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Autore principale: Felici, Candida
Pubblicazione: Firenze : L. S. Olschki, 2005
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il successo, nel Settecento, dell'italiano, come lingua per i testi cantati nel melodramma dipese da molti fattori che coinvolsero compositori, cantanti, musicisti nelle varie nazioni d'Europa: in particolare, i cantanti venivano contesi dalle più importanti corti europee; i compositori degli altri paesi dovettero adattare la propria produzione secondo impostazioni tipiche dell'opera italiana e, spesso, in lingua italiana. In alcune città europee, come Vienna, gli italiani costituirono uno dei centri più fervidi per quanto riguarda la stesura di libretti per melodramma. Importanti poeti e librettisti, infatti, come Apostolo Zeno o Pietro Metastasio, sono considerati tra i maggiori responsabili del successo del melodramma italiano. Fu proprio quest'ultimo a riformare l'impostazione del melodramma secondo precisi schemi attenenti alle unità aristoteliche. L'esito dell'opera italiana (e di conseguenza la diffusione dell'italiano) fu alquanto diverso nelle varie nazioni europee, in quanto si dovette sempre confrontare con una tradizione operistica locale: in alcuni casi, come la Francia, si sviluppò addirittura una vera e propria questione linguistica sul francese e l'italiano e su quale delle due lingue fosse più appropriata per i testi cantati nel melodramma. In ogni caso, comunque, il successo che conobbe il teatro musicale all'italiana, dal Settecento fino alla prima metà del Novecento, le ha conferito il primato di "lingua dell'opera": ancora oggi l'apprendimento dell'italiano costituisce, nella maggior parte dei casi, una tappa obbligata per coloro che si preparano alla professione del cantante lirico. Infine, dal punto di vista del lessico, la maggior parte dei termini per indicare il tempo, la dinamica e l'agogica sono scritti in lingua italiana e vengono utilizzati ancora oggi negli spartiti di musica classica in tutto il mondo.
Per riforma cattolica, o controriforma, si intende quell'insieme di misure di rinnovamento spirituale, teologico, liturgico con le quali la Chiesa cattolica riformò le proprie istituzioni dopo il Concilio di Trento. Già durante il Concilio di Costanza i padri conciliari avevano auspicato una riforma «nel capo e nelle membra»; ma fu solo in seguito alla Riforma protestante iniziata da Martin Lutero, un monaco agostiniano, che tale esigenza si fece urgente, concretizzandosi nell'applicazione delle disposizioni conciliari tridentine.
La storia della letteratura italiana inizia nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
La musica è un'espressione artistica appartenente a tutte le culture del nostro pianeta. Fonti ne attestano l'esistenza almeno a partire da 55.000 anni fa, con l'inizio del Paleolitico superiore. Alcuni studiosi ipotizzano la sua nascita in Africa, quando le prime comunità umane conosciute iniziarono a disperdersi sul globo. La storia della musica è una branca della musicologia e della storia che studia lo sviluppo cronologico delle idee e delle convenzioni musicali appartenenti a popoli differenti, con particolare riguardo alla musica d'arte di tradizione occidentale, ed è pertanto materia diffusa, sia nelle università, che nelle scuole di musica di tutto il mondo.
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