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Titolo uniforme: Philippica 1.
Autore principale: Demosthenes
Edizione: 2. ed
Pubblicazione: Livorno : R. Giusti, 1925
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, GRC, Paese: IT
Il principe Filippo Mountbatten, duca di Edimburgo (Philip Mountbatten, nato principe Filippo di Grecia e Danimarca; Corfù, 10 giugno 1921), è il marito della regina Elisabetta II nonché, dal 10 giugno 2011, il Lord High Admiral della Royal Navy, titolo cedutogli dalla consorte in occasione del suo novantesimo compleanno. Filippo è sposato con la regina Elisabetta II dal 20 novembre 1947 e ha quattro figli: Carlo, Anna, Andrea ed Edoardo. Nato principe di Grecia, nipote del re di Grecia Costantino I (casata degli Schleswig-Holstein-Sonderburg-Glücksburg, la stessa della Danimarca, che aveva dato il secondo sovrano alla Grecia nell'Ottocento, Giorgio I), prima del matrimonio rinunciò ai propri titoli greci, fu accolto nella Chiesa d'Inghilterra e adottò il cognome Mountbatten. Il giorno dopo il suo matrimonio ottenne il trattamento di "Altezza Reale" da re Giorgio VI e il giorno seguente i titoli di duca di Edimburgo, conte di Merioneth e barone Greenwich. La regina Elisabetta II lo ha creato principe del Regno Unito nel 1957. Come consorte della sovrana ha affiancato la regina nei suoi viaggi ufficiali nel Commonwealth e nel mondo, apparendo frequentemente agli occhi del pubblico. È il più longevo consorte di un monarca britannico: infatti il 19 aprile 2009, con 62 anni e 71 giorni di matrimonio, ha superato anche la regina consorte Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III. Oltre agli attributi regali, Filippo è stato anche patrono di una serie di organizzazioni, incluso il The Duke of Edinburgh's Award, un premio a lui dedicato, ed è stato a capo delle Università di Cambridge e di Edimburgo. Sin dalla sua visita in Antartide del 1956, si è impegnato per sensibilizzare l'opinione pubblica sul rapporto uomo-ambiente, tema sul quale ha anche pubblicato degli scritti.
Con la denominazione di pederastia greca si viene a indicare quel peculiare fenomeno consistente nella relazione altamente ritualizzata e socialmente codificata fra due maschi di età differente; poteva trattarsi di un rapporto anche erotico – pubblicamente riconosciuto e accettato – tra un uomo adulto detto erastès (traducibile come amante) ed un ragazzo più giovane chiamato eròmenos (traducibile come amato), solitamente nell'età della prima adolescenza: è stato un costume caratteristico dell'antica Grecia sia durante il suo periodo più arcaico sia nell'età classica. Alcuni studiosi hanno individuato la sua origine nel rito di iniziazione – cui si riferirebbero anche molte storie pederastiche presenti nella mitologia greca; in particolare, nel rito di passaggio caratteristico della pederastia cretese, quella vigente all'interno della strutturazione sociale della civiltà minoica e dove era associata con l'ingresso nella vita militare (il mondo degli uomini) e al culto religioso nei confronti della divinità celeste: lo Zeus che la stessa tradizione greca voleva fosse stato allevato proprio sul Monte Ida nell'isola di Creta. Il costume sociale conosciuto sotto la definizione di "paiderastia", parola derivante dalla lingua greca antica παιδ-paid (ragazzo) ed ἐραστής-erastés (amante), venne nel corso del tempo altamente idealizzato, seppur in certe occasioni non mancò d'esser criticato in maniera decisa sia nella letteratura greca sia nell'ambito della filosofia greca da alcuni commentatori, anche molto autorevoli, del tempo. Nell'antica Grecia s'ipotizza possa essersi sviluppata nel tardo VII secolo a.C. come uno degli aspetti preminenti della cultura Greca, così potentemente intrisa di omosocialità ed omoerotismo, ampliata inoltre da altre pratiche quali la nudità atletica e la rappresentazione della nudità in ambito artistico col nudo eroico; ma anche dalla tradizione del simposio, dall'età relativamente tarda - verso i trent'anni - in cui la classe dell'aristocrazia maschile stipulava un contratto matrimoniale ed infine pure dall'isolamento sociale in cui venivano tenute da un certo periodo in poi le donne nell'antica Grecia. L'influenza prodotta dalla pederastia era talmente diffusa e vasta da finire presto con l'essere considerata il modello culturale principale per le relazioni sentimentali - rigorosamente non mercenarie - dei cittadini maschi tra di loro: gli studiosi hanno discusso ampiamente il ruolo e l'estensione del fenomeno pederastico, il quale è probabilmente variato a seconda delle usanze locali e delle inclinazioni individuali. Il termine nel linguaggio comune odierno potrebbe implicare in alcune giurisdizioni il fenomeno dell'abuso minorile; ma l'antico diritto penale ateniese, per esempio, riconosceva chiaramente il consenso (in opposizione alla violenza sessuale) ma non una specifica - seppur consigliata - età del consenso come fattore di regolazione del comportamento sessuale. Come lo studioso di antichità classica dell'università di Cambridge Robin Osborne non ha mancato di sottolineare, la discussione storica concernente la "paiderastia" è complicata dagli standard morali rappresentati dal sistema di valori prevalente:La pederastia greca va in definitiva inserita in un quadro generale nel quale desideri e comportamenti sessuali non erano classificati sulla base della diversità sessuale o dell'identità di genere dei partner, bensì in base al ruolo attivo e passivo nel sesso e alle conformità alle norme concernenti età e condizione sociale delle persone coinvolte.
I Macedoni erano l'antico popolo che abitava nella regione storica della Macedonia, situata a nord dell'antica Tessaglia e confinante con l'Epiro ad ovest e la Tracia ad est. La loro origine etnica, sia essa ellenica o traco-illirica, è alquanto discussa (anche se gli antichi greci finirono per accettare la grecità dei macedoni, accettando la loro partecipazione alle olimpiadi, giochi panellenici, aperti dunque solo ai Greci), così come lo è l'appartenenza della lingua che, almeno inizialmente, parlavano. In ogni caso, furono poi assorbiti nella koinè greca in periodo ellenistico. La famiglia reale macedone, gli Argeadi, proclamava di essere di discendenza greca.
Con l'espressione di Grecia romana si tende ad indicare quel periodo della storia greca che va dalla distruzione di Corinto del 146 a.C., alla successiva trasformazione della Grecia in provincia romana (27 a.C.), fino alla divisione tra impero romano d'Occidente e d'Oriente (395). Questa voce tende a considerare anche l'influenza che Roma esercitò sull'intera area greca fin da prima della sua conquista e, quindi, per tutto il periodo che va dalla fine del III secolo a.C. al 146 a.C..
La lingua greca antica (in greco antico: Ἑλληνικὴ γλῶσσα) è una lingua flessiva ad elevato grado di sinteticità, di origine indoeuropea, i cui dialetti erano parlati nell'antica Grecia, nelle isole dell'Egeo e nelle colonie greche sulle coste del Mediterraneo orientale e dai Greci della madre-patria, parlato sulle coste della Panfilia ed effettivamente contaminato da influssi adstratici di lingue epicoriche non greche. Per la grammatica e le particolarità linguistiche di tutti questi dialetti si rimanda alle rispettive voci indicate dai collegamenti. La grammatica greca di cui qui delineeremo gli aspetti fondamentali è improntata in larga parte al dialetto attico, parlato ad Atene, ed impostosi dal V secolo a.C. in poi come lingua panellenica, a causa dell'egemonia militare, politica, economica, culturale di Atene; tale dialetto, insieme a una componente ionica più o meno forte a seconda dei luoghi, sarà alla base della κοινὴ διάλεκτος, la koinè di età ellenistica, la lingua franca del Mediterraneo nota anche come greco comune, greco alessandrino o greco ellenistico. Essa, tuttavia, non coincide appieno con il dialetto attico puro.
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