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Pubblicazione: Firenze : Olschki, 2009
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La Scuola di Francoforte è una scuola sociologico-filosofica di orientamento neo-marxista. Il nucleo originario di tale scuola, formato per lo più da filosofi e sociologi tedeschi di origine ebraica, emerse nel 1923 nell'ambiente del neonato "Istituto per la Ricerca Sociale" (Institut für Sozialforschung) dell'Università Johann Wolfgang Goethe di Francoforte sul Meno, in Germania, sotto la guida dello storico marxista Carl Grünberg. Il nucleo successivamente si ampliò per numero di studiosi ed ambiti di ricerca. Il primo periodo di attività della scuola si inquadra nel primo dopoguerra, tra gli anni venti e gli anni trenta; all'avvento del nazismo il gruppo lasciò la Germania e si trasferì dapprima a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York, dove continuò la sua attività. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni esponenti (tra cui Adorno, Horkheimer e Pollock) tornarono in Germania per fondare un nuovo Istituto per la ricerca sociale.
La storia del pensiero economico è la disciplina che si occupa dello sviluppo dell'economia politica dalle origini ai giorni nostri, con le sue varie teorie o visioni del sistema economico. In prima approssimazione, si possono individuare le seguenti fasi: antichità classica (soprattutto nella Grecia antica) e Medioevo; la formazione degli stati nazionali e la nascita dell'economia politica in senso moderno; la rivoluzione industriale e l'economia classica; l'affermazione dell'economia di mercato e l'economia neoclassica; la Grande depressione del 1929 e l'economia keynesiana; approfondimenti e nuove proposte; la stagflazione e il monetarismo; sviluppi recenti.Gli storici del pensiero economico valutano in modi diversi sia le singole scuole, sia il loro succedersi. Vi è un punto di vista "cumulativo", secondo il quale si è avuto e continua un progressivo avvicinamento alla verità e, pertanto, la storia del pensiero economico deve essere «storia delle verità economiche». Vi è anche un punto di vista "competitivo", secondo il quale l'esistenza di diverse scuole mostra che sono possibili approcci diversi allo studio dei fenomeni economici, nessuno dei quali nettamente preferibile agli altri. Qualsiasi teoria economica, quindi, può essere criticata o perché migliorata da altre successive, o perché basata su un approccio non condiviso da altre. La sintetica esposizione che segue è ricca di riferimenti ad altre voci, alle quali si rinvia per approfondimenti e valutazioni critiche. Le varie correnti di pensiero della storia economica hanno influenzato profondamente le relative politiche economiche adottate dai vari Stati nazionali nel corso della storia moderna e contemporanea.
John Maynard Keynes, 1º barone Keynes di Tilton (/ˈkeɪ̯nz/; Cambridge, 5 giugno 1883 – Tilton, 21 aprile 1946), è stato un economista britannico, padre della macroeconomia e considerato il più influente tra gli economisti del XX secolo. Le sue idee sono state sviluppate e formalizzate nel dopoguerra dagli economisti della scuola keynesiana; a quest'ultima viene spesso contrapposta la scuola monetarista (o scuola di Chicago), che si originò nel secondo dopoguerra dalle teorie liberiste di Milton Friedman, e la scuola austriaca (von Mises e von Hayek). I suoi contributi alla teoria economica, espressi nel saggio Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, hanno dato origine infatti alla cosiddetta "rivoluzione keynesiana" che, in contrasto con la teoria economica neoclassica, ha sostenuto la necessità dell'intervento pubblico statale nell'economia con misure di politica di bilancio e monetaria, qualora un'insufficiente domanda aggregata non riesca a garantire la piena occupazione nel sistema capitalista, in particolare nella fase di crisi del ciclo economico, promuovendo dunque una forma di economia mista.
L'economia aziendale è una branca delle scienze economiche che studia gli aspetti amministrativi, commerciali e tecnici delle aziende.
Il termine scuola di Salamanca è usato genericamente per indicare la scolastica spagnola che rappresenta l'ultima fioritura di teologi che si appoggiano al metodo scolastico. Questi grandi teologi - docenti universitari spagnoli e portoghesi - insieme con il ritorno alle fonti - la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione - [...] realizzarono l’apertura alla nuova cultura che stava nascendo in Europa, e ai problemi umani (religiosi, etici e politici) che erano sorti con la scoperta di nuovi mondi in Occidente e in Oriente. L’inviolabile dignità di ogni persona, la prospettiva universale del diritto internazionale (“ius gentium”) e la dimensione etica come normativa delle nuove strutture socio-economiche, entrarono pienamente nel lavoro della teologia e da essa ricevettero la luce della rivelazione cristiana. Padre di tale scuola è considerato Francisco de Vitoria O.P. (c. 1483-1546) che portò avanti un importante lavoro intellettuale e pedagogico prima alla Sorbona e poi, dal 1522 al 1546, presso l'Università di Salamanca. Non vi è dubbio che l'influenza di questa scuola si sia sentita anche in altre nazioni, grazie al fatto che molti dei suoi componenti hanno insegnato in università fuori della Spagna. Essa si posiziona nel più ampio contesto del Siglo de Oro spagnolo, durante il quale non solo si verificò un'esplosione delle arti, anche a Salamanca, dove fiorì la scuola letteraria salmantina, ma anche delle scienze, come è particolarmente evidente in questa Scuola. Il riconoscimento del contributo di questa Scuola è arrivato molto tardo sia a livello nazionale, a causa dei successivi sviluppi politici che ha reso in Spagna poco incoraggiante seguire il percorso segnato dai professori di Salamanca, sia a livello internazionale, dove le nazioni protestanti – che rappresentano il contributo maggioritario alla scienza dal XVIII secolo – non erano a loro agio nel riconoscere la modernità di alcuni teologi che avrebbero condotto al Concilio di Trento. Tuttavia, a poco a poco, il loro lavoro sta emergendo dall'oblio e, ad esempio, negli anni '50 del XX secolo, Joseph Schumpeter (1883-1950) ha riconosciuto il contributo dei salamantini all'origine della moderna scienza economica. Per l’ampiezza degli argomenti trattati è possibile distinguere due diverse correnti di pensiero successive che compongono in generale la scolastica spagnola: quella dei Salamanticensi (appunto legati propriamente all'Università di Salamanca) e quella dei Conimbricensi (legati all'Università di Coimbra). La prima iniziò con Francisco de Vitoria e raggiunse l’apogeo con Domingo de Soto O.P. (1494-1560). I Conimbricensi erano Gesuiti che, a partire dalla fine del XVI secolo si sostituirono ai Domenicani nella guida intellettuale del mondo Cattolico. Tra questi Gesuiti spiccano Luis de Molina (1535-1600), Francisco Suárez (1548-1617) e Giovanni Botero (1544–1617) che avrebbe poi proseguito gli insegnamenti in Italia.
Per economia – dal greco οἶκος (oikos), "casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos) "norma" o "legge" – si intende sia l'organizzazione dell'utilizzo di risorse scarse (limitate o finite) quando attuata al fine di soddisfare al meglio bisogni individuali o collettivi, sia un sistema di interazioni che garantisce un tale tipo di organizzazione, sistema detto anche sistema economico. I soggetti che creano tali sistemi di organizzazione possono essere persone, organizzazioni o istituzioni. Normalmente si considerano i soggetti (detti anche "agenti" o "attori" o "operatori" economici) come attivi nell'ambito di un dato territorio; peraltro si tiene conto anche delle interazioni con altri soggetti attivi fuori dal territorio.
Nella storia del pensiero economico, una scuola di pensiero economico è formata da un gruppo di economisti che condividono idee e punti di vista comuni sul funzionamento dell'economia. Sebbene molti economisti non sempre possono essere classificati in una particolare scuola, la classificazione degli economisti in scuole di pensiero è una pratica molto comune. L'evoluzione del pensiero economico può essere suddivisa in tre fasi: antica (Greco-Romana, Indiana, Persiana, Islamica e Cinese Imperiale), premoderna (mercantilisti, fisiocratici) e moderna (a partire da Adam Smith e dall'economia classica del tardo XVIII secolo). Attualmente la maggioranza degli economisti segue un approccio inquadrabile nell'ambito della cosiddetta mainstream economics, a volte chiamata anche economia "ortodossa".Negli Stati Uniti, tra gli economisti ortodossi si può distinguere tra la "Saltwater school" (associata alle università di Berkeley, Harvard, MIT, Pennsylvania, Princeton, e Yale) e la "Freshwater school" (associata comunemente alla scuola di Chicago, alla Carnegie Mellon University, all'Università di Rochester e all'Università del Minnesota) che condividono molti tratti in comune, anche se la "Freshwater school" è più favorevole al laissez-faire e al non intervento dello stato. Entrambe le scuole sono comunque associabili alla cosiddetta sintesi neoclassica.
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