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Autore principale: Marsili Libelli, Mario
Serie: Pubblicazioni dello Studio cattolico fiorentino
La sicurezza alimentare è intesa nella sua accezione più ampia come la possibilità di garantire in modo costante e generalizzato acqua ed alimenti per soddisfare il fabbisogno energetico di cui l'organismo necessita per la sopravvivenza e la vita, in adeguate condizioni igieniche. La definizione comunemente accettata a livello internazionale è quella elaborata al World Food Summit nel 1996 secondo la quale essa descrive una situazione in cui: “tutte le persone, in ogni momento, hanno accesso fisico, sociale ed economico ad alimenti sufficienti, sicuri e nutrienti che garantiscano le loro necessità e preferenze alimentari per condurre una vita attiva e sana”. Dal punto di vista prettamente sanitario la sicurezza alimentare è intesa anche come sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti e dei mangimi (food safety) nell'ottica di filiera integrata ambientale. Dal punto di vista economico-sociale, laddove le condizioni di base della popolazione sono caratterizzate da forte rischio di denutrizione, per sicurezza alimentare si intendono primariamente le misure che assicurano la copertura delle esigenze delle popolazioni da un raccolto all'altro, con un sufficiente livello di scorte per le evenienze negative. Nei paesi in cui il pericolo di carestie generalizzate è basso, le problematiche di sicurezza alimentare sono prevalentemente di tipo qualitativo (igiene alimentare). Il concetto di sicurezza alimentare come possibilità di garantire cibo e acqua alle popolazioni è strettamente collegato con quello di sovranità alimentare.
Le politiche di governance attengono ad un concetto di gestione del potere pubblico maturato nei paesi più innovati, da un punto di vista economico e industriale, particolarmente negli anni 1970 e 1980.
La pompìa (Citrus limon var. pompia Camarda, 2015), in lingua sarda sa pompìa, è una varietà di limone endemica in particolare nel comune di Siniscola. Nel luglio del 2015 veniva definita col nomen nudum di Citrus × monstruosa, il quale non era riconosciuto a livello accademico, vista la mancanza di studi approfonditi, dovuti alla sua scarsa diffusione. Le origini della pompia non sono ancora chiare; la teoria più accreditata è quella che si tratti di un ibrido tra cedro e limone, anche se alcuni studiosi parlano di un ibrido tra cedro e pompelmo. Ciò che è certo è che la pompìa è tra gli agrumi più rari di tutto il mondo: le sue origini sono accreditate al comune di Siniscola, dove fino a venti anni fa non esisteva che qualche centinaio di alberi ; tutto ciò e affermato dai documenti settecenteschi presenti presso la parrocchia San Giovanni Battista di Siniscola. La rinascita e la riscoperta di questo frutto si è avuta alla fine degli anni 90 del secolo scorso, quando a Siniscola si è deciso di impiantare una coltivazione estensiva di pompìa, per un progetto di agricoltura sociale che coinvolge il Comune di Siniscola e il CIM. Nel 2004 è nato a Siniscola il Presidio Slow Food de "sa pompìa"; da quell'anno la pompìa partecipa a tutte le manifestazioni slow food come il Salone del gusto, ha partecipato a entrambe le edizioni di Eurogusto a Tours (2009-2011) e nelle maggiori fiere italiane dedicate al cibo e ai prodotti enogastronomici di qualità.
Record aggiornato il: 2021-11-25T05:13:45.260Z