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Autore principale: Pinto, Giuliano; Tucci, Ugo; Poni, Carlo
Pubblicazione: Firenze : Polistampa, 2002
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La periodizzazione è la suddivisione della Storia in periodi di tempo, ciascuno contraddistinto da una serie di caratteri originali tali da renderlo individuabile rispetto alle fasi storiche immediatamente precedenti e successive. Nonostante il suo carattere semplificatorio e inevitabilmente convenzionale, quella della periodizzazione resta un'operazione di importanza fondamentale nelle discipline storiche, dal momento che consente di "pensare" in termini schematici il passato e di facilitare la collocazione temporale di un evento. Inoltre la didattica della Storia spesso trova grande giovamento nel suddividere la Storia in periodi definiti convenzionalmente, alla pari con altre discipline storiche, come la Geologia e la Paleontologia. La fase più antica della Storia dell'uomo è suddivisa in questi periodi: Paleolitico, Mesolitico, Neolitico, Età del Rame, Età del Bronzo, Età del Ferro. Nella storiografia occidentale, nello scorrere del tempo successivo alla Preistoria, si identificano tradizionalmente le seguenti età: Età antica, Medioevo, Età moderna, Età contemporanea. Per il suo carattere convenzionale, tale suddivisione è soggetta a dibattiti e ad opinioni diverse, specie per ciò che riguarda i termini post quem e ante quem, cioè le date di inizio e fine di ciascuna età. Nelle storiografie di altre aree culturali esistono altri tipi di periodizzazione, che meglio descrivono contesti storici diversi da quello occidentale, anche se non mancano gli usi per analogia. Si parla, ad esempio, di "Medioevo giapponese", di "Medioevo cinese" e di "Medioevo indiano". È usata anche l'espressione "età classica" relativamente a contesti non occidentali: si parla così di "età classica giapponese", di "età classica cinese", di "età classica indiana" e così via. La necessità di utilizzare schemi validi per tutte le aree culturali e per tutti i continenti ha portato alla formulazione di proposte di periodizzazione di tutta la Storia mondiale alternative a quelle tradizionale attraverso criteri che si adattano non ad un solo contesto, ma all'insieme del pianeta. Si deve infine rilevare che ogni epoca storica guarda il passato con un'ottica particolare, dovuta alla temperie culturale del tempo; ciò porta alla successione di diversi schemi di periodizzazione, elaborati in diversi periodi; preferire una determinata periodizzazione piuttosto che un'altra significa interpretare il corso degli eventi in modo differente o anche da prospettive differenti.
La storia dell'agricoltura italiana inizia nel V millennio a.C.
L'Alto Medioevo è, per convenzione, quella parte del Medioevo che va dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente, avvenuta nel 476, all'anno 1000 circa. A seconda dell'impostazione storiografica, il primo secolo di tale periodo, si può talvolta sovrapporre al periodo precedente della tarda antichità, mentre l'ultimo secolo a quello successivo del Basso Medioevo (o, per altri storici, a quello del Pieno Medioevo). Tale periodo vide una continuazione delle tendenze evidenti fin dall'antichità classica, compreso uno spopolamento, avvenuto in particolare nei centri urbani, un declino negli scambi commerciali, un lieve aumento delle temperature e l'affermarsi del fenomeno delle migrazioni. L'Impero Romano d'Oriente, o Impero Bizantino, continuò a sopravvivere nonostante nel VII secolo il Califfato Rashidun e il Califfato Omayyade avessero conquistato ampie porzioni di territorio precedentemente romano. Successivamente, molte delle tendenze elencate andarono incontro ad una inversione. Nell'800 il titolo di "Imperatore" fu riproposto nell'Europa occidentale con Carlo Magno, detto "Il Grande", il cui impero carolingio influenzò di molto la struttura sociale e la storia europea. Le popolazioni europee intrapresero un ritorno all'agricoltura sistematica nella forma del feudalesimo, con importanti innovazioni come la rotazione delle colture e l'aratro pesante. L'espansionismo dei barbari si stabilizzò in gran parte dell'Europa anche se quello vichingo si protrasse in larga misura nell'Europa settentrionale.
La storia dell'uomo è l'insieme delle vicende umane all'interno della Storia della Terra. Secondo l'Ipotesi dell'Evoluzione di Darwin, l'uomo è il frutto di un processo evolutivo, dunque l'inizio della storia dell'umanità può essere fatto risalire a diversi stadi di questo sviluppo: la si può intendere dalla comparsa del primo manufatto tecnologico australopithecino, a partire dalla comparsa del genere Homo, oppure a partire dalla comparsa di Homo sapiens, il cosiddetto "uomo moderno", circa 200.000 anni fa. Con tale definizione si può preferire indicare la storia dell'uomo moderno, dotato di caratteri anatomici identici all'uomo odierno e di una cultura artistica e spirituale, ma nella periodizzazione tradizionale il primo dei periodi della storia umana è generalmente indicato nella Preistoria, 2,5-2,6 milioni di anni fa, e quindi include diverse specie ominidi.
La storiografia moderna chiama Medioevo ellenico o secoli oscuri o età oscura (dark age, nell'espressione inglese originaria) o anche età geometrica, il periodo nella storia della Grecia antica che si apre con l'invasione dei Dori e la fine della civiltà micenea e si prolunga fino alla nascita delle poleis e all'età di Omero (circa dal XII all'VIII secolo a.C.). La distruzione della civiltà micenea dovuta forse all'invasione dei popoli del Mare, e la successiva discesa dei Dori in Grecia segnano l'inizio di un periodo di transizione che inizia intorno al 1200 a.C. e si prolunga fino all'800 a.C. La popolazione dorica si stanziò principalmente in Peloponneso, Epiro, Focide, Etolia e a Creta. Si ampliarono i flussi migratori verso le isole e le coste dell'Asia Minore spopolando la Grecia: vennero fondate città come Efeso e Mileto. Si ebbe una diminuzione degli scambi commerciali esterni alle mura cittadine, un ritorno alla pastorizia e la scomparsa della scrittura, dell'architettura e dell'economia di palazzo micenea: tutte le attività rinacquero a livello locale. Tutto questo comportò una radicale riforma delle istituzioni.
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