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Il riformismo, nelle scienze politiche, è un metodologia politica che, contrapponendosi tanto alla rivoluzione quanto al conservatorismo, opera nelle istituzioni democratiche o non, al fine di modificare gradualmente le strutture economico-sociali. Si definiscono riformisti i partiti di sinistra socialdemocratici e socialisti (nonché alcuni partiti vicini al liberalismo sociale) che si propongono di correggere (con vari strumenti come le proposte di legge in parlamento e i referendum) i difetti dell'economia capitalista o di superare il capitalismo come nel caso del socialismo.
Il trasversalismo è una concezione politica sistematizzata come un insieme di posizioni politiche, ideologiche e partitiche che uniscono aspetti delle politiche di sinistra con quelle di destra. Per quanto ambedue le posizioni vengono comunemente rappresentate come opposte, può verificarsi che un particolare individuo o un insieme di questi possano accettare dei punti di vista di sinistra da una parte e altrettanti di destra dall'altra. In Francia, dove i termini stessi hanno avuto origine, la sinistra è sempre stato definito il partito dei movimenti mentre la destra il partito dell'ordine. Una posizione intermedia tra entrambe le parti è il centrismo e la persona che appoggia questa posizione politica è un moderato. Il trasversalismo non è necessariamente collegato ad esso, in quanto non si occupa di fare da mediatore neutrale per trovare dei compromessi da entrambe le parti, bensì prende diversi aspetti di entrambe le posizioni e li concilia in un'unica ideologia.
La socialdemocrazia è un largo movimento politico e culturale basato su un'ideologia politica emersa tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX. Inizialmente propugnato dai sostenitori di un socialismo vagamente ispirato al marxismo revisionista, in seguito ha finito per identificarsi con il socialismo riformista e con i fondamenti dell'economia keynesiana, accettando il capitalismo ma proponendosi di migliorarlo.
L'economia socialista comprende l'insieme delle teorie economiche, delle pratiche e le norme dei sistemi economici socialisti ipotetici ed esistenti. Il sistema economico socialista è caratterizzato dalla proprietà sociale e dallo sfruttamento dei mezzi di produzione, i quali possono assumere diverse forme tra cui quella di cooperative autonome o di proprietà pubblica diretta tramite quale viene effettuata la produzione esclusivamente e direttamente per l'uso. Ciò che contraddistingue i sistemi socialisti è l'utilizzo dei mercati per allocare input e beni capitali tra le unità economiche: ciò viene definito come socialismo di mercato. Quando viene utilizzata la pianificazione, il sistema economico è designato come "economia pianificata socialista". L'economia socialista è stata associata a molteplici scuole di pensiero economico. L'economia marxista ha fornito una base per il socialismo basato sull'analisi del capitalismo, l'economia neoclassica e l'economia evolutiva hanno provveduto a fornire modelli globali di socialismo. Nel corso del XX secolo, le proposte e i modelli sia per le economie pianificate che per il socialismo di mercato erano fortemente basati sull'economia neoclassica o al massimo, su una sintesi di economia neoclassica con influenze da parte dell'economia marxista o istituzionale. La definizione di economia socialista può anche essere applicata all'analisi dei sistemi economici precedenti ed esistenti che sono stati implementati negli stati socialisti, così come nelle opere dell'economista ungherese János Kornai.
Record aggiornato il: 2023-10-10T04:10:34.863Z