvio svedese"), ossia dalle invasioni che caratterizzarono la Guerra del Nord (1655-1660). La città venne saccheggiata e in parte distrutta. Sotto il re Giovanni III Sobieski, Varsavia tornò a rifiorire. In questo periodo venne costruita la residenza reale di Wilanów, uno dei tesori artistici della città.
Varsavia (AFI: /varˈsavja/; in polacco , [varˈʂava]) è la capitale della Polonia, situata nella parte centro-orientale del Paese nel voivodato della Masovia, sul fiume Vistola. Varsavia è la città più grande della Polonia in termini di popolazione con 1.764.615 residenti registrati nel 2017 e la sua area metropolitana di circa 3.100.844 abitanti. Si classifica al decimo posto delle città più popolose dell'Unione europea. La città è il principale centro scientifico, culturale, politico ed economico ed è anche il capoluogo del voivodato della Masovia, e costituisce al contempo comune e distretto. La storia della città risale alla fine del XIII secolo. A quel tempo era una piccola città di pescatori. Nel 1569, il re Sigismondo III trasferì la sua corte insieme alla capitale della Polonia da Cracovia a Varsavia. Una volta descritta come la "Parigi del Nord", Varsavia fu considerata una delle città più belle del mondo fino alla Seconda Guerra Mondiale. Bombardata all'inizio dell'invasione tedesca nel 1939, la città resistette. Le deportazioni della popolazione ebraica nei campi di concentramento portarono alla Rivolta del ghetto di Varsavia nel 1943 e alla distruzione del ghetto dopo un mese di combattimenti. Una rivolta generale a Varsavia tra agosto e ottobre 1944 portò a ulteriori devastazioni. Varsavia ha acquisito il nuovo titolo di "città fenice" a causa della sua lunga storia e ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, che aveva lasciato in rovina più dell'85% degli edifici. Varsavia è la sede di Frontex, l'agenzia europea della guardia di frontiera e costiera. Varsavia è anche una delle città metropolitane più dinamiche d'Europa. Nel 2012 l'Economist Intelligence Unit ha classificato Varsavia come la 32ª città più vivibile al mondo. Nel 2017 la città è arrivata 4ª nella categoria "Business-friendly" e 8a in "Capitale umano e stile di vita". Inoltre è stata classificata come una delle città più vivibili dell'Europa centrale e orientale. Il centro storico di Varsavia è stato inserito nel 1980 tra i patrimoni dell'umanità dall'UNESCO. È la parte più antica della città ed è anche la principale attrazione turistica con la Colonna di Sigismondo, il Barbacane e il Castello Reale.
Il Patto di Varsavia del 1955, detto anche Trattato di Varsavia (in russo: Варшавский договор?, traslitterato: Varšavskij dogovor) ed ufficialmente Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza (in russo: Договор о дружбе, сотрудничестве и взаимной помощи?, traslitterato: Dogovor o družbe, sotrudničestve i vzaimnoj pomošči), è stata un'alleanza militare tra gli Stati socialisti del Blocco orientale nata come contrapposizione all'Organizzazione del Trattato dell'Atlantico del Nord (NATO), quest'ultima fondata nel 1949. Per 36 anni, la NATO ed il Patto di Varsavia non si sono mai scontrati direttamente in Europa: gli USA e l'URSS assieme ai rispettivi alleati implementarono politiche strategiche mirate al contenimento dell'avversario sul territorio europeo, mentre lavorarono e combatterono per l'influenza sul piano internazionale partecipando a conflitti come la Guerra di Corea, Guerra del Vietnam, Conflitto arabo-israeliano, Invasione della baia dei Porci, la Guerra sporca, la Guerra cambogiano-vietnamita e altri conflitti.
Il ghetto ebraico di Varsavia (in tedesco Jüdischer Wohnbezirk in Warschau) fu istituito dal regime nazista il 16 ottobre 1940 nella città vecchia di Varsavia. Con i suoi 450.000-500.000 abitanti fu il più grande tra i ghetti nazisti in Europa. Il quartiere Nalewki, pieno di condomini e privo di spazi verdi, era la zona tradizionalmente abitata dalla comunità ebraica di Varsavia, allora la più numerosa al mondo dopo quella di New York. Oltre al polacco, vi si parlavano l'yiddish, l'ebraico e il russo (dagli ebrei che erano fuggiti dalla Russia). Prima dell’invasione tedesca della Polonia nel settembre 1939, nella zona abitavano anche non-ebrei e gli ebrei avevano piena libertà di spostarsi e stabilirsi anche negli altri quartieri della città. Sotto il Governatorato Generale Tedesco, l’istituzione del ghetto come luogo esclusivo di residenza coatta della popolazione ebraica locale fu il primo passo nel processo che avrebbe portato nel giro di pochi anni allo sterminio della quasi totalità dei suoi abitanti.
La rivolta di Varsavia (in polacco: Powstanie Warszawskie) fu l'azione insurrezionale dell'Esercito nazionale polacco che fra il 1º agosto ed il 2 ottobre 1944 combatté contro le truppe tedesche di occupazione allo scopo di liberare la città di Varsavia prima dell'arrivo dell'Armata Rossa sovietica, giunta ormai alle porte della capitale polacca dopo le grandi vittorie dell'offensiva d'estate sul fronte orientale. L'insurrezione ottenne inizialmente alcuni successi e mise in difficoltà la guarnigione tedesca, ma proprio nei primi giorni della rivolta le Panzer-Division della Wehrmacht passarono al contrattacco sul fronte della Vistola e bloccarono e respinsero a Radzymin e Wolomin le unità corazzate sovietiche della 2ª Armata carri della Guardia che erano giunte nel sobborgo varsaviano di Praga. I rivoltosi quindi non poterono contare sull'atteso aiuto delle forze sovietiche e dovettero affrontare la violentissima repressione organizzata dal comando tedesco con l'intervento di brutali unità specializzate delle SS. Dopo due mesi di sanguinosi combattimenti, la rivolta venne annientata e i tedeschi distrussero Varsavia. Le cause del tragico fallimento dell'insurrezione, spietatamente schiacciata dalle forze tedesche, vengono principalmente ricondotte da alcune correnti storiografiche al mancato soccorso ai rivoltosi da parte di Stalin, deciso a far fallire la rivolta e a indebolire le forze nazionaliste polacche fedeli al governo in esilio a Londra, ma sono tuttora materia di vivaci diatribe storico-politiche.
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