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Titolo uniforme: Da qui all'India
Autore principale: Bernicchi, Sonia
Pubblicazione: Lucca : ZonaFranca, 2011
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, ENG, Paese: IT
Fa parte di: Zona Arrivi&Partenze
Basandosi sui parametri individuati dalla classificazione Köppen, il clima dell'India si può suddividere in sei sottotipi climatici; i loro influssi hanno dato origine ai territori desertici nella zona occidentale, alla tundra alpina e ai ghiacciai nel nord, alle regioni tropicali umide che ospitano le foreste pluviali del sudovest e ai territori delle isole del subcontinente indiano situate nell'Oceano Indiano. Queste regioni presentano microclimi decisamente differenziati, sebbene strettamente agglomerati. La nazione è, in linea di massima, soggetta a quattro stagioni: l'inverno (in gennaio e febbraio), l'estate (da marzo a maggio), una piovosa stagione monsonica (da giugno a settembre) e una stagione post-monsonica (da ottobre a dicembre). La geografia e la geologia indiane sono determinanti da un punto di vista climatico: il Deserto di Thar nel nordovest e la catena dell'Himalaya a nord lavorano in tandem alla creazione di un ciclo monsonico che ha profonde influenze economiche e culturali. Quale più alta e massiccia catena montuosa del pianeta, il complesso dell'Himalaya previene gli effetti dei gelidi venti catabatici provenienti dall'Altopiano del Tibet e dall'Asia centrale. La maggior parte dell'India gode pertanto di inverni miti o leggermente freschi; la stessa barriera termica mantiene i territori indiani roventi durante l'estate. Sebbene l'India sia attraversata nel mezzo dal Tropico del Cancro - il confine tra le zone subtropicali e tropicali - la maggior parte del Paese si può ritenere da un punto di vista climatico prettamente tropicale. Come comunemente accade nei tropici, i monsoni e altri fenomeni atmosferici sono altamente instabili: siccità, alluvioni, cicloni e altri disastri epocali sono sporadici, ma hanno fatto fuggire o causato la morte di milioni di persone. Vi è una diffusa convinzione nella comunità scientifica che l'Asia meridionale sarà soggetta in futuro a simili catastrofi naturali con maggior imprevedibilità, frequenza ed intensità. I cambiamenti nella vegetazione, unitamente all'innalzarsi del livello dei mari e conseguente alluvione delle aree costiere, sono tra gli effetti attribuibili - in corso e in previsione - al riscaldamento globale.
Nella storia moderna, i viaggi di Cristoforo Colombo rappresentano i fondamentali della colonizzazione europea delle Americhe, nonché uno degli eventi più significativi della storia dell'uomo. Il navigatore Cristoforo Colombo era un ammiraglio al soldo dei sovrani di Spagna, per i quali intraprese quattro viaggi verso il Nuovo Mondo: il primo nel 1492, in cui riscoprì il continente americano, il secondo viaggio nel 1493, in cui scopri nuove isole e il terzo nel 1498, che lo condusse nell'America Meridionale e che fu quindi il primo nel quale Colombo raggiunse la parte continentale. Nel quarto viaggio, nel 1502, raggiunse l'America Centrale. La scoperta di Colombo permise alle potenze marinare europee dell'epoca di impostare un sistema di commerci con il "Nuovo Mondo", ad avviare la colonizzazione delle nuove terre, e dare inizio alla conversione dei nativi americani al Cristianesimo. Gli assetti economici e politici che si vennero a creare furono regolamentati dal Trattato di Tordesillas del 1494, siglato dall'Impero spagnolo e dall'Impero portoghese.
L'esplorazione (dal latino exploratio, 'osservazione', 'esame', 'perlustrazione (anche a fini militari)', 'spionaggio') è l'atto, comune a tutti gli animali non sessili, di ricercare, attraverso il movimento, informazioni sul proprio ambiente e trarne risorse. Nel caso dell'uomo, l'esplorazione consiste specialmente di operazioni di ricognizione geografica (si parla in questo caso di esplorazioni geografiche), sia per scopi legati alla ricerca scientifica (in particolare geofisica, ma anche archeologia, antropologia, etnologia, economia), sia per lo sfruttamento commerciale (eventualmente coloniale) dei nuovi territori. Uno dei periodi più intensamente caratterizzati dall'esplorazione di nuove terre da parte dell'uomo è detta "età delle scoperte geografiche" (XV-XVIII secolo), quando gli Europei, per svariate ragioni (scientifiche, militari, religiose, commerciali) salparono verso terre a loro sconosciute, determinando un immenso passo avanti nella produzione cartografica. Gli Europei mettevano piede per la prima volta in terre che essi non conoscevano ma che, naturalmente, erano ben note ad abitanti che a loro volta, molto tempo prima, avevano scoperto quei territori dove avevano creato la loro civiltà. Ogni piccola parte della Terra abitata infatti è stata scoperta dai primi uomini che nella preistoria si sono spostati in territori dove si sono stabilizzati. Su queste stesse terre sono poi arrivati gli europei che ne ignoravano l'esistenza e che hanno creduto, dal loro punto di vista, di averle "scoperte". Per i Greci il termine più aderente al concetto di "mondo conosciuto" fu ecumene (dal greco οἰκουμένη, participio medio passivo del verbo οἰκέω, "abitare"), che indicava la porzione di Terra conosciuta e abitata.
Per via della seta (in cinese: 絲綢之路T, 丝绸之路S, sī chóu zhī lùP; persiano: راه ابریشم, Râh-e Abrisham) s'intende il reticolo, che si sviluppava per circa 8 000 km, costituito da itinerari terrestri, marittimi e fluviali lungo i quali nell'antichità si erano snodati i commerci tra l'impero cinese e quello romano. Le vie carovaniere attraversavano e il Medio Oriente, collegando Chang'an (oggi Xi'an), in Cina, all'Asia Minore e al Mediterraneo attraverso il Medio Oriente e il Vicino Oriente. Le diramazioni si estendevano poi a est alla Corea e al Giappone e, a Sud, all'India. Il nome apparve per la prima volta nel 1877, quando il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen (1833-1905) pubblicò l'opera Tagebucher aus China. Nell'Introduzione von Richthofen nomina la Seidenstraße, la «via della seta».
Il viaggio (dal provenzale viatge, a sua volta derivante dal latino viatĭcum; quest'ultimo era la provvista necessaria per mettersi in viaggio) è lo spostamento che si compie da un luogo di partenza a un altro distante (relativamente ai propri mezzi) dal primo. Il viaggio può essere locale, regionale, nazionale o internazionale. In alcuni paesi, i viaggi interni non-locali possono richiedere un passaporto interno, mentre i viaggi internazionali in genere richiedono un passaporto e un Visto. Il viaggio si distingue per i mezzi con cui ci si sposta: può avvenire con mezzi di trasporto (pubblici o privati, come automobili, motocicli, treni, aerei, navi, biciclette, ecc.), o anche a piedi. Un viaggio può includere anche soggiorni relativamente brevi tra i successivi spostamenti che lo compongono. Il viaggio può essere inteso non solo in senso fisico, in un contesto spazio temporale, ma anche in senso metaforico come espressione di abbandono, ricerca interiore, desiderio. Vi sono molte opere che mettono in evidenza il viaggio inteso come ricerca interiore o desiderio; occorre elencare il libro "La coscienza di Zeno" di Italo Svevo. In questa opera letteraria emerge il viaggio del protagonista: la psicanalisi.
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