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Titolo uniforme: Mucha
Autore principale: Runfola, Patrizia
Fa parte di: Art e dossier
Alfons Maria Mucha ([ˈalfons ˈmuxa] ; Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939) è stato un pittore, scultore e pubblicitario ceco. Il suo nome viene spesso francesizzato come Alphonse Mucha. È stato uno dei più importanti artisti dell'Art Nouveau.
Alfons Maria Mucha ([ˈalfons ˈmuxa] ; Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939) è stato un pittore, scultore e pubblicitario ceco. Il suo nome viene spesso francesizzato come Alphonse Mucha. È stato uno dei più importanti artisti dell'Art Nouveau.
L’Epopea slava è un ciclo pittorico realizzato fra il 1910 e il 1928 dal pittore ceco Alfons Mucha sul finire della sua carriera nel castello Zbiroh, grazie ai finanziamenti del miliardario statunitense Charles Richard Crane. Il ciclo, testimonianza dell'impegno culturale e politico in favore della causa slava, consta di venti grandi tele (6x8 metri), che raccontano i principali avvenimenti della storia slava fra il III e il XX secolo. Fin dall'inizio questa serie è destinata quale dono alla città di Praga, ma a causa delle dimensioni gigantesche, l'Epopea all'inizio viene esposta solo parzialmente nel Palazzo dell'industria, poi in una scuola di Praga. Nascosto dai patrioti cecoslovacchi durante l'occupazione nazista, l'intero ciclo è stato conservato nel castello di Moravský Krumlov. Nel 2012 è stato trasferito nel Veletržní Palác, a Praga Durante i suoi viaggi, Mucha trasse numerose fotografie e disegni del popolo slavo, che tuttavia ai suoi occhi appariva arretrato, ignorante e superstizioso. Questa importante opera, intrisa di un forte simbolismo, si riferisce all'abolizione della servitù della gleba in Russia ottenuta nel 1861. L'idea originaria di Mucha di una celebrazione gioiosa dell'evento, si trasforma nella realistica rappresentazione di una folla indifferente, divisa in piccoli gruppi, di fronte all'imponente mole della cattedrale di San Basilio, a conferma della reale incomprensione del popolo nei confronti dell'importanza dell'editto.
Le incisioni rupestri (dette anche petroglifi o graffiti) sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere, come una punta di roccia più dura a forma di scalpello, utilizzando una tecnica di picchiettatura, guidata o meno da un percussore o una punta metallica (tipo pugnale, di bronzo o di ferro), o per mezzo di una tecnica di raschiatura a graffio, da cui il nome graffito. Le figure formate in alcuni casi, da una fitta concentrazione di buchi, dette coppelle, si pensa potessero essere ricoperte di sostanze coloranti, in alcuni casi servivano per veicolare il sangue di animali sacrificati, durante riti animistici. Si trovano incisioni rupestri ancestrali a partire da quando è comparso l'Homo sapiens, fino in epoca recente. In tutto il mondo solitamente si trovano in alpeggi da pascolo, vicino a fonti e a laghi. Rappresentano sia realtà della vita quotidiana pastorale e agricola, sia figure simboliche e fantastiche. L'interpretazione di queste figure è discussa e varia da quella magico-simbolica, legata a riti religiosi di tipo sciamanico, a quella di figure fatte prevalentemente per passatempo da pastori fermi a guardia di greggi che pascolavano nei dintorni o che si abbeveravano. Per l'osservazione il momento migliore è l'alba o il tramonto, a causa delle ombre marcate create dai raggi solari radenti, che le rendono più facilmente visibili.
Record aggiornato il: 2025-09-25T01:47:55.087Z