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Autore principale: Pezzana, Angelo
Pubblicazione: Milano : Corbaccio, 1997
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il conflitto israelo-palestinese (in ebraico: הסכסוך הישראלי-פלסטיני?, Ha'Sikhsukh Ha'Yisraeli-Falestini; in arabo: النزاع-الفلسطيني الإسرائيلي, al-Niza'a al'Filastini al 'Israili) è il conflitto politico, armato e sociale in corso tra Israele e i palestinesi, e trae origine all'inizio del XX secolo. Il conflitto è parte del più vasto Conflitto arabo-israeliano. Sono stati identificati quattro principali ostacoli alla risoluzione dei conflitti: la creazione di confini sicuri e definiti, il controllo di Gerusalemme, gli insediamenti israeliani e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, a cui devono essere aggiunti altri ostacoli, come le uccisioni di civili palestinesi (compresi bambini e donne), il terrorismo palestinese, libertà di movimento palestinese, sicurezza israeliana e altre questioni relative ai diritti umani. La violenza derivante dal conflitto ha portato a varie posizioni internazionali sul conflitto.Sono stati intavolati vari tentativi di negoziazione per una Soluzione dei due Stati, che implicherebbe la creazione di uno Stato di Palestina indipendente, accanto allo Stato di Israele. Nel 2016, secondo uno studio dell'Istituto israeliano per la democrazia e del Centro palestinese per la ricerca e le indagini politiche, la maggioranza degli israeliani e dei palestinesi ha preferito la soluzione dei due stati per risolvere il conflitto. D'altro canto, una considerevole maggioranza della popolazione israeliana ritiene legittima l'esigenza palestinese di creare uno Stato indipendente e ritiene che Israele possa accettare la creazione di tale Stato. La maggior parte dei palestinesi e degli israeliani vede la Cisgiordania e la Striscia di Gaza come il luogo ideale dell'ipotetico Stato palestinese in una soluzione a due Stati. Tuttavia, vi sono importanti aree di disaccordo sulla forma di un accordo finale e anche sul livello di credibilità che ciascuna parte apprezza nell'altra nel difendere gli impegni di base.All'interno della società israeliana e di quella palestinese, il conflitto genera un'ampia varietà di posizioni. Un tratto distintivo del conflitto è stato il livello di violenza perpetratosi per gran parte della sua durata. Ci sono stati scontri tra eserciti regolari, gruppi paramilitari, cellule terroristiche e cittadini indipendenti. Questi scontri non sono stati strettamente limitati al campo militare e hanno causato un gran numero di vittime tra la popolazione civile di entrambe le parti. Ci sono importanti attori internazionali coinvolti nel conflitto. Le due parti che hanno partecipato ai colloqui di pace diretti, se presenti, sono il governo di Israele, attualmente guidato da Benjamin Netanyahu e lo stato di Palestina, attualmente presieduto da Mahmud Abbas. Il Quartetto per il Medio Oriente, composto da un inviato speciale degli Stati Uniti, un altro dalla Russia, un terzo dall'Unione europea e uno dalle Nazioni Unite, media i negoziati ufficiali. La Lega araba è un altro attore importante che ha proposto un'Iniziativa di pace araba. L'Egitto, membro fondatore della Lega araba, è stato storicamente un partecipante chiave. Dal 2007, la politica palestinese è stata fratturata dal conflitto tra le due principali fazioni: Fatah e lo storico rivale Hamas. In seguito alla vittoria di Hamas alle Elezioni legislative in Palestina del 2006 e alla sua presa di potere nella Striscia di Gaza a giugno 2007, il territorio controllato dall'Autorità Nazionale Palestinese (il governo provvisorio palestinese) è diviso tra Fatah in Cisgiordania e Hamas nella Striscia di Gaza. La divisione del comando tra le parti ha causato il crollo del governo bipartitico dell'ANP. I negoziati diretti tra il governo israeliano e la guida palestinese sono iniziati nel settembre 2010 e miravano a raggiungere un accordo sullo status ufficiale finale, anche se poco dopo sono stati interrotti a tempo indeterminato.
Gli Ebrei (in ebraico: יְהוּדִים? עברי, ʿivrîˈ, anche in ebraico: יְהוּדִים?, Yhudim o jehuˈdim), anche detti popolo ebraico, sono un popolo, o gruppo etnoreligioso, e i fedeli di una religione, che prende origine dagli Israeliti del Vicino Oriente antico. Nazionalità e religione ebraiche sono strettamente correlate e l'ebraismo è la fede tradizionale della nazione ebraica.Secondo la tradizione ebraica la loro ascendenza è stata fatta risalire ai patriarchi biblici Abramo, Isacco e Giacobbe, che vivevano a Canaan intorno al XVIII secolo a.C. Storicamente, gli ebrei si erano evoluti in gran parte dalla Tribù di Giuda e Simeone, e in parte dalle tribù israelite di Beniamino e Levi, che tutti insieme formavano l'antico Regno di Giuda. Un gruppo strettamente legato è quello dei Samaritani, che sostengono la discendenza dalle tribù israelite di Efraim e di Manasse, mentre secondo la Bibbia la loro origine è dal popolo portato in Israele dall'Impero Assiro e da alcuni Kohanim (sacerdoti ebrei) che avevano loro insegnato come adorare il "Dio nativo". L'etnia, nazionalità e religione ebraiche sono fortemente correlate, dato che l'ebraismo è la fede tradizionale della nazione ebraica. Coloro che si convertono all'ebraismo assumono una condizione nell'ambito dell'ethnos ebraico pari a coloro che ci sono nati. La conversione non viene incoraggiata dall'ebraismo tradizionale (ortodosso) ed è principalmente applicabile ai casi di matrimoni misti.Nello Stato di Israele è in vigore la Legge del ritorno, in forza della quale chiunque sia in grado di dimostrare di essere figlio o nipote di un ebreo per via matrilineare o patrilineare, o sia convertito all'ebraismo, ha diritto alla cittadinanza israeliana. Il fatto che la possibilità di fruire della Legge del ritorno non sia riservata ai soli ebrei secondo la legge halachica – ovvero ai figli di madre ebrea o ai convertiti all'ebraismo – ha creato in Israele una grande controversia tra chi – avendo una concezione laica dello Stato ebraico – è favorevole a una definizione più allargata di "ebreo" per quel che concerne il diritto alla cittadinanza, e il rabbinato ortodosso che vorrebbe far coincidere Halakhah e Legge del ritorno. Israele è il solo Stato dove gli ebrei sono la maggioranza della popolazione. Gli ebrei hanno inoltre goduto di indipendenza politica due volte in passato, nella storia antica. La prima volta durò dal 1350 al 586 a.C., che comprese il periodo dei Giudici, la Monarchia unita, e la Monarchia divisa dei Regni di Israele e Giuda, finito con la distruzione del Tempio di Salomone. La seconda volta fu all'epoca del Regno Asmoneo dal 140 al 37 a.C. e in qualche misura sotto gli Erodiani dal 37 a.C. al 6 d.C. Dalla distruzione del Secondo Tempio nel 70 d.C., la maggior parte degli ebrei hanno vissuto nella diaspora. Una minoranza in ogni paese in cui vivono (con l'eccezione di Israele), hanno subito molte persecuzioni nel corso della storia, cosicché la popolazione ebraica ha oscillato sia nel numero sia nella distribuzione demografica nel corso dei secoli.
Questa è una cronologia della storia ebraica, dell'Ebraismo e degli ebrei. Tutte le date sono stabilite in base all'era volgare, non secondo il calendario ebraico. Per voci specifiche relative alla storia degli ebrei, indicativamente si vedano le Voci correlate.
Ḥusayn ibn Ṭalāl, più noto in Italia come Hussein di Giordania (in arabo: ﺣسين بن طلال Ḥusayn bin Ṭalāl; Amman, 14 novembre 1935 – Amman, 7 febbraio 1999), fu re del Regno Hascemita del Giordano (Giordania) dal 1952 al 1999. Di stirpe hascemita, egli salì al trono dopo l'abdicazione nel 1952 di suo padre Ṭalāl ibn ‘Abd Allāh. Husayn, un monarca costituzionale, iniziò il suo dominio con quello che fu definito un "esperimento liberale", permettendo, nel 1956, la formazione dell'unico governo democraticamente eletto nella storia della Giordania. Pochi mesi dopo l'esperimento, ha costretto quel governo a dimettersi, dichiarando la legge marziale e vietando i partiti politici. Al tempo dell'ascesa di Husayn, la Giordania era una giovane nazione e controllava la Cisgiordania. Il paese aveva poche risorse naturali e una grande popolazione di rifugiati palestinesi a seguito della guerra arabo-israeliana del 1948. Husayn guidò il suo paese attraverso quattro turbolenti decenni del conflitto arabo-israeliano e della guerra fredda, bilanciando con successo le pressioni dei nazionalisti arabi, dell'Unione Sovietica, dei paesi occidentali e di Israele, trasformando la Giordania alla fine del suo regno di 46 anni in uno stato moderno. La Giordania sotto il suo regno combatté tre guerre con Israele, compresa la guerra dei sei giorni del 1967, che si concluse con la perdita della Cisgiordania da parte della Giordania. Dopo il 1967 si è sempre più impegnato negli sforzi per risolvere il problema palestinese. Ha agito come un intermediario conciliante tra i vari rivali mediorientali. Il suo regno fu controverso e la politica di re Husayn è stata definita "opportunista" da alcuni storici che rilevavano come la Giordania fosse rimasta uno dei "santuari" e dei protettorati di fatto dell'Occidente nel Vicino Oriente e si fosse fatta promotrice dei drammatici avvenimenti del settembre nero (1970), allorché il re aveva ordinato la violenta espulsione combattenti palestinesi (fedayeen) dell'OLP dal paese. A seguito di ciò il re rinunciò ai legami della Giordania con la Cisgiordania nel 1988, dopo che l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina fu riconosciuta a livello internazionale come unico rappresentante dei palestinesi. Ha revocato la legge marziale e ha reintrodotto le elezioni nel 1989 quando si sono verificate rivolte nel sud della Giordania per aumenti dei prezzi. Nel 1994 divenne il secondo capo di stato arabo a firmare un trattato di pace con Israele. È stato ammirato per aver graziato dissidenti e oppositori politici e aver assegnato loro incarichi di alto livello nel governo. Husayn, sopravvissuto a decine di tentativi di omicidio e complotti per rovesciarlo, era il leader più longevo della regione. Durante tutto il suo regno nominò ed incaricò non meno di 45 governi. Il Re morì all'età di 63 anni di cancro il 7 febbraio 1999. Il suo funerale fu il più grande raduno di leader mondiali dal 1995. Gli successe il figlio maggiore, Abd Allah II.
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