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Autore principale: GERMANI, Sergio G.
Serie: Il castoro cinema [La Nuova Italia] ; 84
Serie: Il Castoro Cinema / diretto da Fernaldo Di Giammatteo ; 84
Mario Camerini (Roma, 6 febbraio 1895 – Gardone Riviera, 4 febbraio 1981) è stato un regista e sceneggiatore italiano.
Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 – Tellaro, 19 giugno 1999) è stato uno scrittore, giornalista, saggista, regista, sceneggiatore e autore televisivo italiano.
Il signor Max è un film del 1937 diretto da Mario Camerini, aiuto regista Mario Soldati, con musiche di Renzo Rossellini, dirette da Ugo Giacomozzi, direttore fotografia Anchise Brizzi, fonico Vittorio Trentino. Il costumista Gino Carlo Sensani oltre che dei costumi, si è occupato anche dell'arredamento, collaborando logicamente con lo scenografo Gastone Medin. Il film è stato girato negli stabilimenti di Cinecittà.
I promessi sposi è un celebre romanzo storico di Alessandro Manzoni, ritenuto il più famoso e il più letto tra quelli scritti in lingua italiana. Preceduto dal Fermo e Lucia, spesso considerato romanzo a sé, fu pubblicato in una prima versione nel 1827 (detta "ventisettana"); rivisto in seguito dallo stesso autore, soprattutto nel linguaggio, fu ripubblicato nella versione definitiva fra il 1840 e il 1842 (detta "quarantana"). Ambientato tra 1628 e il 1630 in Lombardia, durante il dominio spagnolo, fu il primo esempio di romanzo storico della letteratura italiana. Il romanzo si basa su una rigorosa ricerca storica e gli episodi del XVII secolo, come ad esempio le vicende della monaca di Monza (Marianna de Leyva y Marino) e la Grande Peste del 1629–1631, si fondano su documenti d'archivio e cronache dell'epoca. Il romanzo di Manzoni viene considerato non solo una pietra miliare della letteratura italiana - in quanto è il primo romanzo moderno di questa tradizione letteraria - ma anche un passaggio fondamentale nella nascita stessa della lingua italiana. I promessi sposi, inoltre, sono considerati l'opera più rappresentativa del romanticismo italiano e una delle massime della letteratura italiana per la profondità dei temi (si pensi alla filosofia della storia in cui, cristianamente, opera l'insondabile Grazia divina nella Provvidenza). Inoltre, per la prima volta in un romanzo di tale successo, i protagonisti sono gli umili e non i ricchi e i potenti della storia. Il romanzo, infine, per la sua popolarità presso il grande pubblico e per il vivace oggetto d'interesse da parte della critica letteraria tra XIX e XX secolo, è stato rielaborato in forme artistiche, che vanno dalla rappresentazione teatrale al cinema, dall'opera lirica alla fumettistica.
Gli uomini, che mascalzoni... è un film del 1932, diretto da Mario Camerini. Presentata alla prima edizione della Mostra del cinema di Venezia, «questa commedia comico-sentimentale profumata di giovinezza e raccontata con garbo» all'epoca riscosse un clamoroso successo, non solo in Italia. Lanciò come divo cinematografico Vittorio De Sica, fino ad allora attore di teatro leggero, rese celebre la canzone Parlami d'amore Mariù, cantata in una sequenza del film dallo stesso De Sica, e rappresentò un'importante innovazione nel cinema italiano dell'epoca, per la scelta rivoluzionaria di girare in esterni invece che negli ambienti ricostruiti nei teatri di posa.Dopo questa prima collaborazione, Camerini e De Sica lavorarono insieme in una serie di fortunate commedie sentimentali, tra cui Il signor Max (1937) e I grandi magazzini (1939). Nel 1953 il film ha avuto un remake, poco fedele, Gli uomini, che mascalzoni!, con Walter Chiari nel ruolo del protagonista.
Cinematografo è un album-raccolta del 2010 che contiene 12 brani interpretati dal cantante Mario Merola.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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