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Autore principale: Grüneklee, Susanne
Pubblicazione: Firenze ; Milano : Giunti Demetra, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La saba, o sapa, è un condimento tipico usato in Emilia, Romagna, Marche, Umbria, Abruzzo, Puglia e Sardegna. È uno sciroppo concentrato d'uva che si ottiene dal mosto appena pronto, di uva bianca o rossa; è anche detta infatti "mosto cotto", "vino cotto" o "miele d'uva". Il mosto viene versato in un paiolo di rame insieme ad alcune noci intere che, rivoltandosi nel lento bollire, aiutano il mosto a non attaccarsi al fondo del recipiente. La saba è pronta quando si sarà ridotta ad un terzo della sua quantità iniziale. Risulta molto dolce e si conserva bene proprio grazie al tenore zuccherino.
Il foie gras (termine francese, pron. [fwɑ gʁɑ]; letteralmente "fegato grasso") è definito dalla legge francese come "fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata (gavage (fr))". Il foie gras è uno dei prodotti più famosi della cucina francese. Dato il suo altissimo contenuto di grassi (80 %), è molto calorico e gelatinoso, e ha un sapore meno intenso dei normali fegati di anatra e di oca. L'alimentazione forzata induce una crescita abnorme del fegato e un aumento di grassi nelle cellule epatiche noto come steatosi. Questo fenomeno è stato interpretato come un adattamento naturale da alcuni esperti, e come una reale patologia, la steatosi epatica, da altri.Per questo motivo, le organizzazioni per i diritti degli animali e i movimenti animalisti classificano la produzione del foie gras come crudeltà nei confronti degli animali. I produttori di foie gras sostengono invece che l'alimentazione forzata non causi dolore né danni alla salute, e che le prove scientifiche a oggi disponibili sull'argomento non siano sufficienti né perentorie. La produzione di foie gras è illegale in molti paesi (in quasi tutti quelli dell'UE), in particolare in Italia è illegale dal marzo 2007.
I maccheroni dolci con le noci, nella cucina viterbese e umbra, sono un tipico dolce festivo natalizio (dalla vigilia di Natale all'Epifania), talvolta preparato anche per Tutti i Santi e per la festa dei Morti. Si tratta di una normale pastasciutta condita, però, in modo da avere un deciso sapore dolce e da consumarsi fredda. Può essere pasticciata oppure compressa in una sorta di timballo preparato quando la pasta è ancora molto calda. Viene preparata con maltagliati, lasagne, reginette, strangozzi o con una pasta comunque lunga non all'uovo. Nelle zone di Trevi e Spoleto si usa anche prepararla con degli gnocchi molto morbidi ed elastici, fatti con farina e acqua bollente. Dopo la lessatura si condisce con un impasto a base di gherigli di noci tritati, pangrattato, zucchero e cannella a cui si possono aggiungere rum, mistrà o cacao. Presenti anche nella cucina marchigiana, sono però tipici della Tuscia, dove vengono conditi, oltre ai prodotti di base già detti, anche nei modi più fantasiosi,utilizzando ad esempio con pane al miele o ciambelline al vino grattate, scaglie di cioccolato fondente, caramelline decorative. Al giorno d'oggi vengono utilizzate anche paste lunghe all'uovo e il pane al miele ha un uso più limitato rispetto alle ciambelline
Il cullurellu, o culluriellu, o cuddrurièddu, o cuddrurìaddru, o crustulu, o cururicchiu è un dolce tipico natalizio calabrese, prodotto nella provincia di Cosenza, nella provincia di Crotone e nella provincia di Vibo Valentia.Si tratta di ciambelle fritte, preparate con un impasto a base di patate, farina e lievito. A causa della loro classica forma a corona, venivano anticamente infilati nei bastoni da pastori e viandanti, per facilitarne il trasporto. Il loro nome deriva dal greco κολλύρα (kollura), che significa appunto corona.
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