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Titolo uniforme: I nomadi
Autore principale: Fiore, Barbara, 1943-
Serie: La ricerca : Enciclopedia monografica Loescher ; 85
Serie: La ricerca : enciclopedia monografica. Serie geografica ; c/85
Serie: Enciclopedia Monografica Loescher : <la >ricerca. Serie geografica ; c/85
I Nomadi sono un gruppo musicale fondato nel 1963 all'interno del movimento beat italiano dal tastierista Beppe Carletti e dal cantante Augusto Daolio. Hanno pubblicato ottantadue album tra dischi registrati in studio o dal vivo e raccolte varie e sono fra le più longeve band al mondo con oltre cinquanta anni di attività. Avendo venduto complessivamente 15 milioni di dischi, sono il terzo complesso italiano per vendite, preceduto dai Pooh e dai Ricchi e Poveri. Il messaggio che sin dagli inizi i Nomadi trasmettono è di denuncia e impegno sociale, che da sempre li contraddistingue; spesso, però, hanno accostato a tali temi anche l'amore, la fede e i sentimenti in genere; fra il loro brani più celebri si hanno Io vagabondo (che non sono altro), Dio è morto (se Dio muore, è per tre giorni poi risorge), Ti voglio, Ho difeso il mio amore, Un pugno di sabbia, Un giorno insieme, Crescerai, Tutto a posto, Canzone per un'amica, Io voglio vivere, Sangue al cuore e Dove si va.
Gli Sciti (lat. Scythi; gr. Σκύθης, anche Σκύθοι; pe. Saka) furono una popolazione nomade indoeuropea di ceppo iranico attestata nella steppa eurasiatica dal XIX secolo a.C. al IV secolo dell'Era cristiana. Gli antichi greci li consideravano mitologicamente figli di Eracle ed Echidna, o di Zeus e Boristene. Le relazioni tra i popoli residenti in questa vastità di regioni non sono oggi chiare e il termine "Sciti" è stato utilizzato in senso a volte ampio a volte specialistico. Gli archeologi moderni parlano di "Sciti" quali esponenti della "Cultura scito-siberiana" senza implicazioni etnico-linguistiche, tanto che il termine "scitico" finisce per "descrivere una fase di diffusione del nomadismo montato, caratterizzato dalla presenza di specifiche armi, finimenti e un'arte basata su placche metalliche zoomorfe". Il territorio più occidentale toccato dal fenomeno nell'Età del ferro è quello che gli antichi greci chiamarono "Scizia", circoscrivendo così l'uso del termine "Sciti" a identificativo di coloro che abitavano quell'area ove erano parlate le lingue scitiche. Gli Sciti furono tra i primi a padroneggiare l'impiego bellico della cavalleria: allevavano mandrie di cavalli e armenti, vivevano in tende montate su carri e combattevano armati d'arco e frecce dalle loro selle. Svilupparono una ricca cultura caratterizzata da opulente sepolture, raffinata metallurgia e un brillante stile artistico. Nel VIII secolo a.C. razziarono (pare) l'impero cinese della dinastia Zhou e, poco dopo, si spostarono a ovest, raggiungendo le steppe pontico-caspiche dalle quali sloggiarono i Cimmeri.. All'apice del loro potere, gli Sciti dominavano la totalità delle steppe eurasiatiche dai Carpazi a ovest alla Cina centrale (Cultura di Ordos) e alla Siberia meridionale (Cultura di Tagar) a est, creando quello che venne a pieno titolo definito il primo impero nomade dell'Asia centrale, seppur si trattasse di una compagine che ben poco aveva di "statale".
Record aggiornato il: 2025-09-23T01:02:43.950Z