Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Titolo uniforme: Paideia / Werner Jaeger
Autore principale: Jaeger, Werner <1881-1961>
Serie: Il pensiero storico
Serie: Il pensiero storico
Serie: Il pensiero storico
Serie: Strumenti ; 47
Serie: Il pensiero storico ; 13
Fa parte di: Paideia / Werner Jaeger
Serie: Il pensiero storico ; 13
Serie: Strumenti. Ristampe anastatiche ; 47
Serie: Strumenti. Ristampe anastatiche ; 47
Paideia (in greco antico: παιδεία, paidéia), che significa formazione o educazione, è il termine che nell'antica Grecia denotava il modello pedagogico in vigore ad Atene nel V secolo a.C., riferendosi non solo all'istruzione scolastica dei fanciulli, ma anche al loro sviluppo etico e spirituale al fine di renderli cittadini perfetti e completi, una forma elevata di cultura in grado di guidare il loro inserimento armonico nella società. Sorto in epoca omerica, il concetto rimase sostanzialmente immutato nel corso dei secoli, pur nel variare delle sue forme di applicazione e delle discipline coinvolte, e continua ad interessare molti educatori e pensatori contemporanei.
La sofistica (in greco σοφιστική τέχνη, sofistiké téchne) è stata una corrente filosofica sviluppatasi nell'antica Grecia, ad Atene in particolare, a partire dalla seconda metà del V secolo a.C., la quale, in polemica con la scuola eleatica e avvalendosi del metodo dialettico di Zenone di Elea, pose al centro della propria riflessione l'uomo e le problematiche relative alla morale e alla vita sociale e politica. Non si trattò di una vera e propria scuola né di un movimento omogeneo, ma fu estremamente variegata al suo interno: i suoi esponenti (detti appunto sofisti), seppur accomunati dalla professione di «maestro di virtù», si interessarono di vari ambiti del sapere, giungendo ognuno a conclusioni differenti e a volte tra loro contrastanti.I sofisti rinunciarono alla vastità delle congetture cosmologiche dei filosofi naturalisti, concentrandosi sulla soggettività dell'uomo, sulla legittimità delle opinioni e il valore dei fenomeni. L'approccio dei sofisti era quindi orientato all'individualismo e al relativismo, alla critica dei valori tradizionali, al razionalismo. I contemporanei avvertirono in queste posizioni il rischio di derive ateistiche e di corruzione dei costumi. Certa storiografia moderna ha invece evocato l'idea di un illuminismo greco.
La storia della pedagogia può riguardare due piani significativamente diversi tra loro: quello della "pratica educativa" e quello della riflessione teorica su quest'ultima. Essa inoltre va distinta dalla storia dell'istruzione, la quale tratta delle istituzioni scolastiche (legislazioni, organizzazione, personale, corporazioni e sindacati etc.). Recentemente, si è anche in parte trasformata in storia dell'educazione, che tratta dei sistemi educativi in generale, e quindi anche di quelli sviluppatisi al di fuori dell'ambito scolastico, come la famiglia, gli scout, le associazioni sia laiche che religiose, etc.
La parresìa (dal greco παρρησία, composto di pan (tutto) e rhema, ciò che viene detto) nel significato letterale è non solo la "libertà di dire tutto" ma anche la franchezza nell'esprimersi, dire ciò che si ritiene vero e, in certi casi, un'incontrollata e smodata propensione a parlare. In questo senso la parresia fu uno dei principi filosofici del cinismo (che propugnava "l'imitazione del cane") come dimostrano gli aneddoti relativi alla figura di Diogene di Sinope, non a caso chiamato "il cane", e al suo modo franco e quasi scorbutico di rapportarsi con gli altri quasi come il cane che abbaia a chi lo disturba. La parresìa quindi assume un significato che va oltre quello di isegoria (da ἴσος = uguale e ὰγορεύω parlare in pubblico) che vuol dire riconoscere a tutti i cittadini la libertà di prendere la parola nelle assemblee pubbliche della democrazia greca antica. I due termini vengono però spesso confusi come sinonimi: Erodoto usa più volte il termine "isegorìa" con il significato di parresia, mentre Euripide, Demostene, Isocrate usano più spesso nello stesso contesto "parresìa" non differenziandolo da isegoria. Lo pseudo Aristotele invece non usa mai isegoria con valore di diritto di parola nelle assemblee pubbliche, ma ne parla solo per i rapporti personali nella sfera privata
Record aggiornato il: 2025-08-28T09:28:13.701Z