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Autore principale: Cecchini, Francesco
Pubblicazione: Pistoia : Tip. del Popolo pistoiese, 1886
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il santuario di Santa Maria di Galloro e il suo giardino sono un luogo di culto cattolico situato nella località di Galloro nel comune di Ariccia, nella città metropolitana di Roma Capitale, nell'area dei Castelli Romani, nella Diocesi suburbicaria di Albano Laziale. Il santuario di Galloro è uno dei santuari mariani più importanti e frequentati del Lazio; inoltre, è schedato tra i monumenti architettonici del Lazio in virtù del contributo dato dal celebre architetto Gian Lorenzo Bernini alla progettazione di alcune sue parti. Il santuario, dedicato all'immagine miracolosa della Madonna di Galloro, venne costruito tra il 1624 ed il 1633, e il convento attiguo dal 1817 è affidato alla cura della Compagnia di Gesù.Il santuario con l'immagine sacra sono stati oggetto di visite apostoliche di numerosi pontefici, quali papa Urbano VIII, papa Alessandro VII, papa Clemente XI, papa Benedetto XIV, papa Clemente XIII e papa Clemente XIV, papa Pio VII, papa Gregorio XVI e infine papa Pio IX.Oggi il santuario è costituito in parrocchia, con oltre 3000 anime, cui è unita la collegiata di Santa Maria Assunta di Ariccia.La Madonna di Galloro è venerata dagli ariccini tre volte all'anno: l'8 dicembre, con la tradizionale festa della Signorina, istituita nel 1656 per ringraziare la Madonna di aver salvato il paese dalla peste; la seconda domenica di ottobre, anniversario della solenne incoronazione dell'immagine; e il giorno di Pentecoste, anniversario della consacrazione della chiesa nel 1633.
Carlo I Stuart (Dunfermline, 19 novembre 1600 – Londra, 30 gennaio 1649) è stato re d'Inghilterra, Scozia, Irlanda e Francia dal 27 marzo 1625 fino alla sua morte, avvenuta il 30 gennaio (o il 9 febbraio, secondo il calendario gregoriano) 1649 per decapitazione. Fervente sostenitore del diritto divino dei re, proprio come il padre Giacomo I e la nonna paterna Maria Stuarda, fu impegnato nella prima fase del suo regno in una dura lotta di potere contro il Parlamento inglese, che si oppose risolutamente alle sue aspirazioni assolutistiche di sopprimere l'utilizzo della Magna Carta, contrastando soprattutto la sua pretesa di riscuotere le tasse senza l'assenso parlamentare. Altra causa di attrito con una parte della società inglese fu la sua politica religiosa: perseverando nel "sentiero intermedio" della Chiesa anglicana, fu ostile alle tendenze riformate di molti dei suoi sudditi inglesi e scozzesi e da questi accusato di essere a sua volta troppo vicino al cattolicesimo romano, al punto da volerlo restaurare. Sposò infatti la principessa cattolica Enrichetta Maria di Francia, ed ebbe come stretto collaboratore William Laud, nominato da lui stesso arcivescovo di Canterbury ed esponente della corrente anglicana più filocattolica. Le tensioni politiche e religiose accumulate nel corso degli anni esplosero nella guerra civile inglese: contro di lui si scontrarono le forze del Parlamento, che si opponevano ai suoi tentativi di accrescere il suo potere in senso assolutistico, e dei puritani, che erano ostili alle sue politiche religiose. La guerra si concluse con una disfatta per Carlo, che fu catturato, processato, condannato e giustiziato con l'accusa di alto tradimento. La monarchia fu abolita e fu fondata al suo posto una repubblica, che però, morto il principale leader della rivoluzione, Oliver Cromwell, entrò rapidamente in crisi, consentendo al figlio di Carlo, Carlo II, di restaurare la monarchia. Carlo I è stato il primo monarca della storia a venire condannato a morte da un tribunale, attraverso una regolare sentenza emessa in nome della legge. Viene venerato come santo dalla Chiesa anglicana, che lo ricorda il 30 gennaio.
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