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Autore principale: Bonacci, Giovanni
La regione geografica italiana (o regione fisica italiana, regione italiana) è una regione geografica dell'Europa meridionale delimitata a nord dalla catena delle Alpi, e nel restante dalla costa del Mar Mediterraneo. Composta da una parte continentale, una peninsulare e una insulare (tra le sue parti ci sono i bacini "interni" del Mar Tirreno e del Mar Ligure), in particolare a nord confina direttamente con la regione alpina, a nord-ovest con la regione francese (Provenza) e a nord-est con la penisola balcanica; circondata per il restante dal Mar Mediterraneo, al di là del mare guarda la penisola iberica ad ovest oltre il Mar di Sardegna; la Penisola Balcanica ad est oltre il Mar Adriatico; l'Africa a sud oltre il Canale di Sicilia; la Libia oltre il Mar Jonio a sud-est. I confini precisi della regione geografica italiana, non corrispondenti precisamente a quelli della Repubblica, sono oggetto di discussione. Nella loro conformazione tradizionalmente e più largamente accettata, sono costituiti a nord dallo spartiacque alpino; si collegano poi alla costa in vari punti che vanno dal corso del fiume Varo alla foce del fiume Roia (se non ancor più ad est in alcune versioni) ad ovest e tradizionalmente da metà dell'Istria (come posti da Ottaviano Augusto), ma variabili secondo le fonti da Trieste fino a Ragusa, comprendendo la Dalmazia, ad est. Per quel che riguarda le isole, invece, sono incluse le isole maggiori di Sicilia, Sardegna e Corsica; poi, sono incluse nel territorio tutte le isole afferenti alle coste italiane, e tutte quelle del Canale di Sicilia. Secondo la conformazione tradizionale, la superficie è di circa 324000 km², di cui la quasi totalità occupata dalla Repubblica Italiana con poco più di 301000 km² (escluso il Territorio italiano oltre i confini dell'Italia geografica). Vi sono quattro piccoli stati indipendenti totalmente inclusi nel territorio italiano: la Repubblica di Malta, la Repubblica di San Marino, il Principato di Monaco e la Città del Vaticano. Le altre parti sono nel territorio di Francia (il Nizzardo, l'intera regione della Corsica ed altri circondari minori), Svizzera, Slovenia (parte della Venezia Giulia) e Croazia (l'Istria, e secondo alcune ipotesi estensive, la Dalmazia).
L'Impero austro-ungarico, o semplicemente Austria-Ungheria, intesa come k. u. k. Doppelmonarchie (kaiserliche und königliche Doppelmonarchie, "Duplice monarchia imperiale e regia") o Donaumonarchie ("monarchia danubiana"), fu uno Stato dell'Europa centrale nato nel 1867 con il cosiddetto Ausgleich ("compromesso") tra la nobiltà ungherese e la monarchia asburgica inteso a riformare l'Impero austriaco nato nel 1804. In virtù di questa riforma costituzionale l'Impero austriaco divenne «monarchia austro-ungarica» che, sotto l'identico sovrano, riconosceva l'esistenza di due regni distinti e in condizioni di parità, per cui il Regno d'Ungheria si autogovernava e godeva di una sua politica autonoma in molti campi. Gli Asburgo (o Absburgo) erano dunque sia imperatori d'Austria sia re di Ungheria. Il nome completo dello Stato era «I regni e le terre rappresentate nel concilio imperiale e le terre della Corona di Santo Stefano». Gli storici individuano questo compromesso col nome di "duplice monarchia". L'impero aveva una superficie di 680 000 km² (era il secondo paese europeo per estensione dopo l'Impero russo) e nel 1910 contava 52 milioni di abitanti. La capitale era Vienna, città che passò dai 440 000 abitanti del 1840 ai 2 200 000 alla vigilia della prima guerra mondiale, quando era la terza città più grande d'Europa. Austria e Ungheria avevano costituzioni, parlamenti e ministeri separati (per l'Ungheria la capitale era Budapest). Il sovrano e i ministeri competenti per la politica estera, la politica economica e quella militare erano in comune. Accanto all'imperiale e regio esercito comune esistevano anche un esercito nazionale austriaco (kaiserlich-königliche Landwehr) e uno ungherese (Magyar Királyi Honvédség). Le questioni finanziarie (come la spartizione delle spese comuni) e quelle commerciali erano regolate da compromessi decennali rinnovabili. Trattandosi di un impero multietnico in un'epoca di forte risveglio del nazionalismo, l'Austria-Ungheria fu continuamente travagliata dalle dispute fra gli undici gruppi etnici che lo componevano. Tuttavia malgrado le rivalità etniche nei suoi cinquant'anni di esistenza l'Austria-Ungheria conobbe una rapida crescita economica e una marcata modernizzazione, oltre a molte riforme liberali. Il 28 luglio del 1914 l'Austria-Ungheria diede il via alla prima guerra mondiale invadendo il Regno di Serbia e al termine del conflitto l'impero venne sconfitto il 4 novembre 1918 dall’esercito del Regno d’Italia nella battaglia di Vittorio Veneto, sconfitta che provocò la fine della sua esistenza.
L'Impero romano d'Occidente iniziò a configurarsi come organismo statale autonomo alla morte dell'imperatore Teodosio (395) il quale decise di affidare gli immensi territori, sempre più vulnerabili alla pressione dei barbari, ai suoi due figli: ad Arcadio, il maggiore, fu assegnato il governo della parte orientale dell'Impero mentre a Onorio, il minore, spettò la parte occidentale. Non era nelle intenzioni di Teodosio creare due organismi politici differenziati e completamente indipendenti fra di loro. La sua finalità era piuttosto quella di ricollegarsi, attraverso questa scelta, sia alle tradizioni tetrarchiche, che a quelle post-costantiniane. La divisione doveva cioè rivestire un carattere puramente burocratico, amministrativo, o riconducibile al problema della difesa militare. Da allora però, questi due grandi aggregati, ormai strutturatisi in Impero Romano d'Occidente e Impero romano d'Oriente, non si sarebbero più riuniti e avrebbero intrapreso dei percorsi di sviluppo sempre più autonomi fra di loro. L'idea dell'unità restò tuttavia salda nelle coscienze ancora per lungo tempo, e certo non si era ancora spenta quando, nel 476, il re degli Eruli Odoacre depose l'ultimo imperatore occidentale, Romolo Augusto, e rimise le insegne dell'Impero all'imperatore d'Oriente Zenone. Quest'ultimo continuò a considerare l'Italia e Roma, culla della civiltà romana, come una parte dell'impero, mentre Odoacre e poi Teodorico, come patrizi d'Italia, ufficialmente svolgevano il ruolo di governatori per conto del sovrano di Costantinopoli, pur essendo di fatto regnanti autonomi. Ancora l'imperatore bizantino Giustiniano tentò la riunificazione delle due parti dopo la fine dell'Impero d'Occidente, progetto che tuttavia finirà nei secoli successivi con l'affermazione dei regni di franchi, visigoti e longobardi, e la nascita del Sacro Romano Impero.
L'Impero austriaco (in tedesco: Kaisertum Österreich, in ungherese: Osztrák Birodalom) venne costituito nel 1804 come monarchia ereditaria sui domini asburgici, in seguito al dissolvimento del Sacro Romano Impero e alla formazione del primo Impero francese da parte di Napoleone Bonaparte. Il primo imperatore d'Austria fu Francesco I d'Asburgo-Lorena, che al tempo portava anche il titolo di Imperatore Eletto dei Romani, abbandonato nel 1806 in seguito al disfacimento del Sacro Romano Impero. Per mantenere il titolo imperiale si proclamò imperatore d'Austria nei suoi domini ereditari. Dopo alcuni tentativi di riforma costituzionale nel 1867 vi fu una parificazione di status con la parte ungherese del regno (Ausgleich) e quindi l'Impero d'Austria è conosciuto da quel momento col nome di Impero austro-ungarico.
Con il termine impero si intende un'organizzazione politico-territoriale di consistente ampiezza, comprendente popolazioni, territori e Paesi anche diversi, ma sottoposti a un'autorità centrale, retta da un'assemblea oppure un capo o un monarca, che spesso ha il titolo di imperatore. Attualmente l'unico capo di stato a portare questo titolo, pur governando solo la propria nazione, è l'imperatore del Giappone.Questa pagina è un ampliamento della sezione "imperi per superficie e popolazione". Essa elenca, in ordine di superficie e (quando possibile) popolazione, quasi tutti gli imperi riconosciuti che si sono avvicendati nel corso dei millenni. Si deve tenere presente che i dati inseriti sono sempre il risultato di uno studio storico-scientifico e, di conseguenza, si basano su determinate ipotesi e presentano un margine di errore più o meno ampio. Laddove sia possibile, dunque, si è cercato di indicare l'incertezza delle stime, in modo da rendere tali dati il più possibile veritieri.
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