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Autore principale: Capitani, Umberto
Pubblicazione: Firenze : Le Monnier, 1970
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La medicina romana si connette alla medicina di altri popoli latini e alla medicina magica etrusca: si narra in scritti di Eschilo e Teofrasto che i figli della Maga Circe, esperta in farmaci, divennero Principi etruschi esperti nell'arte della madre; Esiodo parla della grande rinomanza dei medici etruschi attenti all'igiene per esempio, attraverso le opere di canalizzazione ritenute importanti per l'agricoltura ma anche per l'eliminazione delle acque putride fonti d'infezioni.
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, detto Paracelsus, o Paracelso (Einsiedeln, 14 novembre 1493 – Salisburgo, 24 settembre 1541), è stato un medico, alchimista e astrologo svizzero. Paracelso o "Paracelsus" (che deriverebbe da "eguale a" o "più grande di" Celsus, e si riferirebbe all'enciclopedista romano del primo secolo Aulo Cornelio Celso, noto per il suo trattato di medicina) è una delle figure più rappresentative del Rinascimento. Egli è anche noto per aver battezzato lo zinco, chiamandolo zincum, ed è considerato come il primo botanico sistematico. Si laureò all'Università di Ferrara, più o meno negli stessi anni in cui si laureò Niccolò Copernico. Fino al 1500 la composizione e i mutamenti della materia erano spiegati sulla base della dottrina dei quattro elementi di Aristotele: acqua, aria, terra e fuoco. Paracelso, per la prima volta, aggiunse ad essa una teoria che contemplava tre nuovi principi della materia (sale, zolfo e mercurio), contrassegnata dalla presenza di spiriti della natura responsabili delle sue trasformazioni e cambiamenti. Egli inoltre rifiutò l'insegnamento tradizionale della medicina, dando vita a una nuova disciplina, la iatrochimica, basata sulla cura delle malattie attraverso l'uso di sostanze minerali.
Aulo Cornelio Celso (in latino: Aulus Cornelius Celsus; 25 a.C. circa – 45 d.C. circa) è stato un enciclopedista e medico romano, probabilmente nativo di Roma, dove fu scoperta una incisione su lastra che lo riguarda, anche se qualche autore sostiene fosse vissuto nella Gallia Narbonense perché cita un tipo di vitigno, marcum che Plinio afferma essere di quella zona.
La gotta è una malattia del metabolismo caratterizzata da attacchi ricorrenti di artrite infiammatoria acuta con dolore, arrossamento e gonfiore delle articolazioni, causati dal deposito di cristalli di acido urico in presenza di iperuricemia. L'articolazione più frequentemente colpita è, in circa il 50% dei casi, la metatarso-falangea dell'alluce, da cui il nome di podagra. L'acido urico può inoltre depositarsi nei tendini e nei tessuti circostanti, generando i cosiddetti tofi, anche a livello renale, inducendo la comparsa di nefropatia gottosa. La diagnosi può essere confermata dalla rilevazione di caratteristici cristalli aghiformi nel liquido sinoviale. Il trattamento con farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), colchicina o steroidi, è in grado di migliorare i sintomi. Una volta che l'attacco acuto è risolto, i livelli di acido urico vengono generalmente tenuti bassi adottando delle modifiche dello stile di vita e nei pazienti che accusano attacchi frequenti, con l'assunzione di allopurinolo o probenecid, in grado di fornire una profilassi a lungo termine. L'incidenza della gotta è aumentata in frequenza negli ultimi decenni, colpendo circa l'1-2% della popolazione occidentale. Si ritiene che l'aumento sia dovuto a fattori di rischio crescenti nella popolazione, come la sindrome metabolica, l'aspettativa di vita più lunga e cambiamenti nella dieta. La gotta era storicamente conosciuta come "la malattia dei re" o la "malattia dei ricchi".
La calcolosi delle vie urinarie, o urolitiasi, è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di uno o più calcoli di dimensioni variabili, contenuti all’interno delle cavità escretrici del sistema urinario, dai calici, all'interno del rene, all’uretra. Quando è formata da cristalli di dimensioni molto ridotte, come granelli di sabbia, prende il nome di renella, ed è formata soprattutto da urati e fosfati. I calcoli urinari si formano tipicamente nel rene e possono spostarsi all'interno del apparato urinario fino a lasciare l'organismo insieme al flusso di urina. Un piccolo calcolo può passare senza causare sintomi. Se un calcolo diventa più grande di 5 millimetri, può causare il blocco dell'uretere con un conseguente forte dolore nella parte bassa della schiena o dell'addome. Un calcolo può anche essere causa di sangue nelle urine, vomito e minzione dolorosa. Circa la metà delle persone che hanno sofferto di questa condizione, avrà un altro calcolo entro i successivi dieci anni.La maggior parte dei calcoli si formano a causa di una combinazione di fattori genetici e ambientali. I fattori di rischio includono elevati livelli di calcio nell'urina, l'obesità, l'assunzione di alcuni alimenti, alcuni farmaci, gli integratori di calcio, l'iperparatiroidismo, la gotta e non bere liquidi a sufficienza. La diagnosi solitamente si basa sui sintomi, sull'esame delle urine e con tecniche di imaging biomedico. Anche gli esami del sangue possono essere utili.In coloro che hanno avuto calcoli urinari, la prevenzione consiste nel bere liquidi in modo tale che si producano circa due litri di urina al giorno. Se questo non fosse sufficientemente efficace, possono essere prescritti diuretici tiazidici, citrati o l'allopurinolo. Si raccomanda di evitare bevande analcoliche contenenti acido fosforico (tipicamente le cole). Quando un calcolo non provoca sintomi, non è necessario alcun trattamento. In caso contrario, la prima misura consiste nel controllo del dolore, grazie all'impiego di farmaci oppioidi o FANS. I calcoli più grandi possono richiedere procedure come la litotrissia extracorporea o intracorporea.Tra l'1% e il 15% delle persone nel mondo sono state colpite da calcolosi urinaria, in un certo punto della loro vita. Nel 2013, si sono verificati 49 milioni di casi, causando circa 15.000 decessi. A partire dal 1960, sono diventati più comuni nel mondo occidentale. In generale, gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne. La calcolosi urinaria ha colpito gli esseri umani nel corso della storia; vi è una descrizione di un intervento chirurgico per rimuoverli risalente al 600 a.C.
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