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Pubblicazione: [S.l.] : [s.n.], 2001
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
I minerali ferrosi sono quei minerali da cui può essere estratto, tramite lavorazioni specifiche, il ferro metallico. Tra i minerali del ferro si trovano anche la pirite (FeS2), utilizzata per la produzione di zolfo e acido solforico, l'ilmenite e la goethite. Nell'industria i minerali del ferro sono utilizzati per innumerevoli applicazioni tra cui la più comune riguarda la produzione dell'acciaio. Il ferro in natura si trova infatti solitamente sotto forma di ossidi come magnetite (Fe3O4) o ematite (Fe2O3), entrambi ossidi di ferro. I minerali ferrosi estratti dal sottosuolo vengono frantumati, lavati, e se sotto forma di polveri, compattati in mattonelle. È opinione ormai assodata che il primo tipo di ferro utilizzato dall'uomo fosse di origine meteoritica e quindi rinvenuto in natura allo stato metallico e che solamente intorno al XII secolo a.C. si sviluppò la tecnologia, necessaria per ottenere il ferro dai minerali che lo contengono attraverso processi di riscaldamento e battitura.
Nelle Miniere di Spoleto, in attività da marzo 1881 a ottobre 1961, si estraeva lignite. Erano dislocate in varie frazioni di Spoleto; il centro dell'area estrattiva si trovava a Morgnano, altri cantieri erano a Santa Croce, San Silvestro, Sant'Angelo in Mercole e Uncinano. La loro storia è strettamente connessa alla storia delle acciaierie di Terni. Insieme diedero impulso al futuro industriale della città in alternativa alla tradizionale economia legata alla mezzadria. Uno dei pozzi del sito di Morgnano, recuperato e ristrutturato, dal 2009 è sede del Museo delle miniere di Morgnano.
Cave canem, letteralmente "attenzione al cane", viene usato spiritosamente al giorno d'oggi come cartello d'avviso all'ingresso delle abitazioni per dire appunto "attenti al cane". La scritta deriva da un famoso mosaico richiamante il cave canem che si trova negli scavi archeologici di Pompei, sul pavimento d'ingresso della Casa del Poeta Tragico (Regio VI, Insula 8, nº 5); in un altro mosaico, privo di iscrizione, dove il loppide è rappresentato alla catena presso una porta semi aperta è visibile sempre a Pompei all'ingresso della Casa di Paquio Proculo (Regio I, Insula 7, nº 1). Infine un mosaico molto conosciuto, ritrovato parimenti nella Casa di Orfeo, è conservato nel Museo archeologico nazionale di Napoli.
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