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Autore principale: Della Casa, Stefano
Mario Monicelli (Roma, 16 maggio 1915 – Roma, 29 novembre 2010) è stato un regista, sceneggiatore e scrittore italiano. Monicelli è stato uno dei più celebri registi italiani della sua epoca. Insieme a Dino Risi e Luigi Comencini, fu uno dei massimi esponenti della commedia all'italiana, che contribuì a rendere nota anche all'estero con film come I soliti ignoti, La grande guerra, L'armata Brancaleone e Amici miei. Candidato per sei volte al Premio Oscar (due volte per la migliore sceneggiatura originale, quattro volte per il miglior film straniero), nonché vincitore di numerosi premi cinematografici, nel 1991 ricevette il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.
Tomaso Monicelli (Ostiglia, 10 febbraio 1883 – Roma, 25 maggio 1946) è stato un giornalista, drammaturgo, critico teatrale, traduttore, scrittore e curatore editoriale italiano, padre del regista Mario e degli scrittori Franco, Furio e Giorgio.
Giorgio Monicelli (Tradate, 21 maggio 1910 – Milano, 2 novembre 1968) è stato un traduttore, curatore editoriale e partigiano italiano, fratellastro maggiore del regista cinematografico Mario. Fondatore di Urania nel 1952 e ideatore della parola "fantascienza" (parola d'autore creata con un calco linguistico dell'inglese science fiction), è considerato colui che ha introdotto il genere in Italia. Ha utilizzato anche gli pseudonimi di Tom Arno e Patrizio Dalloro.
Furio Monicelli (Roma, 1924 – Milano, 26 novembre 2011) è stato uno scrittore italiano. Era fratello minore del regista Mario Monicelli.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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