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Titolo uniforme: Le metier de sociologue
Autore principale: Bourdieu, Pierre
Serie: Ipotesi di cultura ; 15
Serie: Ipotesi di cultura [Guaraldi] ; 15
Serie: Ipotesi di cultura ; 15
Karl Emil Maximilian Weber (in tedesco: ['maks 've:bɐ]; Erfurt, 21 aprile 1864 – Monaco di Baviera, 14 giugno 1920) è stato un sociologo, filosofo, economista e storico tedesco. Considerato uno dei padri fondatori dello studio moderno della sociologia e della pubblica amministrazione, cominciò la sua carriera accademica all'Università Humboldt di Berlino; successivamente lavorò all'Università Albert Ludwigs di Friburgo, all'Università di Heidelberg, all'Università di Vienna e all'Università di Monaco di Baviera. Personaggio influente nella politica tedesca del suo tempo, fu consigliere dei negoziatori tedeschi durante il trattato di Versailles (1919) e della commissione incaricata di redigere la Costituzione di Weimar. Larga parte del suo lavoro di pensatore e studioso riguardò la razionalizzazione nell'ambito della sociologia della religione e della sociologia politica, ma i suoi studi diedero un contributo importante anche nel campo dell'economia. La sua opera più famosa è il saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, con il quale cominciò le sue riflessioni sulla sociologia della religione. Weber sosteneva che la religione fosse una delle ragioni non esclusive per cui le culture dell'Occidente e dell'Oriente si sono sviluppate in maniera diversa, e sottolineava l'importanza di alcune particolari caratteristiche del Protestantesimo ascetico che portarono alla nascita del capitalismo, della burocrazia e dello Stato razionale e legale nei paesi occidentali. In un'altra sua importante opera, La politica come professione (Politik als Beruf; da notare che in tedesco Beruf significa anche "vocazione"), Weber definì lo Stato come "quella comunità di uomini che [...] pretende per sé (con successo) il monopolio dell’uso legittimo della forza fisica": una definizione divenuta centrale nello studio delle moderne scienze politiche in Occidente.
La borghesia è una delle classi sociali nelle quali, secondo alcune scuole di pensiero socio-economico occidentali (in particolare il marxismo), viene suddivisa la società capitalista: in origine, rappresentava il ceto intermedio tra la nobiltà terriera e il proletariato. Già alla fine del medioevo nelle città era la classe che esercitava arti e mestieri, attività professionali, commerciali o produttive, e la cui ascesa ha coinciso con il declino della società feudale, portando alle grandi rivoluzioni industriali e politiche del ’600 e del ’700 (epoca moderna).
Il lavoro è un'attività produttiva, che implica la messa in atto di conoscenze rigorose e metodiche, intellettuali e/o manuali, per produrre e dispensare beni e servizi in cambio di compenso, monetario o meno, importante argomento di studio sia delle scienze sociali (sociologia, politica, diritto, economia) che delle scienze astratte e naturali (fisica e geografia). Si tratta di un servizio utile che si rende alla società, e prevede la concessione sistematica al pubblico di un bene in cambio di un altro, in forma di compenso non sempre monetario. Nel mondo moderno l'attività lavorativa viene esplicata con l'esercizio di un mestiere o di una professione e ha come scopo la soddisfazione dei bisogni individuali e collettivi. Dal punto di vista giuridico si distingue il lavoro subordinato da quello autonomo e parasubordinato con caratteristiche intermedie tra i primi due.
Pierre Bourdieu (Denguin, 1º agosto 1930 – Parigi, 23 gennaio 2002) è stato un sociologo, antropologo, filosofo e accademico francese. Bourdieu è considerato come uno dei sociologi più importanti della seconda metà del XX secolo. Per il suo impegno nel dibattito pubblico, negli ultimi anni della sua vita è stata una delle figure più importanti della vita intellettuale francese. Il suo pensiero ha esercitato un'influenza considerevole all'interno delle scienze umane e sociali, in particolare sulla sociologia francese del dopoguerra. Il suo quadro teorico ha avvicinato il suo pensiero ad una visione deterministica del sociale che ha sempre difeso. La sua opera sociologica è dominata da un'analisi dei meccanismi di riproduzione delle gerarchie sociali. Bourdieu insiste sull'importanza dei fattori culturali e simbolici all'interno di questa riproduzione, criticando al contempo il primato attribuito dall'analisi marxista ai fattori economici. Bourdieu sostiene che la capacità degli agenti sociali in posizione dominante ad imporre le loro "produzioni" culturali e simboliche giocano un ruolo determinante nei rapporti sociali di dominazione. È quella che Pierre Bourdieu chiama violenza simbolica, concetto fondamentale della sua analisi sociologica, che definisce come la capacità di nascondere l'arbitrarietà di queste produzioni simboliche, e quindi di farle ammettere come legittime agli attori sociali dominati.
Il termine massa si contrappone all'individuo nel rendere la natura sociale dell'umano, in senso per lo più spersonalizzato.
L'epistemologia (dal greco ἐπιστήμη, epistème, "conoscenza certa" ossia "scienza", e λόγος, logos, "discorso") è quella branca della filosofia che si occupa delle condizioni sotto le quali si può avere conoscenza scientifica e dei metodi per raggiungere tale conoscenza. In un'accezione più ristretta l'epistemologia viene a volte identificata con la filosofia della scienza, la disciplina che oltre ai fondamenti e ai metodi delle diverse discipline scientifiche si occupa anche delle implicazioni filosofiche delle scoperte scientifiche. Il termine, coniato nel 1854 dal filosofo scozzese James Frederick Ferrier, indica specificamente quella parte della gnoseologia che studia i fondamenti, la validità e i limiti della conoscenza scientifica. Nei paesi di lingua inglese il concetto di epistemologia è invece principalmente utilizzato come sinonimo di gnoseologia o teoria della conoscenza - la disciplina che si occupa dello studio della conoscenza in generale.
Record aggiornato il: 2022-11-23T02:00:37.553Z