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Autore principale: Ghirlandaio, Domenico
Serie: I maestri del colore ; 156
Serie: I maestri del colore / direttore responsabile Dino Fabbri ; 156
Serie: Chefs-d'oeuvre de l'art. Grands peintres ; 119
Serie: I classici dell arte ; 61
Serie: I classici dell'arte ; 61
Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (Firenze, 2 giugno 1448 – Firenze, 11 gennaio 1494), è stato un pittore italiano. Operò soprattutto nella città natale, divenendo tra i protagonisti del Rinascimento all'epoca di Lorenzo il Magnifico. Verso il 1480 in particolare divenne di fatto il ritrattista ufficiale dell'alta società fiorentina, grazie al suo stile preciso, piacevole e veloce. Capo di una nutrita ed efficiente bottega, in cui mosse i primi passi nel campo dell'arte anche il tredicenne Michelangelo Buonarroti, è ricordato soprattutto per i grandi cicli affrescati, quali alcune scene della Cappella Sistina a Roma, la Cappella Sassetti e la Cappella Tornabuoni nella sua città natale. Domenico fece parte della cosiddetta "terza generazione" del Rinascimento fiorentino, assieme a maestri quali Verrocchio, i fratelli del Pollaiolo (Antonio e Piero) e il giovane Sandro Botticelli. I suoi fratelli David e Benedetto furono pure valenti pittori attivi nella sua bottega, così come il cognato Sebastiano Mainardi da San Gimignano. Anche il figlio Ridolfo fu un importante pittore, attivo nella Firenze tardo-rinascimentale.
David Ghirlandaio, noto anche come Davide e col cognome originario di Bigordi (Firenze, 1452 – 1525), è stato un pittore italiano, contemporaneo di Botticelli e di Filippino Lippi. I suoi fratelli furono Benedetto Ghirlandaio (1458-1497) e, il più famoso, Domenico Ghirlandaio (1449-1494) entrambi pittori, così come lo è stato il nipote Ridolfo del Ghirlandaio (1483-1561). Davide fu soprattutto un assistente di suo fratello Domenico, alla morte del quale assunse la guida della bottega, curando anche la formazione del figlio di Domenico, Ridolfo. Si distinse nella decorazione a mosaico della cattedrale ad Orvieto, e sue opere a mosaico restano anche nel duomo di Firenze (lunetta dell'Annunciazione) e sulla facciata della basilica della Santissima Annunziata, sempre a Firenze. Lavorò anche a Roma sotto Sisto IV, decorando ad affresco le lunette della Biblioteca Sistina.
Domenico Bigordi, detto il Ghirlandaio (Firenze, 2 giugno 1448 – Firenze, 11 gennaio 1494), è stato un pittore italiano. Operò soprattutto nella città natale, divenendo tra i protagonisti del Rinascimento all'epoca di Lorenzo il Magnifico. Verso il 1480 in particolare divenne di fatto il ritrattista ufficiale dell'alta società fiorentina, grazie al suo stile preciso, piacevole e veloce. Capo di una nutrita ed efficiente bottega, in cui mosse i primi passi nel campo dell'arte anche il tredicenne Michelangelo Buonarroti, è ricordato soprattutto per i grandi cicli affrescati, quali alcune scene della Cappella Sistina a Roma, la Cappella Sassetti e la Cappella Tornabuoni nella sua città natale. Domenico fece parte della cosiddetta "terza generazione" del Rinascimento fiorentino, assieme a maestri quali Verrocchio, i fratelli del Pollaiolo (Antonio e Piero) e il giovane Sandro Botticelli. I suoi fratelli David e Benedetto furono pure valenti pittori attivi nella sua bottega, così come il cognato Sebastiano Mainardi da San Gimignano. Anche il figlio Ridolfo fu un importante pittore, attivo nella Firenze tardo-rinascimentale.
Ridolfo del Ghirlandaio (Firenze, 4 febbraio 1483 – 1561) è stato un pittore italiano, figlio di Domenico Ghirlandaio.
La cappella Tornabuoni è la cappella maggiore della basilica di Santa Maria Novella a Firenze. Contiene uno dei più vasti cicli di affreschi di tutta la città, realizzato da Domenico Ghirlandaio e bottega dal 1485 al 1490.
La Breve ma veridica storia della pittura italiana è un saggio di Roberto Longhi sulla storia dell'arte italiana. L'opera fa parte delle opere giovanili dello studioso, ma riveste una grande importanza nel panorama storico-critico dell'arte europea per le nuove idee che vi si trovano pubblicate, che si ritrovano negli scritti successivi di Longhi e influenzarono tutta la critica successiva.
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