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Autore principale: Minto, Antonio
Marsiliana d'Albegna è una frazione del comune italiano di Manciano, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
La fibula Corsini è un reperto archeologico etrusco ritrovato nella necropoli della Banditella, presso Marsiliana d'Albegna, nella provincia di Grosseto, e conservato al museo archeologico nazionale di Firenze. Si tratta di una fibula, ovvero una spilla, utilizzata per assicurare le vesti sulle spalle e alla vita, databile al VII secolo a.C.; decorata a granulazione in argento e oro laminato, è uno dei più interessanti esempi pervenutici di oreficeria etrusca. Lungo l'arco e sul fodero sono scolpite figure di animali, ovvero piccole anatre e leoni. La spilla doveva appartenere a una figura di alto rango dell'aristocrazia etrusca, non solo per l'ottima fattura del manufatto, ma anche per essere stata ritrovata sepolta al centro di un cerchio di pietre vicino ai resti di un carro da guerra e un ricco corredo funerario composto da vasi di bronzo. Prende il nome da Tommaso Corsini, principe e senatore del Regno d'Italia, nonché proprietario della tenuta della Marsiliana, che scoprì la necropoli nel 1908 e ne promosse gli scavi.
La necropoli della Banditella è un sito archeologico etrusco situato nei pressi di Marsiliana d'Albegna, nel comune di Manciano, nella provincia di Grosseto, in Toscana. Il sito fu scoperto casualmente nel 1908 dal principe Tommaso Corsini, proprietario della tenuta della Marsiliana, il quale promosse una serie di scavi riportando alla luce una necropoli di epoca orientalizzante (dalla fine dell'VIII al VI secolo a.C.). Sono state rinvenute centonove sepolture, costituite da gruppi di tombe a fossa circondate da circoli di pietre. I ritrovamenti più importanti sono avvenuti nel "circolo della fibula", nel quale venne rinvenuta una fibula d'oro decorata con la tecnica della granulazione (la fibula Corsini, capolavoro dell'oreficeria etrusca del VII secolo a.C., conservata nel museo archeologico nazionale di Firenze) e nel "circolo degli avori", da cui proviene una tavoletta di avorio usata per la scrittura, con inciso l'alfabeto etrusco più antico che si conosca (la tavoletta di Marsiliana del VII secolo a.C., conservata al museo archeologico nazionale di Firenze). Nuove ricerche sono state condotte a partire dal 2002 dall'università di Siena nell'ambito del progetto di ricerca "Caratteri insediativi e architettura funeraria a Marsiliana d'Albegna".
Gli scavi archeologici di Pompei hanno restituito i resti della città di Pompei antica, presso la collina di Civita, alle porte della moderna Pompei, seppellita sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Ercolano, Stabia e Oplonti. I ritrovamenti a seguito degli scavi, iniziati per volere di Carlo III di Borbone, sono una delle migliori testimonianze della vita romana, nonché la città meglio conservata di quell'epoca. La maggior parte dei reperti recuperati (oltre a semplici suppellettili di uso quotidiano anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola quantità anche nell'Antiquarium di Pompei; proprio la notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l'arte della vita di oltre due millenni fa. Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori, per la precisione 3 209 089, risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino. Nel 1997, per preservarne l'integrità, le rovine, gestite dal Parco Archeologico di Pompei, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Record aggiornato il: 2025-09-12T02:11:45.118Z