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Fa parte di: Padri e figli nel secolo che muore
Serie: Rassegna bibliografica ; a. 5, n. 4, ott.-dic 2004
Serie: Rassegna bibliografica ; a. 6, n. 4, ott.-dic 2005
Serie: Rassegna bibliografica ; a. 6, n. 4, ott.-dic 2005
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia (Convention on the Rights of the Child) fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989. Essa esprime un consenso su quali sono gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia. Tutti i paesi del mondo (ad oggi aderiscono alla Convenzione 194 Stati), ad eccezione degli Stati Uniti, hanno ratificato questa Convenzione. La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. L'ultimo paese ad aver ratificato la convenzione è stato la Somalia. La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini; è composta da 54 articoli. La creazione della Convenzione è ricordata ogni anno, il 20 novembre, con la commemorazione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
La giornata mondiale dell'infanzia è una data commemorativa per celebrare ogni anno i diritti dei bambini e degli adolescenti, che varia da paese a paese. Istituita per la prima volta nel 1954 come Giornata universale dell'infanzia, viene festeggiata il 20 novembre per commemorare la Dichiarazione dei diritti del fanciullo approvata durante l'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1959. È inoltre la data in cui, nel 1989, le Nazioni Unite adottarono la Convenzione sui diritti dell'infanzia.Un primo strumento nella direzione dei diritti del bambino fu la "Convenzione sull'età minima" adottata dalla "Conferenza internazionale del lavoro" nel 1919. Ma la prima vera attestazione avviene nel 1924 con la Dichiarazione di Ginevra durante la "Conferenza mondiale sul benessere dei bambini", quando la quinta assemblea generale della Società delle Nazioni ratifficò la "Dichiarazione dei diritti del bambino". Dal 1950, la giornata si celebra il 1º giugno nella maggior parte dei paesi ex-comunisti e postcomunisti.Tutti i paesi del mondo (ad oggi sono vincolati giuridicamente alla Convenzione 196 Stati), ad eccezione degli Stati Uniti, hanno ratificato questa Convenzione. La Convenzione è stata ratificata dall'Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. L'ultimo paese ad aver ratificato la convenzione è stato la Somalia. La Convenzione è uno strumento giuridico e un riferimento a ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini; è composta da 54 articoli.
La Dichiarazione dei diritti del fanciullo è un documento redatto a Ginevra il 23 febbraio 1923 dalla Società delle Nazioni in seguito alle conseguenze prodotte dalla Prima guerra mondiale sui bambini. Venne adottata dall'Assemblea Generale della Società delle Nazioni nel 1924.
I Profeti minori (detti anche i dodici profeti) sono gli autori di dodici libri profetici della Bibbia, considerati un unico libro nella Tanakh dagli ebrei (Libro dei dodici) e contati separatamente nell'Antico Testamento dai cristiani. Sono definiti "minori" per la brevità dei loro libri in contrapposizione con quelli degli altri autori di libri profetici, detti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele e Daniele, quest'ultimo, però, considerato tale solo nella tradizione cristiana. La dicitura di ambiente ebraico è תרי עשר (tərê ʿaśar, 'i dodici' in aramaico), quella greca Μικροί προφήτες (mikròi profétes, 'profeti minori') o Δωδεκαπροφήτον (Dodekaproféton, 'dodici profeti'). L'ordine dei dodici libri nel testo masoretico (e perciò nelle bibbie ebraiche, cattoliche e protestanti) è: Nella Bibbia dei LXX, invece, il libro di Gioele è collocato al quarto posto e quello di Michea al terzo. Questo ordine è tuttora seguito dai cristiani ortodossi. L'ordine segue approssimativamente la cronologia della vita dei profeti, non l'ordine di redazione dei testi. I primi sei profeti (tranne Gioele) risalgono al periodo assiro antico. La collocazione di Gioele subito prima di Amos, anche in assenza di riferimenti biografici, è motivata dalla concordanza di Amos 1.1-2 con Gioele 4,16. Il Libro di Amos descrive «le visioni riguardo a Israele, al tempo di Ozia re della Giudea, e al tempo di Geroboamo figlio di Ioas, re di Israele, due anni prima del terremoto», collocandosi in un'età successiva alla seconda metà dell'VIII secolo a.C. I successivi tre profeti vissero nel tardo periodo assiro e gli ultimi tre in età persiana. La redazione finale dei testi risale al periodo persiano (538-332 a.C.), tranne il caso del libro di Giona (libro di cui Giona è il principale personaggio, non l'autore) risalente al periodo ellenistico. In Atti 7:51-53, santo Stefano protodiacono e martire afferma che tutti profeti furono uccisi e perseguitati da una parte dei padri degli Ebrei.
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