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Autore principale: Gigante, Silvino
Pubblicazione: Firenze : Bemporad, 1928
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Gli italiani di Croazia (in croato talijani u Hrvatskoj) sono una minoranza nazionale di lingua italiana riconosciuta in Croazia. La comunità italiana in Croazia è formata prevalentemente da autoctoni (istriani autoctoni di lingua italiana), specie nell'Istria croata, ma anche da espatriati, specialmente nella capitale (Zagabria), mentre nelle città della costa adriatica, soprattutto a Fiume e a Pola, è costituita da comunità autoctone di lingua italiana.
La nazionale di calcio della Croazia (in croato Hrvatska nogometna reprezentacija) è la rappresentativa calcistica della Croazia, sotto la giurisdizione della federazione calcistica croata. Disputa la maggior parte delle partite casalinghe nello Stadio Maksimir di Zagabria. La nazionale è nata nel 1990 dopo l'indipendenza dalla Jugoslavia, ma la federazione fu affiliata alla FIFA solo due anni dopo; il primo incontro ufficiale della nazionale è del maggio 1992, una sconfitta contro l'Australia 0-1. Rappresentative non riconosciute dalla FIFA sono quelle della Banovina di Croazia, che nel 1940 disputò il primo incontro con i colori nazionali, e quello dello Stato Indipendente di Croazia, Paese fantoccio dell'Italia fascista e della Germania nazista. Fino al 1992 i calciatori provenienti dalla Repubblica Socialista di Croazia rappresentavano la Jugoslavia a livello internazionali. Il primo torneo ufficiale cui la Croazia prese parte fu, nel 1994, il girone di qualificazione al campionato d'Europa 1996. Tra le nazionali sorte dopo lo scioglimento della Jugoslavia, la Croazia è quella con i migliori risultati sportivi: vanta due semifinali mondiali, la prima, persa, nel 1998 e la seconda, più recentemente, vinta, nel 2018, a seguito delle quali giunsero rispettivamente un terzo e un secondo posto finale; inoltre, nell'edizione mondiale del 1998, espresse il capocannoniere del torneo, Davor Šuker, e nel 2018 un suo elemento, Luka Modrić, fu eletto miglior giocatore di tale edizione della competizione. A livello continentale, altresì, vanta come miglior risultato i quarti di finale nella citata edizione 1996 e in quella del 2008. Dalla sua data di debutto internazionale ha mancato di prendere parte alla fase finale di solo due competizioni maggiori, il campionato d'Europa 2000 e il campionato del mondo 2010. I calciatori della Croazia sono soprannominati Vatreni ("i focosi") o Kockasti ("scaccati"). Sulla divisa sono raffigurati i tradizionali scacchi di colore bianco e rosso, in riferimento allo stemma nazionale. Al 125º posto del 1994 nel ranking FIFA introdotto l'anno precedente, la Croazia raggiunse il suo miglior risultato in tale classifica nel gennaio 1999, quando si piazzò al 3º posto. Al 13 dicembre 2019 occupa il 6º posto della graduatoria. A parte la Colombia, è l'unica nazionale nominata due volte Best Mover of the Year (1994 e 1998), ovvero quella che in un anno solare ha guadagnato più posizioni del ranking FIFA.
Fiume (AFI: /ˈfjume/; in croato Rijeka, /rijěːka/; in ungherese Fiume, originariamente Szentvit; in sloveno Reka; in tedesco Sankt Veit am Flaum o Pflaum, desueto; nei dialetti locali croati Reka o Rika), con 128 624 abitanti (2011), è la terza città della Croazia per popolazione dopo la capitale Zagabria e Spalato, numero che sale a 305 505 abitanti se si considera anche la sua area urbana. Situata lungo le coste del Mare Adriatico, è la città principale del golfo del Quarnaro (o Quarnero) ed è capoluogo della regione litoraneo-montana, sede universitaria e arcivescovile. Fiume fa parte della regione geografica italiana, per i cui confini orientali tradizionalmente si indicano la catena delle Alpi Giulie e il golfo del Quarnaro, a cui fa riferimento anche Dante Alighieri. Per secoli contesa a causa della sua posizione strategica e della presenza di un importante cantiere navale, fu porto franco dal 1719, già entità autonoma (detta anche Terra Sancti Viti ad flumen) della corona del Regno d'Ungheria dal 1779 al 1919 nell'ambito dell'Impero austriaco e quindi di quello austro-ungarico, costituendo poi lo Stato libero di Fiume dal 1920 al 1924; fu quindi parte del Regno d'Italia dal 1924 al 1945 come capoluogo dell'omonima provincia per poi passare alla Jugoslavia nel 1947, e dopo la dissoluzione di quest'ultima, alla Croazia nel 1991. Di conseguenza, anche la composizione etnica dei suoi abitanti è cambiata nei secoli. Secondo il censimento del 2011, a Fiume erano presenti 106 136 croati (corrispondenti all'82,52% degli abitanti totali), 8 446 serbi (6,57%), 2 650 bosniaci (2,06%), 2 445 italiani (1,90%) e 1 090 sloveni (0,85%). Nella città quarnerina è presente il Teatro Nazionale Croato HNK Ivan pl.Zajc, importante teatro fondato nel 1765 dove hanno luogo rappresentazioni operistiche e balletti nonché sede del Dramma Italiano di Fiume, e l'università di Fiume, fondata nel 1973 ma dalle radici ben più antiche, visto che affondano nella scuola di teologia di Fiume, la cui origine risale al 1632. Fiume è stata scelta per essere capitale europea della cultura 2020, insieme all'irlandese Galway.
Nel corso della sua storia la Croazia, per la sua particolare posizione geografica, è stata un crocevia e punto di incontro e scontro fra diverse culture: una regione di confine, un confine geografico e politico, dapprima, nel III secolo tra l'impero romano d'occidente e quello d'oriente di cui per tutto l'alto Medioevo ne seguì le sorti come parte dell'impero bizantino, e in seguito, nel IX secolo, tra l'impero carolingio e una Bisanzio avviata verso un secolare declino che vedeva diventare il mare Adriatico e le regioni illiriche, un "limes" conteso, a partire dall'XI secolo, anche da altri attori, tra cui in particolare la repubblica di Venezia e il regno d'Ungheria. Ma la Croazia era e sarebbe divenuta, in quel passaggio di millennio, anche un confine religioso: le coste dalmate, dove controllate dai narentani, erano ancora pagane, mentre il retroterra era stato cristianizzato da tempo, ma nel 1054 con lo Scisma d'Oriente-Occidente la stessa cristianità si divideva e si confrontava - e questa terra con lei - tra cattolicesimo e ortodossia, così come, più tardi ancora, con l'affermazione e l'espansione dell'Impero Ottomano, nel XV secolo, e il tramonto definitivo di quello bizantino, si sarebbe confrontata e incontrata con l'islam.
Nel corso della sua storia la Croazia, per la sua particolare posizione geografica, è stata un crocevia e punto di incontro e scontro fra diverse culture: una regione di confine, un confine geografico e politico, dapprima, nel III secolo tra l'impero romano d'occidente e quello d'oriente di cui per tutto l'alto Medioevo ne seguì le sorti come parte dell'impero bizantino, e in seguito, nel IX secolo, tra l'impero carolingio e una Bisanzio avviata verso un secolare declino che vedeva diventare il mare Adriatico e le regioni illiriche, un "limes" conteso, a partire dall'XI secolo, anche da altri attori, tra cui in particolare la repubblica di Venezia e il regno d'Ungheria. Ma la Croazia era e sarebbe divenuta, in quel passaggio di millennio, anche un confine religioso: le coste dalmate, dove controllate dai narentani, erano ancora pagane, mentre il retroterra era stato cristianizzato da tempo, ma nel 1054 con lo Scisma d'Oriente-Occidente la stessa cristianità si divideva e si confrontava - e questa terra con lei - tra cattolicesimo e ortodossia, così come, più tardi ancora, con l'affermazione e l'espansione dell'Impero Ottomano, nel XV secolo, e il tramonto definitivo di quello bizantino, si sarebbe confrontata e incontrata con l'islam.
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