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L'energia è la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo o di un sistema fisico di compiere lavoro, a prescindere dal fatto che tale lavoro sia o possa essere effettivamente svolto.Il termine energia deriva dal tardo latino energīa, a sua volta tratto dal greco ἐνέργεια (enérgeia), derivato di ἐνεργής (o l'equivalente ἐνεργός), 'attivo', composto dalla particella intensiva en e ἔργον (ergon, 'lavoro', 'opera'). Il termine è stato introdotto da Aristotele in ambito filosofico per distinguere la δύναμις (dýnamis), la possibilità, la "potenza" propria della materia informe, dalla reale capacità (ἐνέργεια) di far assumere in atto realtà formale alle cose.La parola italiana "energia" non è direttamente derivata dal latino, ma è ripresa nel XV secolo dal francese énergie. «In Francia énergie è usato dal XV secolo nel senso di "forza in azione", con vocabolo direttamente derivato dal latino, mai con significato fisico. In Inghilterra nel 1599 energy è sinonimo di "forza o vigore di espressione". Thomas Young è il primo a usare, nel 1807, il termine energy in senso moderno»Il concetto di energia può emergere intuitivamente dall'osservazione sperimentale che la capacità di un sistema fisico di compiere lavoro diminuisce a mano a mano che questo viene prodotto. In questo senso l'energia può essere definita come una proprietà posseduta dal sistema che può essere scambiata fra i corpi attraverso il lavoro (vedi Trasferimento di energia).
Lo sviluppo economico è il processo di cambiamento quantitativo e qualitativo dell'economia di una regione e/o di un intero paese in più settori strategici, quali il capitale umano, le infrastrutture critiche, la competitività, la sicurezza, la salute ecc. Tipicamente si intende paese in via di sviluppo quello che passa da una economia costituita da attività primarie (agricoltura e lo sfruttamento delle risorse naturali) ad una economia incentrata su attività industriali e settore terziario.
Per suolo si hanno due diverse accezioni: geograficamente (anche terreno o anche pedosfera (dal greco πέδον, pedon, suolo, terra e sfera quando considerato parte della geosfera), è lo strato superficiale che ricopre la crosta terrestre, derivante dall'alterazione di un substrato roccioso, chiamato roccia madre, per azione chimica, fisica e biologica esercitata da tutti gli agenti superficiali e dagli organismi presenti su di esso, può comprendere sia sedimenti sia regolite. La seconda accezione considera il suolo dal punto di vista pedologico ovvero non solo come una superficie ma come il composto di quella miscela estremamente variabile di sostanza organica e sostanza minerale che permette la vita di piante ed animali , in mancanza di queste due componenti non si parla quindi di suolo. Sotto questo aspetto il suolo è presente esclusivamente sul pianeta Terra . La pedologia è la scienza che studia la composizione, la genesi e le modificazioni del suolo dovute sia ai fattori biotici che abiotici; la chimica del suolo è invece la disciplina che si occupa dello studio e caratterizzazione chimica e chimico-fisica del suolo. Si possono identificare tre funzioni principali del suolo: funzione produttiva, la capacità dei suoli di massimizzare la trasformazione di energia radiante in energia chimica; funzione protettiva, dovuta agli effetti di regolazione, assorbimento e distribuzione dei flussi idrici, dalla funzione di stoccaggio del carbonio organico, e anche filtro e tampone degli agenti inquinanti; funzione naturalistica, la capacità di ospitare e mantenere riserve biotiche e di trasmettere i segni della storia ecosistemica e umana.
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