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Il cinema (dal greco antico κίνημα, -τος "movimento") è l'insieme delle arti, delle tecniche e delle attività industriali e distributive che producono come risultato commerciale un film. Nella sua accezione più ampia la cinematografia è l'insieme dei film che, nel loro complesso, rappresentano un'espressione artistica che spazia dalla fantasia, all'informazione, alla divulgazione del sapere. La cinematografia viene anche definita come la settima arte, secondo la definizione coniata dal critico Ricciotto Canudo nel 1921, quando pubblicò il manifesto La nascita della settima arte, prevedendo che la cinematografia avrebbe unito in sintesi l'estensione dello spazio e la dimensione del tempo. Fin dalle origini, la cinematografia ha abbracciato il filone della narrativa, diventando la forma più diffusa e seguita di racconto.
Alain Delon, all'anagrafe Alain Fabien Maurice Marcel Delon (Sceaux, 8 novembre 1935), è un attore, regista e produttore cinematografico francese. È considerato uno dei più grandi sex symbol della storia, oltre che uno dei più grandi attori francesi al pari di Jean Gabin, o di Jean-Paul Belmondo, suo eterno "rivale" mediatico nella Francia degli anni sessanta. La sua «bellezza derivata dall'aspetto ammaliante, dal viso d'angelo e dagli occhi di ghiaccio ipnotizzanti», gli ha permesso di interpretare uomini cupi, misteriosi, solitari, che molto spesso si rivelavano persino autobiografici del loro interprete. Fondamentali per la carriera dell'attore sono state le collaborazioni con i registi René Clément, Luchino Visconti e Jean-Pierre Melville; tra i personaggi più celebri da lui interpretati ci sono il cupo e timoroso Rocco di Rocco e i suoi fratelli (1960), il principe Tancredi in Il Gattopardo (1963), il killer Jeff in Frank Costello faccia d'angelo, il gangster Rogert Startet in Il clan dei siciliani (1969), il supplente Daniele Dominici in La prima notte di quiete (1972); è stato inoltre Zorro nell'omonimo film di Duccio Tessari del 1975, il misterioso Robert Klein di Mr. Klein (1976) e il barone di Charlus in Un amore di Swann (1984). Nel 1985 ha vinto il Premio César per il migliore attore per il film Notre histoire; ha inoltre vinto il David di Donatello, l'Orso d'oro alla carriera al Festival di Berlino, mentre nel 1963 ha ottenuto una candidatura ai Golden Globe per il film Il Gattopardo. Dagli anni settanta ha avuto esperienze anche come produttore cinematografico, tramite la sua Adel Productions, e in qualità di regista come nel thriller Per la pelle di un poliziotto (1981) e nel drammatico Braccato (1983). La sua ultima interpretazione sul grande schermo risale al 2008 nel film Asterix alle Olimpiadi, mentre nel 2017 ha annunciato il ritiro dalle scene.
Jean Renoir (Parigi, 15 settembre 1894 – Beverly Hills, 12 febbraio 1979) è stato un regista, sceneggiatore e scrittore francese, secondo figlio del pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir. Le Patron: è questo il soprannome coniato da Jacques Rivette e utilizzato dai registi francesi della Nouvelle Vague per definire Jean Renoir. Éric Rohmer scrive nel 1979: "Renoir contiene tutto il cinema".La sua è una lunga carriera che si sviluppa dal 1924 al 1969: inizia negli anni venti, durante i quali gira nove film muti; negli anni trenta, in Francia, gira quindici film sonori; trasferitosi a Hollywood, negli anni quaranta, gira sei film; ritornato in Francia, fra gli anni cinquanta-sessanta, gira i suoi ultimi otto film. Alcuni dei suoi film più rappresentativi: La grande illusione, La regola del gioco, La cagna, Boudu salvato dalle acque, La scampagnata, La Marsigliese, Nanà, L'angelo del male, L'uomo del Sud, Il fiume, La carrozza d'oro, French Cancan.
Il cinema francese riveste un ruolo storico e artistico di fondamentale influenza nel panorama cinematografico internazionale.
Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudeltà. I Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime. Quarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60–m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobrietà e la severità repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realtà: La classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festività religiose o in ricorrenze laiche.
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